VI COMMISSIONE
“AMBENTE E PROTEZIONE CIVILE”
Seduta del 20 febbraio 2019 Processo verbale n. 2/2019
Argomento n. 4 dell’o.d.g. PDL 31 - Modifiche alla legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 ‘Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche’
Presidente Riccardo PASE
Passiamo al punto successivo, la presentazione della PDL n. 31, modifiche del legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26. Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale, norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”. Francesca Ceruti è la relatrice, le chiedo di intervenire per fare la presentazione del punto.
Consigliere Francesca CERUTI
Questo progetto di legge, il n. 31, si pone un obiettivo molto importante, anche ambizioso, che è quello di tutelare la gestione efficiente del servizio idrico, da parte di quelli che sono degli enti virtuosi e lo fa introducendo modelli di gestione specifici e particolari. Nel dettaglio sono modelli di gestione a partecipazione totalmente pubblica e questo in virtù della questione relativa al referendum nazionale che si era tenuto nel 2011, che indirizzava sulla pubblicizzazione del servizio idrico. Questo progetto di legge è composto da tre articoli che vanno a modificare, come diceva prima il Presidente, la legge n. 26/2003. Nella sostanza le modifiche che vengono proposte in questo progetto di legge sono quelle degli articoli 47, 48 e 49 della legge regionale n. 26/2003. Li vado a evidenziare in modo analitico e spero anche sintetico. Per quanto riguarda la modifica dell’articolo 47 sono inserite una serie di lettere, di commi, dove sostanzialmente, nel primo punto, si prevede che venga sostituito l’articolo 47 al comma 1, introducendo la possibilità per la Giunta, sentiti i Comuni, di istituire degli Ambiti che vengano identificati diversamente da quelli che sono gli attuali Ambiti a livello provinciale. Andando quindi al di sotto di quella che è la identificazione provinciale degli attuali ATO. Si introduce poi un nuovo comma, sempre
all’articolo 47, dove è previsto che anche i Comuni abbaino la possibilità di individuare degli Ambiti, più piccoli e ridimensionati rispetto a quello provinciale, di proporli alla Giunta per la loro istituzione. La lettera c), in conseguenza delle lettere precedenti che abbiamo detto, quindi della facoltà per i Comuni e la Giunta di istituire dei nuovi Ambiti, identificati in modo diverso rispetto a quello provinciale, introduce il comma 1 ter, nel quale si definisce la tempistica entro cui la Giunta si deve esprimere, individuando in tre mesi il termine entro cui la Giunta dovrà dare il proprio parere sull’istituzione di Ambiti proposti dai Comuni. La lettera b) sostituirebbe l’articolo n. 48 nel comma 1 bis, riconducendo anche l’ufficio dell’Ambito della Città metropolitana di Milano alla disciplina generale prevista per gli ATO. La lettera e), in conseguenza sempre della lettera precedente che abbiamo visto propone l’abrogazione del comma 1 septies dell’articolo 48 che attualmente dispone in ordine alla composizione del consiglio d’amministrazione dell’ufficio d’Ambito della Città metropolitana di Milano. La lettera f) prevede l’abrogazione dell’articolo 48 al comma octies che attualmente stabilisce che l’ufficio d’Ambito della Città metropolitana di Milano operi nel rispetto del principio di unicità della gestione, quindi come vedete sono tutti commi a ricaduta rispetto, ovviamente, alla modifica che viene fatta all’ufficio d’Ambito della Città metropolitana di Milano. La lettera g), prevede la sostituzione dell’articolo 49, al comma 1, introducendo, in riferito ai nuovi ATO, eventualmente istituiti ai sensi dell’articolo 47, che il gestione unico per ogni ATO sia totalmente pubblico, senza possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati. L’articolo 