QUESTA RIFORMA DELLE CAMERE DI COMMERCIO
E’ UN DANNO PER LE IMPRESE, PER I PROFESSIONISTI, PER I LAVORATORI.
CI VUOLE UNA RIFORMA CHE POTENZI IL SISTEMA DELLE CAMERE DI COMMERCIO,
CHE NE FACCIA IL FULCRO DELLA RIPRESA DELLE AZIENDE ITALIANE
La riforma delle Camere di Commercio che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi, è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana.
Questo è quanto sottolineiamo con forza.
In un periodo storico-economico in cui è necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi potenziare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. Ma la strada di riforma della pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di riduzione delle Camere di Commercio, dei servizi alle imprese, dei dipendenti.
Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti.
Le imprese non ci chiedono altro che celerità e innovazione.
Per questi motivi chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 5 agosto, che non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali. L’attuale bozza di decreto, invece, è sostanzialmente identica alla bozza che circolava a gennaio scorso: uno schema di riforma penalizzante per ogni soggetto del sistema economico.
(Roma, 27 luglio 2016) “Nei giorni scorsi abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere al ministro degli Interni quali iniziative intenda assumere nei confronti di quei comuni che, come San Fermo della Battaglia, non rispettano le disposizioni di legge in materia di parità di genere nella composizione delle giunte comunali. Le nome vigenti, infatti, prevedono e garantiscono la presenza di entrambi i sessi nelle amministrazioni pubbliche. Nello specifico, la legge Delrio prescrive che, nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore ai tremila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento”. Lo dichiarano i deputati comaschi Chiara Braga e Mauro Guerra dopo aver registrato l’ostinazione del Comune di San Fermo, nonostante le numerose sollecitazioni del gruppo di minoranza, a non rispettare la rappresentanza di entrambi i sessi nella formazione della giunta.
“In alcuni comuni italiani, e purtroppo San Fermo della Battaglia appartiene a questo gruppo, assistiamo – continuano gli esponenti dem - ad una ingiustificata assenza o sottorappresentanza del genere femminile nella composizione degli organismi esecutivi con la conseguente violazione delle norme riguardanti la parità di genere”.
“Nel caso specifico del comune comasco siamo in presenza di una giunta formata esclusivamente da soli uomini in cui non si è voluto, avanzando motivazioni del tutto inadeguate e pretestuose, prendere in giusta considerazione la possibilità, prevista dallo statuto comunale, di procedere alla nomina di assessori esterni e quindi di garantire, come previsto dalla legge, la presenza di entrambi i sessi nell’esecutivo comunale. Da notare come anche il consiglio del comune di San Fermo, risultante dalle elezioni dello scorso 5 giugno, conti la presenza di una sola donna, peraltro eletta nella lista di minoranza”.
“La presenza di entrambi i generi nelle giunte comunale – concludono Braga e Guerra - non è una prescrizione eludibile, da applicare a discrezione dei sindaci di turno, ma un principio vincolante previsto sia dalla Costituzione che da diverse altre leggi, garantito da sentenze dei Tar e da rilevanti pronunce del Consiglio di Stato che hanno inequivocabilmente ribadito il carattere inderogabile della percentuale di quote rosa nelle amministrazioni pubbliche”.
“Il mancato rispetto di questo principio di democrazia paritaria, è indice di una forma mentis che sottovaluta culturalmente, ponendoli in secondo piano, il ruolo e le capacità femminili nell’ambito della sfera pubblica; un’impostazione mentale che non possiamo più accettare”.
In allegato il testo dell'interrogazione a risposta in Commissione presentata
come ben saprete con l 'emergenza profughi abbiamo bisogno di tutti voi in vari modi.
Don Giusto della parrocchia di Rebbio accoglie i profughi minorenni e famiglie con bambini e fornisce costantemente, anche durante l'anno, le coperte per tutti quelli che dormono in stazione. Nonostante il nostro sforzo di riciclarle , raccogliendole e lavandole, ora con questi sbarchi costanti stiamo iniziando a scarseggiare.
chi volesse donare coperte può portarle direttamente in parrocchia a rebbio da lui.
