Il Teatro Sociale di Como è ufficialmente registrato come esercente a 18 APP, il sito del Ministero per il Bonus Cultura ai neo 18enni, con cui vengono stanziati 500,00 € ai ragazzi nati nel 1998.
Il Bonus Cultura è un’iniziativa a cura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicato a promuovere la cultura.
Il programma, destinato a chi compie 18 anni nel 2016, permette loro di ottenere 500€ da spendere in cinema, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza.
I ragazzi hanno tempo fino al 31 gennaio 2017 per registrarsi al Bonus Cultura e fino al 31 dicembre 2017 per spendere il bonus.
Nella pratica, presentandosi presso la Biglietteria del Teatro Sociale di Como, i ragazzi dovranno avere con sé il buono stampato che la Biglietteria provvederà a ritirare e sostituire con il titolo d’ingresso dello spettacolo scelto.
COME SPENDERE IL BONUS CULTURA?
I 18enni possono accedere a 18app con la loro identità digitale (SPID) e inizia a creare buoni fino a €500. Basta verificare subito il prezzo dei biglietti per gli eventi e gli spettacoli che si desidera acquistare e generare un buono di pari importo.
Si potrà salvare il buono sul proprio smartphone o stamparlo e utilizzarlo per acquistare libri e biglietti per cinema, concerti, teatro etc. presso gli esercenti fisici e online aderenti all’iniziativa.
Per tutte le informazioni visita il sito del Ministero www.18app.it
Nell’ambito delle attività di educazione alimentare promosse dal settore Ristorazione Scolastica del Comune di Como, nelle prossime settimane prenderà il via “Portami a casa con te!” un’iniziativa di sensibilizzazione contro lo spreco del cibo. Il progetto, che nasce anche su proposta del consiglio comunale, è stato messo a punto in collaborazione con il settore Ambiente, Aprica e Legambiente Onlus. I protagonisti della campagna antispreco sono i bambini delle scuole primarie (classi terze, quarte e quinte), i loro genitori e gli insegnanti e un sacchetto, riutilizzabile e riciclabile, dentro il quale saranno riposti gli alimenti non consumati a scuola come pane, prodotti da forno e frutta. Un semplice gesto, quello del recupero, che rappresenta un momento utile per comunicare il valore del cibo e riflettere sulle dinamiche legate alla produzione e alla disponibilità di cibo e ai suoi significati economici, sociali e culturali. Buttare il cibo significa, infatti, buttare nella spazzatura anche la terra, l’acqua, l’energia che ci sono volute per coltivare le materie prime, raccoglierle, trasformarle, cucinarle. La possibilità di portare a casa parte del pasto non consumato, diventa così una “buona pratica” di riciclo e nello stesso tempo rappresenta un-occasione per riutilizzare e cucinare insieme nuove ricette con il cibo avanzato.
Il sacchetto è realizzato con materiali certificati per il contatto con gli alimenti; è riutilizzabile e riciclabile; è termico e lo si può lavare con acqua.
Nel sacchetto i bambini porteranno a casa frutta, pane e i prodotti da forno che non saranno stati consumati a scuola durante il pasto in mensa.
Nell’iniziativa saranno coinvolti gli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle scuole Primarie dove il servizio di ristorazione scolastica è gestito dal Comune di Como.
Como, 17 gennaio 2016 - Venerdì si andrà a costituire il consiglio sindacale interregionale (CSIR) fra Lombardia-Piemonte e Ticino, il secondo più grande in Europa, cui faranno parte i sindacati confederali italiani di Lombardia e Piemonte e i sindacati ticinesi.
I CSIR sono organismi di emanazione della CES (Confederazione Europea Sindacale), e sono riconosciuti dai trattati dell'UE.
Hanno compiti di rappresentanza sindacale unitaria dei lavoratori frontalieri nei confronti delle Istituzioni ai vari livelli sia italiane che svizzere.
All'incontro con i giornalisti sarà presente il nuovo presidente del Csir. Sarà l'occasione per discutere e rispondere alle domande sugli argomenti di stringente attualità circa i rapporti fra i due territori.
