“Oltre che di beffa si può parlare di vera farsa. Trenord e Regione Lombardia ormai da anni prendono in giro i pendolari comaschi, abbandonati a se stessi tra ritardi, soppressioni, assenza di informazioni. Il nulla assoluto”, è caustico Federico Broggi, segretario provinciale del Pd, a proposito delle novità sul trasporto pubblico locale su rotaia.“L’orario invernale sta scontentando tutti e bene hanno fatto le associazioni di pendolari della provincia di Como a lamentarlo con l’amministratore delegato di Trenord e con l’assessore regionale ai Trasporti”, conferma Broggi.“A due mesi dalla sua introduzione, siamo alla verifica del nuovo piano emergenziale, entrato in vigore con l’orario invernale, e, come vediamo, sta già dando risultati strabilianti: in poche parole si cade dalla padella nella brace, dai treni soppressi alle cancellazioni, dai ritardi ai trasferimenti in bus. Da anni Regione e Trenord continuano a millantare soluzioni ai problemi dei pendolari, che, a parte veder aumentare il costo di biglietti e abbonamenti per viaggiare su treni stracolmi, ancora attendono desolati una risposta degna”, fa il punto il segretario Pd.“A ciò si aggiunge il gravissimo taglio da 52 milioni di euro ai trasporti lombardi e di conseguenza comaschi, del quale ovviamente ringraziamo il governo gialloverde di Lega e 5stelle. Non basta bloccare ogni infrastruttura, fare la guerra alle grandi opere, ora si vuole anche demolire pezzo per pezzo il trasporto pubblico locale. Questa strategia porterà altri treni tagliati, maggiori disagi per i pendolari e, ciliegina sulla torta, sicuri aumenti. Che dire? Grazie Trenord! Grazie Governo!”, conclude Broggi.
Dopo la riunione della Commissione Urbanistica del Comune di Como, dove si discuteva del futuro dell’area ex Lechler/Alberelli di Ponte Chiasso con un progetto di riqualificazione, intervengono i rappresentanti del Pd cittadino per analizzare le prospettive di uno spazio importante a ridosso del confine.
“In Commissione è stato illustrato il parere preventivo che il Comune ha reso sulle ipotesi d’intervento avanzate dagli operatori che intendono riqualificare le aree – spiega Gabriele Guarisco, consigliere comunale dem e componente della Commissione –. L’ipotesi è di destinare i due comparti immobiliari a destinazioni commerciali: trattandosi di superfici complessivamente molto estese, una delle quali di tipo generalista, la questione è delicata sotto diversi profili. Uno è quello viabilistico, ovvero il maggior traffico che impatterà su via Bellinzona. L’altro è più generale perché la riqualificazione di ex Lechler/Albarelli può essere l’occasione per ottenere dagli operatori immobiliari l’effettuazione di interventi di miglioramento nel quartiere, lungo via Bellinzona e in piazzale Anna Frank. La stessa cosa, insomma, che è stata fatta a Camerlata e a Rebbio con la Giunta Lucini e la Trevitex. Tuttavia, a Ponte Chiasso il rischio è di schiacciare le attività economiche già presenti nel quartiere. Inoltre, siamo in una fase ancora preliminare al progetto, e molti elementi sono ancora da precisare, ad esempio, l’importanza degli interventi di bonifica ambientale che saranno necessari”, fa presente Guarisco.
Stefano Fanetti e Tommaso Legnani, capogruppo in consiglio comunale e segretario cittadino del Pd, intervengono nel dibattito sul futuro dell’area ex Ticosa:“Il progetto presentato da Officina Como, pur avendo ampi margini di intervento, contiene priorità simili, a grandi linee, sia a quanto c’era nel nostro programma elettorale, ovvero l’incubatore di startup, l’area culturale, la connessione con l’Università, sia alla strada che aveva tracciato il nostro ex assessore Spallino nella trattativa poi non conclusa con Multi sulla prospettiva di housing sociale. Ci sembra quindi sensato accogliere questa proposta come un buono spunto e contributo da usare come base di partenza del dibattito”.Diverso il parere del Pd sulla posizione dell’amministrazione comunale: “La maggioranza di centrodestra che governa Como, al contrario, non ha al momento alcuna idea sul futuro di questa importante area cittadina, se non la soluzione temporanea del parcheggio, che è ben poca cosa. Tra l’altro, è una prospettiva di non così facile realizzazione: banalmente, i costi non garantiscono abbastanza ricavi, e, oltre tutto, non convince neanche lo stesso assessore alla partita Bella”.Fanetti e Legnani concludono con un appello: “Chiediamo ufficialmente e pubblicamente che qualsiasi proposta uscirà dalla maggioranza sia inclusa in un percorso partecipativo, attraverso lo strumento dell’assemblea tematica”.