Grazie mille a tutti
desy
"Ieri pomeriggio un corteo improvvisato di una trentina di compagni e compagne ha attraversato il centro di Como dietro allo striscione
"Distruggere il razzismo e tutte le sue frontiere". Il corteo era in solidarietà ai migranti accampati in stazione S.Giovanni, ma anche a
tutti coloro che non vogliono o non possono avere i documenti e contro ogni tipo di frontiera, sia essa un confine tra Stati, sia il razzismo
dilagante.
I giornali di Como riferiscono, inoltre, di alcune scritte sulla Posta Centrale contro le frontiere le deportazioni, di cui la compagnia aerea
delle Poste (Mistral Air) è complice.
DISTRUGGERE LE FRONTIERE, OGNI GIORNO!"
Le frontiere sono l'emblema della società in cui viviamo e ci circondano quotidianamente; alcune sono più tangibili, altre meno. Il risultato è che viviamo all'interno di recinti concentrici, spesso senza rendercene conto, che siano essi fisici, economici, psicologici.
Per tutti coloro cui questa situazione è diventata insostenibile, la scelta è di combatterle.
La frontiera più evidente rimane il confine tra nazioni. In questo momento storico in cui stanno avvenendo migrazioni di massa, spesso rappresentano un limite invalicabile per tutti coloro che hanno scelto di spostarsi da uno Stato all'altro. Questo tipo di frontiera trasforma gli individui e il loro desiderio di movimento in flussi da gestire e quote da spartire, nonché in migranti accettabili o indesiderabili, a seconda del luogo da cui uno proviene e delle competenze che si porta dietro. In pratica, è in atto una trasformazione di persone in numeri e una differenziazione di classe da parte degli Stati che “accolgono”. In questo modo gli esseri umani cessano di esistere e diventano merci,
trasferibili, deportabili, utilizzabili a seconda della richiesta. Sorgono luoghi in cui stiparli, a seconda della destinazione d'uso: CIE, Hotspot, Cara, Cas, Sprar; nasce un florido mercato intorno a loro: enti di gestione (spesso Caritas, Croce Rossa e cooperative varie) che si arricchiscono sulla loro pelle, sfruttatori e consumatori d'ogni risma che utilizzano la forza lavoro dei migranti; la
Il Circolo Arci Xanadù, ecoinformazioni e il TeatroGruppo popolare stanno lavrando al progetto Connessioni controcorrente, con l’obiettivo di riavvicinare persone e luoghi di cultura attraverso nuove e ampliate proposte, possibilità di partecipazione e originali stimoli per mettersi in gioco in prima persona per la promozione, la fruizione e la creazione stessa di cultura.
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Anil Wadhwa, ambasciatore dellIndia, è stato ospite del sindaco di Cernobbio, Paolo Furgoni. L'agente diplomatico del grande ed importante stato asiatico, in visita al lago di Como per alcuni giorni di vacanza,ha incontrato il primo cittadino di Cernobbio e alcuni assessori in Municipio prima di una passeggiata lungo la riva. «Si è trattato di un incontro di reciproca conoscenza durante il quale lAmbasciatore dellIndia non ha mancato di sottolineare la bellezza del nostro territorio ha sottolineato Paolo Furgoni -. Come lui stesso ci ha raccontato questa è stata la sua prima visita al lago di Como, meta che gli è stata caldamente raccomandata da alcuni suoi conoscenti». Come lo stesso Dr. Wadhwa ha raccontato il suo soggiorno sulle rive del Lario è stata anche propizia per la visita ad alcune realtà economiche della zona nonché per visitare Villa Bernasconi, la splendida dimora in stile liberty a Cernobbio che in questi mesi sta ospitando la mostra Cachemire, il segno in movimento.
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