1. La giunta Lucini è politicamente morta. Potrà forse ancora governare, ma la sua stagione è finita. In questi giorni impazzano sulla stampa e sui “social” commenti pro e contro Lucini.
Queste mie riflessioni sono volte a proporre un contributo per costruire un giudizio sull'operato della giunta in carica. Un giudizio politico, non morale, ovviamente.
2. Una persona che stimo e con la quale ho condiviso alcune battaglie politiche, Bruno Saladino, sulla sua pagina facebook scrive: “Se lo sconfinato esercito di quelli del 'senno di poi' ci risparmiasse le sue inutili e banali osservazioni già una gran parte dell’attuale dibattito sulle 'paratie' si esaurirebbe e tutti ne trarremmo vantaggio”.
Saladino è tra coloro che ancora manifestano fiducia nel sindaco.
Proviamo a capire per quale motivo la riflessione che propone è fuorviante.
3. Ebbene è fuorviante perché non è con il “senno del poi” che ora si giudica l'operato di Lucini.
Si giudica il suo operato ora perché solo ora i cittadini sono venuti a conoscenza di alcune informazioni fondamentali concernenti le paratie.
E ne sono venuti a conoscenza non grazie alla giunta o alle forze politiche di governo o di opposizione; ma solo e soltanto grazie all'azione dell'ANAC che ha reso pubbliche le sue indagini.
4. Il punto è dirimente. La cittadinanza, e le forze politiche tutte, comprese quelle di maggioranza, non hanno potuto conoscere i punti salienti del problema fino ad oggi.
Ho letto con grande attenzione un documento di Rapinese (postato su Facebook), all'opposizione, in cui è proposta la cronaca delle interpellanze che egli ha fatto sulle paratie e in cui egli pone alcuni di quei problemi che poi l'ANAC evidenzierà. Ebbene colpisce il fatto che la giunta Lucini non abbia mai preso sul serio Rapinese e non abbia mai fornito alcuna informazione e alcuna motivazione serie e circostanziate di quanto il consigliere semplicemente chiedeva di conoscere attraverso lo strumento dell'interpellanza.
5. Insisto su un punto che ho già sottolineato ad agosto, commentando il primo documento ANAC: ma il Consiglio comunale, i consiglieri tutti, quando e come sono stati messi al corrente dei termini esatti della questione? Sono stati dedicati Consigli comunali alla disamina puntuale della questione? Gruppi di lavoro?
6. Di più: come ho argomentato nel mio precedente intervento, penso che la giunta non abbia mai fatto un quadro preciso, puntuale, sintetico di tutte, proprio tutte le alternative possibili.
Non lo ha fatto né come strumento ad uso interno, come strumento di governo cioè, né come strumento di lavoro per il Consiglio comunale; né, tantomeno, ha pensato che su scelte così importanti e decisive fosse l'intera cittadinanza a dover essere informata e a dover essere chiamata a scegliere tra le alternative possibili. Un bell'articolo di Fausto Tagliabue, ex segretario CISL di Como e membro del PD, chiarisce bene i termini della questione (lo trovate su Comozero).
7. Qui ovviamente sta il primo errore politico di Lucini. Che non ha voluto fare della partecipazione e della discussione informata il cardine del suo operare.
Naturalmente, è del tutto lecito andare oltre nell'analisi, piaccia o non piaccia: perché è evidente che l'opacità dell'azione amministrativa è brodo di cultura di inefficienza e del prevalere di interessi di parte sugli interessi generali. Non sono io a dirlo: è l'ANAC.
Qui non si parla di azioni criminali, ovviamente (e dio non voglia che la magistratura ne scopra l'esistenza, a destra come a sinistra). Qui si parla del fatto che è stata concepita, da Bruni, e portata avanti da Lucini con una maggiorazione di costi dell'84%, un'opera inutile per la collettività e forse utile per una piccola parte di essa, quella che dal regime delle acque del lago trae benefici.
8. Vorrei dare un'idea dell'importanza delle cifre in ballo a Como.
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha messo a disposizione per la ricerca, per TUTTA l'Università italiana, con i cosiddetti bandi PRIN (una procedura di selezione) nel 2015-2016 euro Euro 91.908.209, secondo le seguenti percentuali: Scienze della vita: 35 %, pari a euro 32.167.873; Scienze fisiche e Ingegneria: 35%, pari a euro 32.167.873; Scienze sociali e umanistiche: 30 %, pari a euro 27.572.463.
Una cifra ridicola se si pensa che solo a Como le cifre in ballo oer costruire un'opera senso senso e illegale ammontano a quanto pare a 31.000.000 di Euro.
Ed è noto, ed ho sentito con le mie orecchie ed ho letto testi, che a Como nella maggioranza ci sono persone che pensano che l'Università a Como non serva, sia inutile, è “troppo piccola”. Non sono capaci di fare due conti sulle paratie, ma sono espertissimi sulle dimensioni ottimali e sui contenuti della ricerca scientifica. E ricordo a tutti che il progetto del Campus nell'area San Martino è saltato.
9. Infine una notazione sul lessico politico di questi giorni (e rimando ad un bel pezzo di Rosso su Ecoinformazioni). Impazzano i sostenitori del centro-sinistra che fideisticamente appoggiano Lucini (raccolgo firme, si dispiacciono, azzittiscono i critici perché criticare significa fare il gioco della destra ecc.). Quando entrano nel merito della questione lo fanno disinformati e quindi propongono riflessioni totalmente sbagliate per merito e metodo. Non valgono gli argomenti, valgono gli "schieramenti", le "appartenenze".
10. Ora incredibilmente si spera che l'opera delle paratie venga avocata dall'alto: Regione eo Governo, come se l'ANAC fosse un interlocutore politico e la Procura della Repubblica un club di tennis. Tra tutte le opinioni che ho letto, una mi ha molto colpito ed è del sindaco. Che intervistato oggi (venerdì) dalla “Provincia”, che lo appoggia e che ha già individuato i suoi successori tra i membri attuali della sua giunta (che nel frattempo operano, senza dire nulla sulle paratie, come se nulla fosse), così risponde a domanda:
“Lanciate l'SOS a Roma?”
Risposta:
“Direi, soprattutto per studiare le modalità di combinazione delle varie azioni in atto: dall'Anac alla Procura. Credo siano gli unici che possano viaggiare un po' al di sopra di alcuni problemi”.
E' evidente che il sindaco è sotto pressione e si esprime in modo confuso o che il giornale gioca con le parole: ma certo sembrerebbe di capire che la concezione del potere del sindaco è riassumibile in questi termini: cioè che a Roma si può viaggiare al di sopra (cioè al di fuori) della legge. Così, del resto, sembra essere successo a Como.
10. “Decisionismo” tuonano (sempre su facebook) i sostenitori di Lucini (alcuni posizionati in posti chiave dell'amministrazione), balbettando gli slogan di Renzi e utilizzando un linguaggio politico di cui non conoscono il significato. "Lucini doveva decidere ed ha deciso"; si "è esposto"; "ci ha messo la faccia".
Ma è proprio così, invero: gli attuali “democratici” pensano, proprio come la destra, che il potere non abbia limiti. E non a caso i "democratici" stanno facendo a pezzi la nostra Costituzione, che al potere politico (come a quello economico) dei limiti precisi li ha posti con forza per tutelare la libertà di tutti i cittadini.