“Non può che renderci soddisfatti il fatto che il sottosegretario all’Economia della Lega Garavaglia, già assessore regionale alle Finanze, sia d’accordo con noi: a Campione d’Italia serve una Zes, una zona economica speciale”, lo dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd e segretario della Commissione speciale rapporti tra la Lombardia e la Confederazione elvetica, dopo aver letto la proposta dell’esponente leghista, già lanciata dal Partito democratico a novembre. “Da mesi diciamo che l’unica soluzione per una realtà particolare come Campione d’Italia è quella di una Zes, ovvero un’area dove applicare politiche anche fiscali particolari e più flessibili – continua Orsenigo –. Per questo avevo chiesto che Regione Lombardia si facesse parte attiva da subito e partecipativa sul futuro del casinò. Ha risposto l’ex assessore che oggi parla a nome del Governo centrale. Ed è esattamente della nostra opinione. Quindi adesso ci aspettiamo degli atti concreti e immediati”.
Nelle giornate di domenica, e negli altri giorni festivi dell’anno, torna ad allungarsi la pista ciclopedonale in via Regina a Cernobbio, tra la fine dell’attuale pista ciclopedonale e l’ingresso di Villa Erba. Il divieto, in vigore dalle ore 8:00 alle ore 24:00, era già stato adottato in via sperimentale nello scorso autunno e l'Amministrazione Comunale ha deciso si riproporlo sempre nelle giornate di domenica e durante i festivi, così da consentire di raggiungere il centro del paese a piedi o in bicicletta in tutta sicurezza. L’iniziativa prenderà il via con domenica 17 febbraio e riguarderà, come accennato, i posti auto compresi tra la fine dell’attuale pista ciclopedonale e l’ingresso di Villa Erba. «Dopo quella che mi sento di definire “prova generale”, relativa all’autunno 2018, l’Amministrazione Comunale ha deciso di riproporre il divieto di sosta lungo via Regina in modo da allungare il tratto di pista ciclopedonale che conduce al centro di Cernobbio – sottolinea il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti -. In proposito ribadisco quanto già affermato in passato: il sacrificio di quei posti auto non costituisce un problema per la nostra località anche perché le attività di via Regina, nei giorni festivi, sono chiuse e comunque c’è la possibilità di lasciare la propria vettura nel posteggio a raso di via Regina. Il nostro obiettivo, infatti, è quello che le persone arrivino a Cernobbio parcheggino all’”autosilo Villa Erba” e, in tutta sicurezza attraverso la ciclopedonale e poi sul marciapiede senza auto, raggiungano comodamente il centro del paese e la riva». Si ricorda che il provvedimento riguarda solo le giornate di domenica, e le altre festività: da lunedì a sabato la situazione relativa alla sosta sarà normale.
Cominciano a vedersi gli effetti del decreto sicurezza sul territorio. I primi a essere colpiti, infatti, sono i lavoratori comaschi. «Al centro di accoglienza di Prestino, al momento, sono assunti 13 operatori, cui si aggiungono 9 collaboratori - spiega Alessandra Ghirotti, segretaria provinciale Fp Cgil e Dario Campostori, il sindacalista che segue la vicenda - Il numero rischia di scendere in maniera importante. La motivazione sta nelle nuove cifre stanziate dal provvedimento del governo». La cooperativa Medihospes ha aperto una procedura di licenziamento collettivo a livello nazionale: al momento, sulle 312 ore settimanali spalmante sui nove operatori lariano (di cui sei a tempo pieno), ne saranno previste 168. Secondo le regole del decreto Salvini sui capitolati, se gli ospiti dovessero scendere sotto i cinquanta, il monte ore si dimezzerebbe ulteriormente. La situazione dei mediatori culturali è ancora più delicata: oggi due persone si divido 44 ore che, in futuro, diventeranno 12. Al momento, il centro ospita 65 richiedenti asilo e, fino al 31 dicembre (con diverse proroghe), è stato gestito dal Comune tramite la cooperativa Medihospes. Ora, con assegnazione diretta, il testimone è passato alla Prefettura.
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