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Autobus ad idrogeno a celle a combustibile circolano ad esempio a Berlino, Londra, Oslo, Milano e Bolzano nell’ambito del progetto UE “Clean Hydrogen in European Cities” (CHIC). Dato che le celle a combustibile hanno una capacità energetica molto superiore a quella delle batterie, gli autobus a celle a combustibile hanno di regola un’autonomia molto più estesa rispetto ai comuni autobus elettrici. D’altro canto i costi connessi alla produzione dell’idrogeno e l’alto consumo energetico sono i chiari svantaggi della tecnologia a idrogeno rispetto alla mobilità elettrica condotta a batteria. Solo l’applicazione sul campo ci permetterà di capire quale delle due sarà migliore. A Mannheim si è dimostrata la sostenibilità dell’impiego di autobus totalmente elettrici (Primove true e-mobility) che si ricaricano senza fili nei servizi passeggeri giornalieri. La carica automatica e veloce avviene durante il funzionamento, principalmente nelle aree di fermata, tramite infrastrutture invisibili. I veicoli non necessitano di grandi batterie e permettono un maggior trasporto di passeggeri. Maggior comfort per i passeggeri, nessuna emissione, nessun rumore, nessuna vibrazione.
Terreno confiscato a Caslino d’Erba: la proposta di uso agricolo presentata in Regione
Il sindaco di Caslino ha annunciato che a breve uscirà il bando
CASLINO D’ERBA (CO) – E’ stata presentata giovedì 23 marzo in Regione la proposta per l'uso agricolo del terreno confiscato di Caslino d’Erba, finalizzato all’attivazione della coltivazione agricola biologica e di un orto didattico.
Il progetto è stato illustrato da Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", al Pirellone davanti alla Commissione Antimafia del Consiglio Regionale e al Comitato per la legalità (quest’ultimo presieduto dal prof. Nando Dalla Chiesa), che hanno selezionato la proposta tra le 15 migliori idee per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità in Regione Lombardia.
Si ricorda che la proposta dagli ambientalisti prevede 2 usi per il terreno confiscato: su una porzione più grande, l'uso agricolo del terreno per la coltivazione agricola biologica di prodotti tipici locali; su una parte meno estesa, l’avviamento di un orto didattico, col coinvolgimento delle scolaresche del territorio. Tutto il progetto dovrà comunque avere un carattere non profittevole, in cui appunto deve prevalere la finalità sociale dell’intervento.
Durante la presentazione Fumagalli ha illustrato le quattro finalità del progetto:
- Attivare la coltivazione agricola biologica, nel rispetto della natura, preferibilmente di prodotti tipici del territorio.
- Coinvolgere nel lavori di coltivazione comunità o cooperative sociali, rispettando le finalità “sociali” imposte dalla legge sull’utilizzo dei beni confiscati.
- Coinvolgere le scolaresche nell’orto didattico, illustrando a fini pedagogici sia la coltivazione di prodotti tipici, sia l’uso di un bene confiscato alla criminalità.
- Conservare l’attuale destinazione agricola e naturale del terreno, evitando nuove edificazioni.
Alla presentazione al Pirellone era presente anche il Sindaco di Caslino, che ha anticipato come il Comune, a cui è attualmente assegnato il bene confiscato, si stia attivando per l’emanazione a breve di un bando, proprio per la coltivazione agricola del terreno.
Il Circolo Legambiente di Como “Angelo Vassallo”, il negozio “Il seme” e l'Ufficio delle Dogane hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione per la cura di due fioriere collocate di fronte all'ingresso della Dogana che è luogo di grande significato, posto tra Svizzera e Italia, all’ingresso del nostro Paese e della città di Como.
L'iniziativa rientra nelle attività che il Circolo Legambiente realizza per contrastare il degrado urbano e promuovere una maggiore attenzione e cura nei confronti del verde, dell'ambiente e degli spazi pubblici, in collaborazione con privati, enti e organizzazioni, istituzioni pubbliche. La cura delle fioriere sarà a cura dei volontari del Circolo Legambiente, coadiuvati da un gruppo di commercianti del quartiere, mentre la piantumazione è offerta dal negozio “Il Seme” di Como.
Il giorno 24 marzo, alle ore 10.00, presso la dogana di Ponte Chiasso si svolgeranno i lavori di piantumazione delle fioriere e saranno presenti alcuni volontari del Circolo, la direttrice dell'Ufficio delle Dogane, dott.ssa Marzia Mariotti e una delegazione di commercianti del quartiere. Nell'occasione presenteremo ai giornalisti presenti gli obiettivi e i contenuti dell'iniziativa.
A poche settimane di distanza dalla morte del ventenne maliano, un’altra persona è rimasta folgorata cercando di salire sul tetto di un treno diretto in Svizzera.
“Non c’è nessun posto sicuro se non è garantita la libertà di frequentarlo.
