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( Roma, 11 febbraio 2015) Il tema della annunciata privatizzazionedelle Poste Italiane, e i suoi riflessi sui territori, inizia ad agitare il mondo politico. Questa mattina, 67 deputati iscritti al gruppo del Partito Democratico guidati dal Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna onorevole Enrico Borghi hanno depositato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta, siglata tra gli altri dai deputati comaschi Mauro Guerra e Chiara Braga sulla vicenda del ridimensionamento del servizio di Poste Italiane in aree marginali e montane.

Poste Italiane Spa - si legge neltesto dell’interrogazione rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico - riceve significativi contributi da parte dello Stato nell’ambito della legge di stabilità per consentire agli uffici postali periferici di garantirel'erogazione dei servizi postali essenziali, eppure il piano di riorganizzazione previsto dall'azienda prevederebbe, a livello nazionale, la chiusura di 455 Uffici Postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici. Ciò nonostante il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) abbia in più occasioni ricordato che, con apposita delibera, l’Autority ha inserito specifici divieti di chiusura degli uffici che risiedono nelle aree remote, anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio.

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Como, 4 febbraio 105 - Nei giorni scorsi, la direzione regionale di Poste Italiane, ha deciso la chiusura di 4 uffici postali nel comasco e l'apertura a giorni alterni di altri 18.
Consideriamo tale decisione è sbagliata dal punto di vista sociale e totalmente ingiustificata sotto il profilo economico.
I tagli e le chiusure interesseranno prevalentemente aree montane, di confine e del medio e alto lago, zone già disagiate dal punto di vista viabilistico e con residenti in buona misura anziani; zone dove spesso
l'ufficio postale costituiva l'unico punto di riferimento per poter interloquire o svolgere pratiche con la PA.
Chiediamo un tempestivo intervento delle autorità politiche, delle IstituzionI e di Regione Lombardia, per costringere Poste Italiane a recedere da tale progetto che rischia di peggiorare la qualità della
vita di una parte significativa della popolazione comasca.
Per maggiori informazioni: Alessandro Tarpini, segretario Cgil Como

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Continua la mercificazione di diritti sanciti dalla Costituzione Che la sanità pubblica sia arrivata al capolinea non è più una novità, purtroppo.
Tuttavia, ci lascia sgomenti il fatto cha anche nel nostro territorio le strutture ospedaliere pubbliche rilascino ai pazienti dimessi insieme ai referti una stima di quanto sarebbe costata all’ospedale la degenza dei pazienti!
Sostanzialmente, un cittadino che paga regolarmente le tasse tra poco dovrà risarcire una struttura pubblica e chiedere anche scusa del disturbo!
Facciamo presente, ancora una volta, che l’art.32 della Costituzione definisce il diritto alla salute “fondamentale” e gratuito per gli indigenti. Non si capisce quale sia la ratio
di tale modo d’agire degli ospedali e la risposta potrebbe essere soltanto una: considerare i pazienti dei numeri e un “peso” in termini economici. I bilanci degli ospedali devono
essere discussi nelle opportune sedi non snocciolati ai pazienti che hanno tutto il diritto di usufruire delle strutture pubbliche. Il costo delle degenze, eventualmente, è oggetto di
discussione in sede sindacale e, soprattutto, non ha alcun senso che venga riferito al paziente.
Per la Segreteria Provinciale P.R.C. Como
Gianluca Giovinazzo, responsabile sanità e formazione

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Dopo la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo abbiamo assistito ad un autentico massacro che è andato oltre le peggiori previsioni. Una serie di attacchi volgari, montati ad arte su informative dei servizi e pregiudizi amplificati dai media. In particolare, dopo gli attacchi terroristici di Parigi, ad alcuni settori politici, ed a diversi organi di informazione, ben determinati, è sembrato il momento giusto di strumentalizzare la vicenda personale e collettiva che ha visto come protagoniste Greta e Vanessa per sferrare un attacco durissimo all’intero mondo del volontariato e della cooperazione dal basso, quella non legata ai governi ed alle autorità militari e di polizia.
Evidentemente dava troppo fastidio che, mentre in Italia il sistema di accoglienza naufragava nello scandalo di “Mafia Capitale”, che si cerca di nascondere anche in questo modo, centinaia di persone aiutassero i profughi che venivano sbarcati nei nostri porti. Persone che subito dopo venivano abbandonate a procedure inique come quelle imposte dal Regolamento Dublino, in luoghi nei quali ogni giorno le inadempienze degli enti gestori ed i ritardi di questure e prefetture negavano il riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, della stessa dignità umana.

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