Il Movimento 5 Stelle ha presentato la seguente interpellanza per avere risposte dall'amministrazione in merito alla situazioni venutasi a creare quest'oggi a seguito delle violenti piogge.
L'afflusso nel territorio nazionale e nel territorio provinciale di migranti, richiedenti protezione internazionale, è una realtà ormai strutturale che non può essere affrontata con un approccio costantemente emergenziale e senza una condivisione istituzionale delle azioni da intraprendere.
L'approccio che le realtà della nostra Provincia, che operano con i richiedenti asilo, valutano come più positivo è quello di un'accoglienza diffusa su un territorio ampio, su più strutture con un numero mai troppo elevato di accolti (ottimale 8-12 persone), in modo che vengano coinvolti quanto più possibile gli enti del territorio – Parrocchie, Comuni, Associazioni – affinché sia la comunità a farsi carico dell'accoglienza.
Facciamo allora appello ai Comuni e alle Associazioni aderenti al CCP che:
• per quanto possibile diano disponibilità ad accogliere sul proprio territorio alcuni richiedenti;
• si attivino per animare il proprio territorio in modo da offrire agli ospiti la partecipazione ad attività culturali, sportive, di volontariato anche con lavori di pubblica utilità che permettano loro di costruire relazioni positive e di farsi conoscere, permettendo, in questo modo, alla comunità locale di avere una propria percezione della realtà evitando pregiudizi e stereotipi e attenuando i conflitti sociali che l’accoglienza spesso comporta;
• intensifichino la promozione sul proprio territorio di una cultura di pace e solidarietà che si concretizzi anche nella gestione coordinata dell'accoglienza su tutto il territorio provinciale;
• si facciano interlocutori delle principali istituzioni locali di riferimento per rendicontare le modalità di accoglienza nei propri comuni e garantire una buona qualità dei servizi offerti;
• collaborino con le associazioni, enti e le parrocchie che attualmente stanno accogliendo;
Il CCP richiede che il Prefetto e le Istituzioni si attivino quanto prima per risolvere l'emergenza creatasi presso la Stazione di S. Giovanni, creando le condizioni affinchè vengano tutelati i Diritti delle persone in transito o in attesa di poter espatriare.
...si parlava di schede o prontuari da distribuire ai migranti in stazione. Non so se siano già stati approntati, in ogni caso giro alcuni materiali aggiuntivi che potrebbero risultare utili a redigerli o a formarci.
Innanzitutto la guida "Welcome 2 Italy" in Italiano e inglese, una delle più recenti, complete e franche in circolazione (anche perché non si limita a indicazioni di stampo giuridico ma contiene tutta un'altra serie di informazioni importanti per chi viaggia).
Sull'Italia per il resto non so come siate messi, comunque per quanto riguarda la Svizzera a questo indirizzo si trovano schede in tutte le lingue relative alle procedure per la richiesta d'asilo (andrebbe forse fatto un check sul loro grado di aggiornamento). Qui invece un elenco degli sportelli legali a cui è possibile rivolgersi sul territorio.
Al di là della presenza o meno di interpreti, allego anche alcuni frasari che facilitano la comunicazione essenziale tra volontari e migranti che non abbiano lingue di contatto.
Ultima cosa: come ricordavo, ma ne ho avuto conferma telefonica ieri, i minori in viaggio non sono soggetti all'articolo 6 del regolamento di Dublino II. Questo significa che i Paesi a cui si presentano sono tenuti a prenderli in carico a prescindere dal Paese UE di primo arrivo o provenienza. In termini pratici: nei loro confronti i respingimenti da parte delle autorità di confine sono illegittimi. Sarebbe pertanto importante documentarli, conservando copia di eventuali atti di respingimento che vengono consegnati ai ragazzi, nonché verificando se sono in possesso di documenti di identità dei paesi d'origine o altro che ne attestino la minore età. I materiali raccolti possono essere trasmessi a gruppi di supporto legale come NAGA o ASGI così da denunciare pubblicamente queste pratiche.
- rigraziamo per queste segnalazioni che divulghiamo
Como, 20 luglio 2016 – Sconcerto e preoccupazione da parte della segreteria della Camera del Lavoro di Como circa la proposta regionale
per il riordino istituzionale territoriale della Lombardia: sarà discussa in consiglio regionale e prevedrà il dimezzamento del Lago di
Como. «Il presidente Maroni e la Lega – commenta il segretario generale della Cgil di Como Giacomo Licata - si confermano per quello che in questi anni hanno dimostrato di essere: politicanti di mestiere che parlano bene e razzolano male. Nei mesi scorsi, il governatore aveva fatto
intendere di voler ascoltare le istanze provenienti dai territori e invece, nel momento in cui si deve concretizzare la proposta, decide
di procedere con la riorganizzazione già effettuata con la riforma sanitaria e la definizione delle Ats». Il documento di regione Lombardia, sette pagine su aree vaste, territori montani e riordino del sistema camerale non prevede il lago unito e nessuna unione con Lecco: «Il testo - continua Licata - si limita alla riproposizione della mappa delle Agenzie di tutela della salute. Serve una presa di posizione forte da parte di tutto il sistema produttivo comasco, della politica, dei parlamentari e dei consiglieri regionali, degli attori sociali, degli enti e delle
istituzioni. E non per ragioni campanilistiche che non ci appartengono, ma perché siamo fortemente convinti che sia necessario
partire dal binomio territorio – governance e dalle istanze che arrivano dal territorio per garantire servizi ai cittadini, alle
imprese, a chi è impegnato nello sviluppo economico del Comasco». «Nell'ultima riunione del Tavolo della competitività – conclude
Licata - abbiamo ribadito che per noi resta imprescindibile la necessità di mantenere integro il territorio provinciale comasco, con
l'indicazione alla ricomposizione dell’ambito lacustre e contemporaneamente serve un ragionamento chiaro sulle funzioni e sulla
coerenza dei riassetti organizzativi che riguarderanno tutti gli altri enti e istituzioni territoriali».
Nella serata del 19 luglio alcuni rappresentanti della rete hanno partecipato alla riunione della Rete dei servizi per la grave marginalità per organizzare concretamente come fronteggiare la situazione di "emergenza" legata all'arrivo a Como di migranti interessati ad attraversare il confine con la Svizzera. Como senza frontiere ha partecipato all'incontro vista la costante presenza serale alla stazione San Giovanni.
Si è deciso che, insieme a persone competenti che si occupano di queste cose da tempo, che a partire dalle 18.45 i volontari del coordinamento aiuteranno ad indirizzare i migranti dalla stazione verso la mensa in via Tommaso Grossi e alla parrocchia di Rebbio; qui potranno cenare una cinquantina di persone tra donne, famiglie, minori non accompagnati, scortati dai mezzi della CRI.
Per questo servizio servono tre/quattro volontari al giorno, fino a quando non si troverà una situazione più stabile.
I volontari dovranno trovarsi alle 18.45 alla stazione San Giovanni. Laura Castegnaro della cooperativa Lotta contro l'emarginazione darà loro istruzioni.
I soci e le socie Arci che volessero contribuire possono comunicarlo scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando i giorni in cui ci si rende disponibili.
Oltre a ciò, dalle 21.30 Como senza frontiere continuerà con la distribuzione delle coperte e bisettimanalmente (mercoledì e venerdì) dei vestiti.
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