Non c’è nessuna libertà se non viene garantita la sicurezza del libero andare”.
Sone parole di Minniti, il ministro dell’interno italiano, paradossalmente usate per fare propaganda del suo nuovo decreto sulla sicurezza. Dopo quello con cui ha rilanciato il sistema di detenzione ed espulsione dei migranti, le forze dell’ordine della nostra città si sono cimentate in operazioni di bonifica etnica nei luoghi che davano conforto alle persone private del discutibile privilegio di possedere documenti.
La guerra alle migrazioni ha responsabili, tattiche e mercenari.
A mezzo stampa, la ditta Rampinini recluta nuovi conducenti per continuare a svolgere, su mandato della prefettura di Como, il compito di “alleggerire la pressione in frontiera” tramite la deportazione dei migranti trattenuti dalle guardie di confine. Intanto le ossessioni securitarie – e le speculazioni elettorali – leghiste invocano l’intervento dell’ASL presso i locali della parrocchia di Rebbio: con il pretesto dell’igiene, e tramite l’azienda sanitaria controllata dagli amici degli amici, ci si scaglia contro la struttura che assicura agli espulsi dalla macchina dell’“accoglienza” la possibilità di non dormire in strada. Intanto, gli stucchevoli video diffusi da EspansioneTV fomentano allarmi e incensano aguzzini.
Appartenute ad Angelo Digiuni verranno consegnate mercoledì 22 marzo alla presenza del Sindaco, Paolo Furgoni, e degli alunni della scuola “Don Umberto Marmori”
Mercoledì 22 marzo verrà donato al Centro Studi Schiavi di Hitler di Cernobbio il plastico del Lager 6001 di Hildesheim, reperti dello Stalag XI B di Fallingbostel (Bassa Sassonia), nonché altro materiale, appartenuto ad Angelo Digiuni, cavaliere della Repubblica e Medaglia d’Onore, che ha portato con sé per tutta la vita il ricordo della deportazione, quando, neanche ventenne, finì in un campo di lavoro, come la gran parte degli oltre settecentomila militari italiani catturati dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 che furono privati dei benefici della Convenzione di Ginevra, e nella condizione di Internati Militari Italiani (IMI) subirono sofferenze indicibili.
In particolare gli IMI, impiegati in gran parte nello zuccherificio, furono vittime a Hildesheim di una delle principali stragi compiute dai tedeschi verso la fine della guerra. Fra il 26 e il 29 marzo 1945 oltre 130 militari vennero uccisi senza processo perché accusati di aver raccolto scatolette di cibo mentre sgomberavano le macerie della stazione ferroviaria bombardata dagli aerei alleati. In parte fucilati al cimitero, altri impiccati sulla piazza del mercato, davanti alla popolazione. L'esperienza della prigionia lo toccò a fondo e lo portò, dopo il rimpatrio, a cercare i reduci di quella drammatica vicenda per valorizzarne la Memoria e farne testimonianza, fino ad essere ospite d'onore della città di Hildesheim nelle cerimonie pubbliche che ricordano la strage. Sequenze della sua video testimonianza, raccolta da Valter Merazzi nel 2004, sono presenti nella mostra permanente “Tra più fuochi. Storia degli Internati Militari Italiani, 1943 -1945” inaugurata nel novembre scorso a Berlino dai ministri degli Esteri di Germania e Italia.
«La notizia che un altro ragazzo in cerca di una vita migliore sia ora in fin di vita non può lasciare indifferenti le istituzioni». Così il segretario del Circolo cittadino del Prc/SE Stefano Rognoni commenta il ferimento di un migrante che tentava di passare la frontiera Svizzera. «Abbiamo il dovere di trovare un modo che garantisca a chi cerca rifugio in Europa la massima libertà di movimento tutelandone la sicurezza. E’ impensabile che per cercare di scappare alla morte in Africa si muoia folgorati al confine con la Svizzera.» Proprio ieri la trasmissione di Gramellini su Rai 3 mostrava come molti messicani nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti restassero folgorati o mutilati dal treno sul tetto del quale avrebbero voluto passare la frontiera. Le sacrosante polemiche che desta il muro che il Presidente americano Trump intende costruire alla frontiera con il Messico non possono restare vuote parole di condanna per un altro Paese mentre non si interviene per evitare che ciò avvenga qui da noi. Fabrizio Baggi, nel ricordare l’adesione del Prc alla rete Como Senza Frontiere rilancia la manifestazione del pomeriggio «Per denunciare la situazione sempre più drammatica provocata dalla criminale chiusura delle frontiere al passaggio delle persone, per chiedere ancora una volta che le frontiere vengano aperte e che l’Europa diventi non solo un luogo dove i capitali si muovono senza ostacoli ma anche una terra dove chi fugge da fame e conflitti possa trovare l’opportunità di una vita dignitosa».
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