2 va poi a prevedere che la Giunta definisca, anche in questo caso, i nuovi ATO entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge e l’articolo 3 contiene una semplice norma finanziaria che va a stabilire che il progetto di legge non prevede nessun impegno finanziario a carico del bilancio regionale. Tre articoli, credo di averne dato una sintesi abbastanza chiara, che in realtà vanno a modificare non di poco l’assetto attuale degli ATO. Come relatore ho letto, immagino anche voi, quella che è la relazione tecnica che è stata presentata dagli uffici, che voglio ringraziare per il supporto che hanno dato nella redazione non solo di quella che è la scheda tecnica, ma anche della possibilità di confronto che c’è stata, per cercare di capire la bontà di questo progetto di legge da un lato, ma anche di capirne la possibilità di poterlo portare avanti. Quando si propone un progetto di legge oltre a contenere dei principi che possono essere più o meno condivisibili, deve essere anche sostenibile, soprattutto da un punto di vista giuridico. Vado immediatamente a evidenziare quelle che sono le due note che risultano dalla scheda tecnica e che, effettivamente, lasciano molto perplessi. Una è quella che riguarda la questione legata al fatto che i nuovi ATO potrebbero essere definiti con delle delimitazioni inferiori a quelle provinciali e qui sappiamo che il limite di questa proposta è data dal fatto che la normativa dice che c’è una possibilità di andare a delimitare degli ambiti che siano inferiori e non corrispondenti a quelli dei confini amministrativi provinciali, però si deve trattare di andare a individuarli caso per caso, con delle motivazioni. Questo non è individuato dall’articolo e quantomeno bisognerebbe trovare il modo di andare a fare una specifica migliore. L’altra criticità di questo PDL è data dall’articolo che prevede di eliminare completamente quelle che sono delle possibilità di partecipazione che non siano pubbliche. Oggi sappiamo che c’è la possibilità di un affidamento in house, di una gara mista, piuttosto che di una gara pubblica e, invece, con l’articolo che prevede questo progetto di legge ci sarebbe la previsione dell’unica soluzione della partecipazione pubblica. Questo lo sento proprio come un limite giuridico, come vi dicevo prima, perché si va in contrasto con un decreto legislativo statale che non esclude la possibilità che le ATO siano anche identificate mediante una gara pubblica, piuttosto che partecipazione mista. Farei una proposta al Presidente, questo per tutelare tutti i componenti della Commissione, tutelare la Commissione stessa, che è quella di andare a fare una richiesta di parere legislativo che ci possa supportare in queste criticità che sono state oggettivamente evidenziate e che ci sono. Non possiamo oggi nasconderci o comunque cercare di dare delle interpretazioni della giurisprudenza che ci fa ritenere che se dovessimo far portare avanti, o comunque approvare un progetto di legge in questi termini, molto probabilmente sarebbe immediatamente aggredibile, quindi oggetto di ricorso. Chiedo a lei, Presidente, se sia possibile chiedere un parere legislativo in modo da dare la possibilità poi alla Commissione di prendere una decisione nel modo più sereno e corretto possibile.
Presidente Riccardo PASE
Secondo il mio punto di vista è assolutamente condivisibile la richiesta della Consigliera Ceruti, quindi in qualche maniera potremo anche chiedere prima il parere, dopodiché fare gli approfondimenti rispetto al punto, anche alla luce del parere. Mi sembra che forse ha più senso piuttosto che aprire una discussione generale adesso. Questa è la mia valutazione. Non voglio mettere a tacere nessuno, però mi sembra abbastanza logico, così avremo degli elementi, sennò adesso parliamo di cose senza avere gli elementi oggettivi.
