La Regione Lombardia, con deliberazione di Giunta dello scorso 30 Gennaio, ha proceduto ad una classificazione dei pazienti cronici in cinque livelli di bisogno ed ha deciso che la presa in carico esclusiva del loro percorso di cura sia effettuata da parte di “soggetti gestori”, pubblici ma anche privati accreditati, selezionati dalle ATS (Agenzia per la Tutela della salute) già entro il prossimo mese di Giugno.
La stessa deliberazione riserva però ad atti successivi ogni definizione sia dei requisiti d’idoneità dei Gestori, sia delle caratteristiche e dotazioni dei loro Centri Servizi, relegando inoltre i Medici di Medicina Generale ad un ruolo marginale e poco definito, non solo nella cura del paziente cronico, ma anche nella preliminare definizione del suo Piano di Assistenza Individuale.
Nessun cenno invece - sempre da parte della Regione - alle modalità di costituzione dei PreSST, quei Presidi Sociosanitari Territoriali che la riforma regionale avrebbe dovuto mettere al centro dell’integrazione socio-sanitaria. Nel Piano Organizzativo Strategico (POAS), in attesa di approvazione regionale ormai da Ottobre 2016, l’ASST Lariana, si limita ad ipotizzarli sul territorio senza però alcuna progettazione organizzativa, dichiarandosi in attesa delle ulteriori indicazioni regionali in merito alle loro modalità costitutive.
La Cittadella della Salute di Via Napoleona, in stretto collegamento con le Cure Primarie erogate dai Medici di Medicina Generale e con i Servizi sociali dei Comuni, avrebbe dovuto in breve tempo prendere in carico, in un luogo fisico riconoscibile ed accessibile, la persona e il complesso delle sue fragilità. Invece la sua realizzazione non è ancora scontata e l’ASST si è limitata sinora ad un mero “trasloco” di alcune attività territoriali dell’ex ASL.
In questo scenario, il Comitato Cittadella della Salute esprime forte preoccupazione per il ruolo che l’ASST Lariana potrà giocare, nel prossimo futuro, con la propria Rete Territoriale in quella che si è ormai delineata come la partita fondamentale della salute pubblica.
Partita che, ostacolato di fatto lo sviluppo del progetto della Cittadella, rischia di consegnare, nel nostro territorio, al privato accreditato, notoriamente più agile nei riposizionamenti sul “mercato” sanitario, il monopolio nella gestione della più importante fascia di utenza, quella che trarrebbe invece il maggior beneficio solo da una vera integrazione dei servizi pubblici, sanitari, socio-sanitari, sociali e previdenziali.
Questa integrazione può essere anche l’ultima carta da giocare per delineare il futuro dell’area dell’ex Ospedale Sant’Anna che, non trovando acquirenti per la parte da privatizzare, può solo puntare sul volano di una Cittadella dei servizi pubblici.
Così il circolo cittadino e la federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista esprimono la loro contrarietà alla decisione dell’Amministrazione comunale di revocare i permessi per i disabili nelle aree pedonali del centro città.«Non si può non essere d’accordo sull’esigenza di pedonalizzare alcune aree della città, come pure sulla considerazione che 2500 permessi avrebbero messo in questione l’intera misura. Tuttavia, in una città in cui il 25% della popolazione è anziano e in cui intere fasce di popolazione hanno notevoli difficoltà a muoversi celermente a piedi, la scelta dell’Amministrazione rischia di rendere intere aree della città inaccessibili.Vi è una evidente necessità – proseguono il segretario cittadino Stefano Rognoni e il responsabile provinciale organizzativo Fabrizio Baggi - di effettuare maggiori controlli sulla concessione dei pass per disabili, anche al fine di evitare che tali permessi vengano utilizzati da loro famigliari al solo scopo di accedere con la vettura in zone altrimenti vietate. Ma penalizzare tutti per l’incapacità di far rispettare le norme del vivere civile è un’opzione inaccettabile oltre che una violazione di leggi nazionali» Come ha ricordato infatti Ledha Como la convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità è stata recepita dalla normativa italiana nel 2009.Il partito accusa quindi il Comune di non operare la necessaria inclusione nel prendere le proprie decisioni: «Crediamo che l’Amministrazione dovrebbe operare maggiore coinvolgimento delle realtà presenti in città anziché procedere in maniera arbitraria per portare a compimento misure spot che si trasformano in boomerang.Come Partito della Rifondazione Comunista – dichiarano Fabrizio Baggi e Stefano Rognoni– siamo impegnati nella costruzione di un’alternativa per la città che porti la Prossima Como ad essere inclusiva e a operare per la tutela delle fasce più deboli della società che ad oggi sono completamente inascoltate».
