“Il Ministro Salvini avanzi la richiesta del padre per la cittadinanza a Rami. Abbiamo tutti bisogno di cittadini così”. Lo dichiara la coordinatrice nazionale infanzia e adolescenza dell’Arci, Vanessa Niri, intervenendo sul caso della bus dato alle fiamme nel milanese e del ruolo del bambino nel salvataggio dei piccoli passeggeri.
“Gli eroi, a volte, hanno dodici anni e parlano due lingue - continua - e grazie a Rami, al suo coraggio, alla sua determinazione e alla sua lucidità, ha salvato sé stesso e altri cinquanta coetanei. Il suo caso - sottolinea - ci ricorda che è solo uno tra le migliaia di minori nati in Italia da cittadini stranieri a cui la mancata approvazione della legge sullo Ius Soli ha negato la cittadinanza italiana.
Ma la mancata strage di San Donato Milanese ci fa riflettere anche su questo: che sentirsi italiani e fare del bene al Paese in cui si è nati e cresciuti non dipende dal passaporto. E che le nuove generazioni - conclude - dimostrano di essere la vera speranza per un futuro migliore e meno violento”.
Esattamente un anno fa veniva ripresentata la proposta di legge sull'acqua pubblica alla Camera. Un testo che viene da lontano, figlio della legge d'iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e sottoscritta in centinaia di banchetti da oltre 400 mila cittadini.
La proposta di legge è stata finora presentata col sostegno di parlamentari di differenti forze politiche in 4 differenti legislature e in quella attuale ha come firmatari un ampio numero di eletti nel Movimento 5 Stelle. Una legge, il cui percorso in Commissione Ambiente è fermo da settimane, che temiamo stia per essere affossata sotto una valanga di oltre 230 emendamenti presentati da gruppi politici di maggioranza e opposizione. Contro l’acqua pubblica si è formato un unico grande fronte, su ispirazione delle multinazionali dell’acqua, che mette insieme Lega, Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli d’Italia, e in cui rischia di rientrare anche il M5S visto che diversi deputati hanno depositato emendamenti che puntano a stravolgere principi e impianto della legge. Fuori dalle aule parlamentari prosegue il massacro mediatico da parte dei maggiori organi di (dis)informazione, che disegnano uno scenario apocalittico nel caso in cui venisse approvata la legge. Scenari destituiti di ogni fondamento con cifre messe a caso, allo scopo di spaventare l’opinione pubblica e stravolgere la verità dei fatti, completamente smentiti dai dossier presentati dal Forum, anche in sedi istituzionali. Nonostante gli annunci, il percorso della legge sembra completamente arenato: la relazione chiesta al Governo ancora non è arrivata, fornendo un alibi perfetto a maggioranza e opposizione per non procedere all’esame della legge e l’approdo della discussione in aula alla Camera è slittato ancora una volta, dal 25 marzo a chissà quando.
Un cadenziamento orario delle corse sulla Como-Lecco per rendere la linea realmente appetibile e l’elettrificazione, anche graduale da Albate Camerlata, Cantù, Molteno, Lecco. Questi i punti centrali emersi dall’audizione tenutasi in Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera richiesta dal Pd, con il Comitato pendolari Como-Lecco in merito alle ricadute che il potenziamento e il rilancio della linea ferroviaria potrebbero comportare per il traffico transfrontaliero verso la Svizzera.
“La richiesta dell’audizione - spiegano i consiglieri regionali Angelo Orsenigo e Raffaele Straniero (Pd) - è giunta dal Comitato pendolari per illustrare le potenzialità della linea ferroviaria e per il miglioramento dei collegamenti fra Brianza e Canton Ticino. Di fatto, sta aumentando il numero di residenti nei comuni della Brianza lecchese e comasca che, occupati nella Svizzera italiana, ogni giorno si servono della ferrovia Lecco-Como per proseguire poi verso la Svizzera. E’ importante che il progetto sia condiviso a livello regionale e realizzato poi per gradi nella consapevolezza della sua importanza”.
Assieme alla risoluzione sul ‘Programma di lavoro della Commissione europea per l’anno 2019 e le politiche Ue di maggiore interesse per il tessuto socio-economico lombardo’, votata in I Commissione Bilancio del consiglio regionale, è stato approvato anche l’emendamento di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, sulla disoccupazione dei frontalieri.