Consigliere Massimo DE ROSA
Volevo dire due battute velocissime, sulla questione del perimetro degli ATO effettivamente è una richiesta proprio che deriva dall’essere più efficaci, efficienti, perché se ci basiamo sul bacino idrografico probabilmente riusciamo a gestire meglio tutto il servizio. Sulla questione della partecipazione pubblico-privato nella gestione dell’acqua, conveniamo nella difficoltà di conciliare con la norma, perché andava in direzione opposta, anzi dava questa opportunità ma non solo. La questione era di cercare di avvicinarsi al referendum che c’era stato e con cui i cittadini avevano scelto non tutto, come si è sempre pubblicizzato, l’acqua pubblica, ma il fatto che fosse pubblico il servizio idrico integrato e questo perché ci sono difficoltà di accesso alle informazioni, questo perché quando mi entra un privato, una Spa a gestirmi un servizio, vuole fare business e quindi da qualche parte poi dei soldi escono e non vanno a finire nel servizio. Spesso anche quando sono società interamente pubbliche comunque i fondi vengono reinvestiti in azioni di propaganda o di comunicazione che spesso non sono tanto funzionali al servizio idrico, ma alla politica che ha deciso chi stava in quel servizio idrico a gestirlo. Era giusto per sottolineare questi passaggi, il perché. Dopodiché sottolineo, proprio nell’ottica di fare un’analisi anche giuridica della possibilità di proseguire, a marzo dovrebbe arrivare in parlamento la discussione sulla legge nazionale. Butto lì per ragionare tra di noi, capire quale sia la via migliore, se vale la pena di far fare uno studio che poi, magari, tra qualche mese, è da rifare completamente perché abbiamo cambiato la normativa nazionale. Non ho una risposta, attenzione, stavo solo ponendo questo problema, perché potremmo trovarci a discutere su delle normative che poi sono state cambiate a livello nazionale.
Presidente Riccardo PASE
Prego, Consigliera Forattini.
Consigliere Antonella FORATTINI
Ritengo che quanto detto dalla Consigliera Ceruti vada preso in considerazione, anche se mi viene da dire nella intranet abbiamo già avuto modo di prendere visione del parere dell’ufficio legislativo, quindi di ribadire un po’ quello che la Consigliera diceva. Vorrei aggiungere, rispetto a quanto detto dal Consigliere De Rosa, che c’è in ballo un PDL, il PDL Daga dell’onorevole del Movimento 5 Stelle, che dovrebbe essere discusso alla Camera a marzo, ma poi dovrà seguire tutto l’iter parlamentare, pertanto mi sento di dire che non vale assolutamente la pena di perdere tempo nel lavorare su una proposta che potrebbe andare nettamente in controtendenza rispetto a quello che decideranno a Roma, se mai decideranno e, per quanto mi riguarda, spero che non decideranno mai.
Presidente Riccardo PASE
Prego, Consigliere Franco.
Consigliere Paolo FRANCO
Condivido le dichiarazioni delle colleghe. Al di là della questione, nello specifico ritengo sia sul tema nazionale, che esiste in campo, che ha visto anche le audizioni, io ho fatto parte di una delle audizioni, essendo rappresentante di un gestore idrico, dove c’è stata la presa d’atto anche del presentatore della proposta di legge, di come il tema del in house, per esempio, quindi degli Ambiti territoriali ottimali, vada già ampiamente nella direzione di quel che era stato quel referendum, perché di fatto esistono, in Lombardia, quasi in tutte le province, rispetto agli Ambiti territoriali, già l’identificazione del gestore, ne mancano pochissimi e in quella direzione, attenzione che il tema di eventuali modifiche, come in questa proposta, oltre al tema nazionale, va anche nella direzione non solo normativa, ma anche del rendere – il parere legale degli uffici non l’ho letto e chiedo scusa, però è materia di cui, in qualche modo, me ne intendo – e il tema è legato anche alla tariffazione, quindi al tema della RERA e al tema dell’identificazione del mantenimento degli Ambiti dei gestori, è fondamentale, prima ancora di andare sul tema dei confini. Anche perché, molte volte, rilancio sia in commissione, sia di farsi carico il Presidente, nel sensibilizzare gli uffici, abbiamo ancora, dentro questi Ambiti territoriali ottimali i paesi sotto i 1000 abitanti che non