Cargo Armi - ARCI: “ministro Trenta autorizza carico porto militare?”

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 “Il ministro della Difesa autorizzerà il carico di armi sul cargo Bahri Yanbu da Spezia?” Lo chiedono la presidente nazionale e quella di Spezia dell’Arci, Francesca Chiavacci e Stefania Novelli, a proposito del contestato carico del cargo battente bandiera saudita attraccato da stamattina a Genova, il cui carico è stato bloccato dalle contestazioni dei portuali e dalle associazioni. “Il cargo – proseguono – è già stato contestato e bloccato a Le Havre, a Santander e oggi a Genova. Sarebbe gravissimo – rimarcano - se la soluzione diventasse un porto militare italiano. Il tanto sbandierato slogan porti chiusi non si può applicare solo ai disperati che scappano dalle guerre e non per armi destinate a un conflitto che sta devastando la società civile dello Yemen. Il Ministro Trenta – concludono – dica se esistono richieste di un coinvolgimento militare, non si partecipi indirettamente a un conflitto che secondo le Nazioni Unite ha fatto oltre 233mila vittime”.

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"Continua il vergognoso tira e molla sulla pelle di disperati. Qualcuno li definisce ‘tutti giovani e alla moda’ continuando così con la solita distorsione della realtà ai propri fini propagandistici”.
Lo dichiara l’Arci a proposito del nuovo caso di migranti salvati in mare dalla Sea Watch in attesa di un porto sicuro. Oggi Arci, CGIL, ACLI e Caritas hanno inaugurato il Festival sulle culture mediterranee Sabir, a Lecce fino al 19 maggio.
“Si tratta - prosegue Arci - di 65 persone tra cui 15 minori, 5 bambini, 2 neonati e una persona disabile che attendono un porto sicuro in cui approdare, questa è la realtà.
Il Governo eviti la solita propaganda sui soccorsi in mare e consenta l'indicazione di un porto sicuro.
Il Paese non può rimanere in balia della propaganda di un Ministro in perenne campagna elettorale.
Basta - conclude - con le menzogne sui migranti palestrati e alla moda, è l’ennesima fake news”.

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Porti: Arci, a Genova si vieti l’attracco alla nave delle armi. "Alla nave cargo con armi da guerra va vietato l’attracco, così come previsto dai trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese in tema di diritti umani e contro i conflitti armati.
Si chiuda il porto alle armi, non solo ai disperati”. Lo dichiarano la presidente nazionale dell’Arci, Francesca Chiavacci, e il presidente di Arci Genova, Stefano Kovac sulla vicenda che coinvolge il principale scalo ligure dove è previsto, nei prossimi giorni, lo sbarco della nave saudita Bahri Yanhu, con a bordo armi che potrebbero essere destinate ai paesi arabi in guerra. “Sosteniamo - continuano- le preoccupazioni dei portuali di Genova e di altre organizzazioni umanitarie, sulla necessità di negare l'attracco alla nave, così come accaduto in Francia a Le Havre con la stessa nave qualche giorno fa. Si impedisca - concludono - che si utilizzino i nostri porti per alimentare guerre”.

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Questo è il link https://www.facebook.com/altreconomia/videos/343619166295913/

Giovedì 16 maggio si è svolta a Milano la presentazione del dossier “Il costo della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” (allegato al presente comunicato) elaborato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con il contributo di Altreconomia. Questo lavoro si basa sulla ricerca di dati e informazioni inerenti all’attuale assetto di gestione del servizio idrico e costituisce un censimento delle aziende del settore con particolare riferimento ai dati di bilancio.
Dati alla mano è stato dimostrato come la ripubblicizzazione, derivante dall’auspicabile approvazione della legge per l’acqua pubblica in discussione presso la Commissione Ambiente della Camera, abbia costi contenuti pari a circa 1,5 miliardi di €, quindi decisamente aggredibili.

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