Continuare a diffondere la grazia, questa è l'unica risposta possibile alla barbarie.
Anche il Teatro Sociale di Como, da sempre molto sensibile ai temi sociali, ha dato il suo contributo a 'One Billion Rising', la campagna di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza su donne e bambine. Nella suggestiva cornice del teatro comasco, oltre 100 bambine e ragazze della Scuola di Danza Classica del Teatro Sociale di Como, diretta da Simonetta Manara Schiavetti e della Scuola di Danza Contemporanea, diretta da Arianna Bracciali, danzano affacciate ai palchi storici.
Un segno importante che arriva dal tempio dell'arte e della bellezza.
La rete di persone e soggetti politici La prossima Como ha avviato una fase di ascolto e di confronto sui grandi temi e sul futuro della città di Como. Nel primo incontro dell’11 novembre, introdotto da Fabio Cani, abbiamo chiesto a 17 personalità della città di esprimere liberamente idee e proposte da condividere sulla prossima Como. Nel secondo incontro dello scorso 4 febbraio dal titolo Capire la città, introdotto dagli interventi di Fabio Cani, Paolo Sinigaglia, Marco Lorenzini, il lavoro si è svolto in gruppi tematici con un conduttore che ha agevolato il confronto e che ha prodotto un documento di sintesi. I gruppi di lavoro sono stati quattro: EcoLab (condotto da Alberto Bracchi) per discutere di quartieri di cintura, di urbanistica partecipata, di rigenerazione urbana; Social (condotto da Manuela Serrentino) per discutere di qualità della vita, di come i diversi soggetti della città sono messi nella condizione di muoversi, di incontrarsi, di curarsi, di partecipare; Kultur (condotto da Gianfranco Giudice) per discutere di cultura, di scuola e di università a partire dal punto di vista dei giovani; EcoLab (condotto da Simona Benedetti) per discutere di economia, lavoro e ambiente a partire dalle narrazioni e dai dati statistici.
Metodo di lavoro.
I quattro gruppi di lavoro non sono stati impostati per offrire un taglio istituzionale, né un taglio teorico, né un suggerimento programmatico, sono una lettura delle tematiche, a partire dai soggetti reali che le vivono. Gli obiettivi sono stati quelli di condividere informazioni, raccogliere bisogni, discutere temi comuni, confrontarsi sulle prospettive. Una persona ha condotto i lavori con il compito di presentare il taglio, i temi e il modo per discuterli, tenere i tempi del confronto, fare una sintesi per punti da presentare a tutta l’assemblea in plenaria, raccogliere i riferimenti personali. I temi sono stati affrontati attraverso parole-chiave (modo per discutere il tema), categorie in grado di essere sufficientemente ampie e trasversali al fine di favorire il confronto e la sintesi. Le prime parole chiave suggerite sono state le seguenti:
Inclusione – per garantirla servono pratiche in grado di favorire accessibilità (abbattimento barriere architettoniche, di lingua, di genere e di età) coesione sociale (rinforzare i legami di comunità, il dialogo tra le diversità); lavoro (per la dignità della persona, per il senso di prospettiva e di futuro); partecipazione (azioni di cittadinanza, costruzione collettiva delle idee, servono cittadini non individui, che spesso vengono immaginati solo negli spazi privati), diritti certi, difesi e promossi (perché il welfare non è assistenza, ma garanzia dei diritti sociali); una sfera pubblica più ampia e forte (lo spazio pubblico è una garanzia democratica, è il luogo del nulla da vendere, delle relazioni tra pari, del fine collettivo); sicurezza sociale e individuale
Como, 11/02/2017 - Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Como, hanno scelto i portavoce per la certificazione della lista del MoVimento 5 Stelle alle amministrative del Comune di Como del 2017.