rientrano assolutamente nelle esclusioni di adesione al servizio del gestore idrico che vanno sollecitati, prima ancora di cambiare i confini, perché molte volte poi nasce la necessità di andare a riperimetrare, proprio per situazioni di questo tipo e non che prendono in considerazione il tema dell’acqua bene pubblico. Già ad oggi, di fatto, è completamente pubblica per quanto riguarda moltissime province dov’è stato identificato l’Ambito territoriale ottimale, perché sono state identificati. Le province dove non c’è questo è perché non hanno ancora avanzato l’identificazione del gestore, però noi a oggi abbiamo comunque pubblico. Anch’io mi auguro che sul tema nazionale, anche perché siamo stati molto chiari, espliciti, sia come gruppo di gestori idrici in house, sia anche politicamente, rispetto a dei temi che devono essere chiari. Da quel referendum è passata tanta acqua, mi verrebbe da dire, nelle case nei cittadini. Dobbiamo ben differenziare il tema di chi già a oggi è completamente pubblico. Questa è la verità. Se nell’immaginario collettivo pensiamo che esistano delle società dove c’è il privato o il quotato in borsa, ma in parte privato o meno, è un ragionamento. Laddove oggi, nei territori che amministriamo, abbiamo il gestore pubblico, dove la società è completamente pubblica, partecipata dai Comuni e al massimo dalla Provincia, che è un altro ente pubblico, questo tema di registrare non si pone. Se devo andare a cambiare i confini di un Ambito territoriale ottimale, semplicemente per escludere delle amministrazioni che non vogliono essere parte di questa normativa, è un tema che non possiamo ritagliare ad hoc in una proposta. Ribadisco che l’acqua è un bene pubblico, è tutelata tutti quanti i giorni nelle nostre amministrazioni. Secondo me si è perso qualche pezzo di storia da quel referendum a cosa già esisteva e l’evoluzione fatta sul territorio. Mi interfaccio quotidianamente con i presidenti delle società, Brescia è arrivata ieri o l’altro ieri come identificazione del gestore e anche lì hanno fatto un ragionamento di identificazione del gestore. È pubblico. In altri territori nazionali, signori miei, vi do atto, io faccio parte della giunta di Utilitalia dove abbiamo l’in house e il non in house, ma per quanto riguarda Regione Lombardia il tema è molto chiaro e addirittura il ragionamento è anche quello della tariffa, perché l’Ambito territoriale ottimale è l’ambito in cui viene definita la tariffa. C’è un’autorità superiore che è la RERA, la quale va nella direzione di determinazione il prezzo. Deve essere chiaro ai cittadini. Chiedo l’aiuto anche agli amici del Movimento 5 Stelle, che molte volte su questa cosa qua hanno anche aiutato a porre il tema di concerto, ma nei nostri territori, nelle nostre realtà ed anche in altre, non dico in tutte, esiste un tema molto chiaro: queste sono società che sono finanziate completamente dall’attività della tariffa. Due anni dopo che hanno fatto i loro investimenti, quindi è la garanzia che non viene chiesto prima un qualcosa rispetto a un non fatto e che sono determinate unicamente dal poter mettere nella bollettazione dei cittadini, quella cifra che dipende da una serie di passaggi, che non sono i CdA di quelle società che determinano il prezzo, ma è la Conferenza d’ambito, dove fanno parte tutti i Comuni, la Provincia e poi è sottoposto a un ente, la RERA, che dice “Siccome in questi due anni avete lavorato in questo modo, investimenti, erogato, fatto, risparmiato energia”, sono 16 i parametri che garantiscono al cittadino che non venga chiesto un soldo in più o in meno. Attenzione, chiedono a queste società lo sforzo economico di anticipare due anni, investimenti per infrazioni europee, che molte volte, per quanto riguarda Regione Lombardia, sono 800-900 milioni di euro nei prossimi cinque anni, le cui ricadute si avranno proprio sul bene comune, su tutti quelli che sono i cittadini, senza entrare nel merito di cambiare un ambito. Cambia solo un territorio, cambia solo una cosa, tutto questo sistema di anticipo viene meno.
Presidente Riccardo PASE
Vedo con quanta passione il Consigliere Franco interviene, sembra quasi che la conosca bene la materia. Prego, Consigliere De Rosa.
