28 gennaio 2015 - La segreteria della Camera del Lavoro di Como esprime sconcerto e preoccupazione sull'ipotesi di ridefinizione della provincia di Como nell'Area Vasta proposta nei giorni scorsi da regione Lombardia. L'idea, già sperimentata e da noi avversata, di ridefinire la provincia di Como sulla base delle attuali ATS ci lascia senza parole. Tale ipotesi comporterebbe una divisione in due parti dell'attuale provincia di Como, con un ridimensionamento e una mortificazione del
territorio comasco. Il Lago di Como verrebbe diviso in tre diverse unità amministrative, senza alcuna logica geografica, economica o identitaria. La segreteria della Camera del Lavoro ribadisce l'opportunità di procedere con il riaccorpamento dei territori di Como e Lecco, al fine di mantenere l’unitarietà del Lago di Como e di valutare, in un secondo tempo, una ripartizione del territorio che valorizzi, nell'ambito di una dimensione Pedemontana, le opportunità economiche e le caratteristiche paesaggistiche. Invitiamo tutti i parlamentari e i consiglieri regionali a opporsi fermamente a un disegno che rischia di marginalizzare definitivamente il destino del nostro territorio
25 gennaio 2016
Un ringraziamento a Giovanni Valotti, presidente di A2A e di Utilitalia. Finalmente ci ha chiarito i veri scopi di queste holding multiutility. Il servizio pubblico non è lo scopo, è lo strumento per produrre profitto. Non avevamo dubbi. Nelle società di diritto privato l’oggetto sociale non è lo scopo ma lo strumento e, quindi, anche nel servizio pubblico, compreso l’idrico, si applica la stessa regola.
L’upside industriale del gruppo, l’aumento del titolo in borsa del 50% negli ultimi diciotto mesi (in realtà è stato meno del 30% e del 3,53% negli ultimi cinque anni), i riassetti societari, finanziari, sono, secondo Valotti, gli elementi di spicco che dovrebbero rassicurare.
L’operazione di acquisizione della maggioranza di Linea Group sarà, per il Dott. Valotti, foriera di sinergie che porteranno ad un miglioramento del MOL del 15%. A beneficio di chi? Non certo degli utenti che da queste sinergie vedranno solo aumentare le bollette! Nemmeno a beneficio degli investimenti visto che nel 2014 gli investimenti in strutture operative sono stati il 54% degli ammortamenti e il 35% del MOL.
Buonasera,
desideriamo inviare questo comunicato stampa che descrive il viaggio di un nostro utente, rimasto a piedi e senza informazioni a causa di una soppressione selvaggia del treno 5214 da Molteno a Como di sabato scorso, 23 gennaio.
È vergognoso che la Como-Lecco, linea per la quale il nostro Comitato, gli Amministratori Locali e le associazioni turistiche e ambientaliste stanno facendo di tutto per pubblicizzarla e migliorarne il servizio, Trenord si comporti così, disincentivando in tutti i modi l'utilizzo del treno, sopprimendo corse in modo selvaggio, senza nessuna informazione e lasciando i propri clienti a sè stessi. Tra questi clienti, anche dei turisti stranieri che, dopo un'esperienza del genere, sicuramente ci penseranno due volte prima di prendere il treno.
Cordiali saluti
Comitato Pendolari Como-Lecco
Nel pomeriggio di sabato 23 gennaio mi sono recato a Lecco partendo da Meda e per il rientro ho pianificato di utilizzare i treni S7 5154 (16.07 da Lecco), Reg 5214 (16.36 da Molteno) e Reg 662 (16.53 da Merone). Partito da Lecco in perfetto orario con l'S7, senza nessun annuncio o scritta sui monitor che evidenziasse anomalie (a parte un guasto sulla linea Colico-Tirano che quindi non interessava il mio viaggio), mi sono però accorto, arrivando a Valmadrera, di incrociare inusualmente un treno che non dovevo incrociare.
Compreso che c'era qualcosa che non andava e, non disponendo di connessione internet stabile per via delle gallerie e di alcuni punti coperti (che quindi non mi hanno permesso di controllare da smartphone in tempo reale la situazione), mi sono recato dal capotreno per chiedere informazioni; egli prontamente si è informato e gentilmente mi ha comunicato che il treno da Molteno a Como era soppresso (per ragioni sconosciute) e che sarebbe arrivato un bus "circa dopo 15min". Giunto a Molteno, ho chiesto informazioni al capostazione che mi ha risposto che il bus sarebbe arrivato tra un po', circa 15min. Quando ho sottolineato che io avevo necessità di andare a Meda e che dovevo poi prendere da Merone il treno alle 16.53, la risposta è stata che "le coincidenze non esistono per cui quando acquisto un biglietto accetto le condizioni di viaggio di Trenord che non le prevedono". Alla mia ulteriore richiesta di spiegazioni mi è stato risposto che se perdo il treno sono cavoli miei visto che le ferrovie non sono tenute a rispettare nessuna coincidenza. In altre parole, se io ho necessità di effettuare un viaggio che non prevede di utilizzare un solo treno, lo faccio a mio rischio e pericolo e se resto a piedi nella stazione di cambio devo arrangiarmi.