“La mia richiesta impegna la Giunta regionale a manifestare al Parlamento e al Governo nazionali e alle istituzioni europee, la rilevanza per i nostri lavoratori frontalieri in Svizzera di una modifica del regolamento Ce in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, nel senso di prevedere la corresponsione del trattamento di disoccupazione previsto dall’ordinamento dello Stato di ultima occupazione, nel quale sono state pagate le trattenute per le prestazioni di sostegno al reddito, e di garantire l’applicazione di questa regola anche nei rapporti intercorrenti tra Stati membri dell’Unione europea e Confederazione svizzera”, spiega Orsenigo.
Il consigliere Pd ricorda che “i frontalieri lombardi godevano già di un regime di trattamento di disoccupazione finanziato dalla trattenuta mensile sul salario ricevuto dal datore di lavoro elvetico che veniva poi, in parte, trasferita all’Inps per il pagamento dell'indennità di disoccupazione speciale. Ma successivamente all’entrata in vigore dell’accordo sulla libera circolazione si applicano i regolamenti comunitari in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e, pertanto, il lavoratore ha diritto alle prestazioni di disoccupazione a carico dello Stato di residenza. Un passaggio particolarmente penalizzante per i nostri frontalieri. Perciò, la modifica che richiediamo, grazie al nostro emendamento, risponderebbe a maggiore equità e risulterebbe di beneficio nel caso avessero la sventura di perdere il lavoro”.
In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua da Como e dal suo Lago, luogo dell'acqua per eccellenza, e dal Palazzo Municipale di Crema (da un capo all'altro del problema) vogliamo lanciare la richiesta di una gestione integrata delle acque del bacino dell'Adda, dalla Valtellina al Lago, al Lodigiano, alla Bergamasca ed al Cremonese.
Non ci possiamo più permettere che interessi speculativi si approprino della risorsa idrica sottraendola alla disponibilità che deve essere garantita in primo luogo per l'approvvigionamento idropotabile, poi per gli usi irrigui ed agricoli e poi ancora per le attività idroelettriche, termoelettriche e industriali.
Conferenze stampa in contemporanea e in collegamento, per la presentazione di dati e notizie aggiornate sul tema.
VENERDI 22 MARZO 2019 h 12.00 - SALA STEMMI COMUNE DI COMO
Elisabetta Patelli , presidente onoraria dei Verdi della Lombardia e portavoce Verdi di Como
Gianni Del Pero Ex Presidente Consorzio dell'Adda e Consigliere regionale WWF Lombardia
SALA GALLERIA MUNICIPIO DI CREMA
Andrea Ladina , Consigliere federale Verdi e portavoce Verdi di Cremona
Oscar Stefanini Presidente Legambiente Altocremasco
Ing. Micheletti, Direttore del Consorzio Dunas , Adda-Serio
in collegamento telefonico con Stefano Loffi Direttore Consorzio Irrigazioni Cremonesi
Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua. Mari, laghi, fiumi, sorgenti, fontanili, acqua potabile che sgorga dai nostri rubinetti: è così presente nella nostra vita che diamo per scontato che ci sarà sempre, ma potrebbe non essere così. L’acqua dolce sul nostro pianeta rappresenta il 3% dell’acqua totale. Di questo 3% quasi il 70% è racchiuso nei ghiacciai. A disposizione di tutti gli esseri viventi ne resta quindi una quantità limitata. Nella realtà quotidiana non si tiene conto di questo dato di fatto: la risorsa idrica viene sovrasfruttata per utilizzi industriali, agricoli, energetici, per modi di produzione, alimentazione, mobilità e consumi che la sprecano e la inquinano, senza rispettare i suoi tempi e la sua capacità di rigenerazione.
L’ONU di recente ha di nuovo lanciato un monito: se già oggi 800 milioni di persone soffrono per la scarsità di acqua potabile, permanendo questo stile, entro dieci anni metà dell’umanità vivrà in condizioni di carenza d’acqua (noi compresi) o addirittura di mancanza. Oggi ci confrontiamo anche con il surriscaldamento globale e altri cambiamenti climatici che accelerano la crisi idrica e le sue conseguenze su ambiente e salute. La natura ci dice che occorre una radicale inversione. A partire dall’acqua, bene comune e diritto umano, che deve essere gestita in modo partecipato dalle comunità locali, protetta e sottratta al mercato e ai profitti. Pretendere la giustizia climatica vuol dire in primo luogo salvaguardare l’acqua. Comitato Acqua Pubblica.
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