Consigliere Massimo DE ROSA
Velocissimo. Stabilito che abbiamo quasi tutto pubblico in Regione Lombardia, a questo punto abbiamo la strada spianata per portare avanti la proposta di legge. Senza dover aspettare. Volevo ribadire, rispetto alla Consigliera Forattini, assolutamente non abbiamo detto di lasciar pendere, mettiamo i puntini sulle “i”. Stiamo dicendo di vedere come ci possiamo muovere e cerchiamo di fare il meglio che si può fare, in Lombardia, con la situazione attuale. Sappiamo benissimo che la normativa a livello nazionale è in modificazione e lo è con le premesse, un testo iniziale che va in questa direzione, forse anche più spinto. Poi si vedrà cosa verrà fuori. È chiaro che ci sarà una mediazione, ci sarà un lavoro in Aula, giustamente la democrazia è questa. Partiamo dal presupposto che in Lombardia abbiamo già certe caratteristiche e nessuno di noi vuole fare di tutta l’erba un fascio. Tendo a parlare a livello nazionale perché sono abituato così e quindi non facevo riferimento solo al caso lombardo, dove ci sono tante eccellenze nella gestione delle acque. Se iniziamo a mettere mano a questo settore sicuramente possiamo trarne beneficio e magari essere anche trainanti rispetto alla riforma a livello nazionale.
Presidente Riccardo PASE
Facendo un po’ di sintesi. Da quanto ho capito, Consigliere De Rosa, l’obiettivo che si pone il Governo, comunque una parte del Governo, è presentare una proposta che modifichi l’attuale legislazione. Però voi avete chiesto e su questo voglio un po’ capire, che venga trattato con urgenza questo PDL alla Conferenza dei capigruppo e quindi noi, in qualche maniera, ne abbiamo preso atto e lo stiamo trattando con urgenza. Avrebbe avuto una logica aspettare, se il percorso era questo, un momento migliore, quando le normative sono nuove, perché anch’io ho dei forti dubbi come la Consigliera Ceruti e non solo, che forse questo testo è incompatibile con le leggi, e che quindi ci serva e sia necessario un parere dell’ufficio legislativo, che non è la scheda tecnica allegata, una scheda di accompagnamento, ma proprio un parere giuridico specifico. A meno che il Movimento 5 Stelle non decida di ritirarlo. Non mi sento di sospendere il PDL, perché è stato chiesto con urgenza, quindi non mi assumo questa responsabilità. Se il Movimento 5 Stelle decide di ritirarlo e di ripresentarlo a seguito dell’eventuale modifica del testo nazionale ha un senso, sennò procederei a chiedere un parere legale e a questo punto facciamo questo percorso. Anzi, credo che dovrebbe farla il primo firmatario la richiesta di ritiro, che non è presente. Sono comunque per chiedere il parere legale e questo è un passaggio. Se nel frattempo, prima di arrivare al parere legale, decidete di ritirarlo, per poi ripresentarlo in un secondo momento, alla luce di una nuova normativa nazionale, ci mancherebbe, è legittimo.
Consigliere Massimo DE ROSA
Sappiamo tutti che una norma a livello nazionale può iniziare l’iter oggi e non finirlo nel 2060. Se aspettiamo un nazionale rischiamo di non fare nulla. Meglio avere un parere, eventualmente si
modifica la norma, perché non si parte con un testo e si arriva con quello, sennò sarebbe troppo facile e cerchiamo di capire dove possiamo arrivare o meno.
Presidente Riccardo PASE
Perfetto, procediamo allora con il parere legale. Voglio anche fare i complimenti all’entusiasmo con cui il Consigliere Franco ha parlato delle eccellenze in Lombardia, del sistema delle acque.
Consigliere Paolo FRANCO
Chiedo scusa, ma il tema vero, non voglio essere ripetitivo, è che sono già pubbliche.
Presidente Riccardo PASE
Era un complimento pubblico rispetto alla passione con cui hai descritto una realtà lombarda che è una eccellenza. Fa piacere in Lombardia, sotto questo profilo, siamo già avanti. Grazie, dichiaro chiusa la seduta. Mi raccomando, firmate tutti.
A questo punto della seduta, non essendovi altri argomenti da trattare, il Presidente PASE ringrazia tutti gli intervenuti e chiude i lavori alle ore 17.05.