Ieri, 20 gennaio 2016, a seguito del guasto alla motrice del treno S7 5156 tra le stazioni di Oggiono e Molteno la circolazione dei treni è rimasta bloccata tra le due stazioni.
Il treno S7 5158 è stato soppresso da Lecco a Molteno per permettere le operazioni di recupero del treno guasto, fermo a circa un km e mezzo dalla stazione di Molteno. Lo stop del 5156 è durato fino alle 19.00 cioè fino a quando il macchinista, azionando l'altra motrice, ha condotto il treno fino a Molteno: i pendolari sono stati costretti a rimanere sul treno per 2 ore malgrado le richieste pressanti da parte dell'utenza di potere scendere e continuare il tragitto a piedi fino a Molteno.
Di conseguenza dopo le ore 17.00 anche gli altri treni che transitano lungo la stazione di Oggiono hanno subìto forti ritardi.
In particolare chi doveva proseguire la corsa verso Como utilizzando il treno che parte da Molteno, non ha avuto altra alternativa se non utilizzare mezzi privati: purtroppo infatti anche il treno S7 5150 proveniente da Lecco, con passaggio a Oggiono alle 19.27, aveva un ritardo di 40 minuti non consentendo ai pendolari della Como-Lecco di prendere l'ultima corsa delle 19.36.
Come se non bastasse, anche questa mattina, 21.01.2016, il treno 5201 proveniente da Como e diretto a Lecco, con composizione a 2 carrozze anzichè 3 come normalmente dovrebbe essere la composizione per quella corsa che trasporta un totale di circa 250-300 persone, ha subìto mezz'ora di ritardo, generando ancora disagi per gli studenti che frequentano gli istituti lecchesi.
Questa volta la motivazione del ritardo era dovuta a un guasto al SCMT, ossia al sistema controllo marcia treno.
I pochi fortunati che sono riusciti a "recuperare" in corner il treno suddetto, hanno viaggiato sul "bus" MI231, bus che giornalmente fa servizio tra Merone e Oggiono, recuperando il treno in ritardo nella stazione di Molteno, arrivando comunque a scuola oltre l'orario canonico.
I 13 passeggeri che sono riusciti a prendere il bus, di cui si allega foto, hanno potuto usufruire di questo servizio per le indicazioni di un pendolare che ne conosce "le fattezze": detto bus, come si evince dalla foto allegata, non riporta nessun cartello che indichi la destinazione finale! nonostante le pressanti richieste del Comitato Pendolari a Trenord per la posa di suddetto cartello a bordo bus.
Anche i treni 5204 e 5205, rispettivamente in direzione Como e Lecco, hanno subìto ritardo per via della ripercussione del ritardo del 5201.
Comitato Pendolari Como-Lecco
(Roma, 20 gennaio 2016) “Con l'approvazione alla Camera della legge di conversione del decreto legge n. 185/2015 viene meno il pericolo che, a causa dell'allungarsi dei tempi della definizione delle procedure riguardanti l'approvazione definitiva del progetto, l'appalto e la cantierabilità dell'opera, possano essere revocate le risorse finanziarie per 210 milioni di euro stanziate dallo Stato per la realizzazione della Variante della Tremezzina sulla statale 340 Regina”. Lo dichiarano i deputati comaschi Mauro Guerra e Chiara Braga.
“Di fatto e di diritto, ora – chiariscono i due esponenti del PD” - il combinato disposto dalle norme previste dal decreto legge "sblocca Italia" e dai provvedimenti che lo hanno seguito sino a quello ora approvato, offre tempo sino al 2018 per giungere a cantierare l'opera senza perdere il finanziamento.
“Grazie a questa norma – concludono - prevista dal Governo, ora approvata definitivamente dal Parlamento, e che raccoglie anche le richieste e sollecitazioni che abbiamo formulato in questi mesi, vi sono quindi le condizioni per proseguire il lavoro volto a consentire di superare le criticità emerse nel percorso di condivisione ed approvazione del progetto definitivo”.
1. La giunta Lucini è politicamente morta. Potrà forse ancora governare, ma la sua stagione è finita. In questi giorni impazzano sulla stampa e sui “social” commenti pro e contro Lucini.
Queste mie riflessioni sono volte a proporre un contributo per costruire un giudizio sull'operato della giunta in carica. Un giudizio politico, non morale, ovviamente.
2. Una persona che stimo e con la quale ho condiviso alcune battaglie politiche, Bruno Saladino, sulla sua pagina facebook scrive: “Se lo sconfinato esercito di quelli del 'senno di poi' ci risparmiasse le sue inutili e banali osservazioni già una gran parte dell’attuale dibattito sulle 'paratie' si esaurirebbe e tutti ne trarremmo vantaggio”.
Saladino è tra coloro che ancora manifestano fiducia nel sindaco.
Proviamo a capire per quale motivo la riflessione che propone è fuorviante.
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