Como, 13 gennaio 2016 – I dati pubblicati nei giorni scorsi sui fallimenti del 2016 afferenti il Tribunale di Como e che segnano un incremento del 13%, non fanno che confermare la durezza della fase economica che oramai da molti anni, stiamo attraversando. «I timidi segnali di ripresa, sempre per la verità annunciati con un po’ di pudore da chi teme di essere smentito il giorno dopo, non trovano riscontro nella prassi del sistema d’impresa; almeno in una sua parte – commenta Giuseppe Augurusa, responsabile Uvl Cgil -. Negli anni della crisi abbiamo più volte definito questi tempi difficili come la fase del "cambio del paradigma" del sistema produttivo, dall’esito incerto: una lunga transizione destinata a cambiare i modi della produzione, la distribuzione del valore lungo la filiera produttiva, la selezione “naturale” tra e nei comparti, che avrebbe inevitabilmente lasciato sul campo morti e feriti. Una profezia facilmente prevedibile solo osservando il sistema pre crisi: una miriade di piccole imprese, sotto capitalizzate, con filiere corte, spesso solo su base regionale. Un vasto apparato di conto terzismo, spesso mono committente senza alcun potere contrattuale con la grande impresa, al tempo stesso cliente e “padrone”. Interi settori che lavorano solo sul mercato di consumi interni, com’è noto al collasso. Assenza di governance strategica dell’impresa acuita, senza voler generalizzare, dai non sempre felici passaggi generazionali (c’è il nonno che fonda, il padre che sviluppa, il figlio che dilapida). Un volume di impegni bancari che finanziano prioritariamente l’indebitamento anziché lo sviluppo, finendo per trasformare le opportunità dei prestiti nel cappio al collo dei debiti. In questo quadro, poco confortante, che ovviamente ha molte lodevoli eccezioni soprattutto tra coloro che lavorano sui mercati esteri, l’incremento dei fallimenti registrati nel distretto comasco è con tutta probabilità , da ascriversi ai molti nodi citati che inevitabilmente vengono al pettine e non rappresentano necessariamente l’andamento della crisi».
Riuscitissima la manifestazione di questa mattina a Firenze dei lavoratori del settore tessile-abbigliamento (420mila addetti) e del calzaturiero (80mila addetti) per il rinnovo dei contratti nazionali, scaduti entrambi il 31 marzo 2016, organizzata dalle sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil insieme allo sciopero di otto ore, la cui partecipazione si è attestata attorno all'80%.
"Non è un caso se abbiamo deciso di venire a manifestare a Firenze e nel corso di una delle più importanti rassegne di moda (Pitti Uomo ndr), perché se si fanno profitti, allora è giusto che si garantiscano anche diritti e salari". Così i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani dal palco di Piazza dell'Unità, dove si è concluso il corteo cui hanno partecipato più di 5mila lavoratori venuti da tutt'Italia. "Non siamo disposti ad accettare un contratto a costo zero, così come non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno” hanno incalzato. “Chiediamo un contratto dignitoso che difenda diritti e salario, insomma un contratto normale – hanno concluso - , ma le posizioni oltranziste di SMI e la retromarcia inaspettata di Assocalzaturifici sono inaccettabili".
Firenze, 13 gennaio 2017
La Commissione regionale Ambiente ha approvato una risoluzione del M5S Lombardia sulla rete di teleriscaldamento dell'inceneritore di Silea a Valmadrera (Lecco) .
La risoluzione, approvata all'unanimità, prevede l'attivazione di un tavolo tecnico di lavoro con la Direzione Generale Competente di Regione Lombardia e la ditta Silea S.p.A, al fine di tenere costantemente monitorato l'iter della prescrizione della realizzazione della rete di teleriscaldamento legata all'inceneritore di Valmadrera con particolare riferimento all'esito dell'effettuazione a) dell'indagine epidemiologica attualmente in corso sugli impatti sulla salute generati dall’impianto, b) della ricognizione degli impianti di riscaldamento domestico che verrebbero sostituiti dalla rete di teleriscaldamento, c) del confronto di carattere quantitativo e qualitativo – a parità di calore generato – tra la stima delle emissioni delle caldaie esistenti che verrebbero sostituite e quelle dell'impianto di incenerimento e d) dell'analisi delle aree territoriali di ricaduta degli inquinanti presenti nelle emissioni dell'inceneritore al fine di verificare se queste coincidano con le aree che godrebbero del miglioramento ambientale dovuto alla sostituzione degli impianti di riscaldamento domestico con il teleriscaldamento. La risoluzione dovrà ora essere sottoposta ad approvazione anche da parte del Consiglio regionale nelle prossime settimane.
Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del M5S Lombardia e primo firmatario della risoluzione, dichiara: “Eravamo partiti, mesi fa, con un testo molto più duro che chiedeva di togliere la prescrizione di Regione Lombardia relativa alla realizzazione della rete di teleriscaldamento, in modo da lasciare la piena libertà ai comuni soci dell'impianto di decidere se procedere o meno con la realizzazione della rete. Le grosse reti di teleriscaldamento non ci piacciano, in quanto le consideriamo ormai obsolete dato che è molto meglio investire le risorse pubbliche nell'efficientamento energetico degli edifici, piuttosto che bruciare rifiuti - che arrivano da chissà dove - per riscaldare le case. Inoltre questi impianti rappresentano oggettivamente un freno alla possibilità di dismettere quantomeno una parte degli inceneritori lombardi, che ormai da anni sono in sovrannumero rispetto alle esigenze della nostra regione."
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