La lista appoggerà Fabio Aleotti, candidato Sindaco indicato e scelto dal 52,94% dei votanti
Nella giornata di sabato 11 febbraio, dopo numerosi dibattiti fra tutti i candidati e gli attivisti, nei vari tavoli di lavoro, sono stati espressi 258 voti che hanno portato alla proposta di candidatura di Fabio Aleotti a portavoce sindaco.
Gli attivisti e i componenti della lista, dopo la consegna della documentazione necessaria, attenderanno la certificazione della lista per poter concorrere alle amministrative 2017 per il Comune di Como con il simbolo del Movimento 5 Stelle.
PUSIANO/ROGENO - “Meno infrastrutture per il turismo, più tutela ambientale”. E’ questa la reiterata richiesta delle nostre due associazioni ambientaliste a fronte delle ultime notizie che vedono per protagonista le sorti del lago di Pusiano.
Nelle ultime settimane si è letto sulla stampa di nuovi protocolli e progetti per la promozione turistica del lago di Pusiano, come ad esempio dell’“ennesimo piano di rilancio turistico per il territorio erbese” cioè il progetto “cultura e natura per un turismo sostenibile”. Questo piano è stato criticato da alcuni membri che aderiscono a “Green Lands”. A loro volta questi progetti si sovrappongono alla “Conferenza Permanente del lago” composta dai sette comuni rivieraschi, dal Parco Valle Lambro e dall’Autorità di Bacino del Lario e Laghi Minori. Il tutto assomiglia a un “assalto” ai finanziamenti, dove gli stessi enti si ritrovano paradossalmente in progetti diversi e in competizione tra loro.
Si è discusso anche di alcune nuove opere che interessano il lago, come ad esempio i nuovi lavori al pontile di attracco a Casletto di Rogeno, che ha comportato addirittura il dragaggio del fondo del lago!
E poi ancora si parla di un progetto in località Comarcia, che prevede interventi di recupero ambientale, realizzazione di strutture per la fruizione e per lo sviluppo e la ricerca ittica.
E infine a proposito del Lido di Moiana, leggiamo che “qui ci sarà una spiaggia dove prendere il sole, poi canoe, pedalò e tutti i servizi legati al lago”.
Tutto questo senza dimenticare la pessima vicenda ancora aperta della Casa dei Pescatori a Pusiano, o le “battaglie navali” dell’anno scorso, o le piattaforme galleggianti, le 28 postazioni di pesca con alcune di esse in zona di tutela faunistica.
Le nostre associazioni sono allarmate da questi nuovi progetti. Secondo noi la priorità per il lago di Pusiano NON è lo sviluppo turistico, bensì la TUTELA AMBIENTALE. Infatti il lago di Pusiano, piaccia o non piaccia, è un’area naturalistica protetta (SIC, ovvero Sito di Importanza Comunitaria), la cui missione principale è la tutela delle risorse naturali e non la vendita di servizi turistici come, purtroppo, pare stia avvenendo. Un SIC è un’area tutelata da direttive comunitarie e nasce per il mantenimento della biodiversità.
Il Piano di Gestione del SIC, redatto dal Parco Valle Lambro, ha individuato due zone speciali di tutela faunistica che corrispondono alle aree di canneto in località Comarcia e al Cavo Diotti, zone che saranno interessate dalle nuove attività turistiche.
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