Apprendiamo che, le volontarie ed i volontari dell’Associazione FIRDAUS, per dinamiche non ancora del tutto chiare sono state/i invitate/i a interrompere il prezioso servizio che per un mese e mezzo hanno svolto portando i pranzi ai migranti nel parco attiguo alla stazione di Como San Giovanni.
In un momento tanto delicato, in cui ogni “incomprensione” tra solidali va a scagliarsi sui migranti, come Rete Como Senza Frontiere crediamo sia fondamentale lavorare insieme con dinamiche unitarie.
Pertanto mandiamo un messaggio di massima solidarietà a FIRDAUS ed auspichiamo ad un chiarimento che faccia sì che il lavoro delle sue volontarie e dei suoi volontari possa continuare, magari traslandosi su una delle mense attualmente attive e che dei loro rappresentanti continuino a partecipare al tavolo di coordinamento in Comune.
Omar Al Bashir. Quello del Presidente del Sudan è un nome conosciuto poco dal grande pubblico ma molto dai giudici del Tribunale Penale Internazionale che l'hanno condannato nel 2009 per crimini di guerra e contro l'umanità e per genocidio commessi nell'ambito del conflitto nella regione sudanese occidentale del Darfur. Dal 2003 le terribili violenze hanno causato 400.000 morti, 2 milioni di sfollati e 300.000 rifugiati. Il Presidente è tuttora ricercato dal Tribunale.
E' quindi sconcertante ed incomprensibile come l'Italia abbia potuto accordarsi con il Governo sudanese per attuare il rimpatrio forzato di cittadini sudanesi.
Ed è grave che tali accordi siano stati messi in pratica ieri con un volo che ha riportato in Sudan 48 persone arrivate in Italia, ed in particolare a Ventimiglia, con l'intenzione di recarsi in altri paesi europei per richiedere asilo.
Esprimiamo il nostro sdegno e la nostra frustrazione perchè in questi mesi, presso la chiesa di Sant'Antonio ed al Campo Parco Roya, abbiamo incontrato migliaia di ragazzi e famiglie Sudanesi, insieme a tanti volontari abbiamo ascoltato le loro storie di violenze subite e di fuga sentendoci fratelli che condividono un cammino.
Ci domandiamo inoltre se alle persone sudanesi è stata spiegata, alla presenza di un mediatore, la possibilità di chiedere asilo in Italia.
Chiediamo che tali pratiche non si ripetano più dato che mettono a rischio la vita delle persone ed il rispetto dei diritti umani, come sostenuto anche dal Sen. Luigi Manconi, Presidente della Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato.
Terremoto Centro Italia, i richiedenti asilo ospitati nelle Marche partono per aiutare la Protezione Civile
http://www.huffingtonpost.it/2016/08/24/richiedente-asilo-aiutano-protezione-civile-terremoto_n_11677212.html
http://www.corriere.it/cronache/16_agosto_24/terremoto-profughi-gioiosa-ionica-donano-pocket-money-profughi-amatrice-6fc692ac-6a10-11e6-a553-980eec993d0e.shtml
http://www.fanpage.it/venti-migranti-chiedono-di-aiutare-la-popolazione-colpita-dal-terremoto/
http://www.tvmed.tv/razzisti-sul-terremoto-del-centro-italia-ma-i-migranti-di-puglia-sono-pronti-ad-aiutare/
certamente da tradurre nelle varie lingue..e distribuire alle varie etnie presenti ////
SERVIZIO DI ORIENTAMENTO LEGALE
Quali sono i tuoi principali diritti in Europa e in Italia?
In quali Stati europei puoi chiedere asilo politico e come?
Cosa significa chiedere asilo in Italia?
Quali possibilità hai di muoverti all'interno dell'Europa se chiedi asilo in Italia?
Puoi rivolgerti allo
sportello informativo di orientamento legale per domande che riguardano la tua situazione e i tuoi diritti.
L'accesso al servizio è libero, gratuito e non richiede nessuna registrazione.
Lo sportello informativo si trova all'interno della stazione San Giovanni, nello spazio CGIL ed è aperto a partire da venerdì 26 agosto
nei seguenti giorni e orari:
lunedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00
mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 11.00
venerdì dalle ore 16.00 alle ore 18.00
Servizio a cura del tavolo di coordinamento emergenza migranti del Comune di Como
Ho inviato i turni di servizio fino al 31 agosto.
Faccio presente che la mensa continuerà a distribuire i pasti come solito anche a settembre, anche se in questo momento non è ancora ufficiale dove si svolgerà; cominciate dunque a rispondere alla mail comunicandomi le disponibilità per TUTTO il mese di settembre.
Trovo opportuno dare solidarietà e ringraziamento alle signore e signori dell'Associazione Firdaus che prima di noi ha cominciato a operare per la Comunità dei Migranti.
Sarebbe molto bello pensare che tutto il patrimonio di relazioni, sentimenti e passione di queste persone non andasse perso, e invito dunque gli amici svizzeri (e non) a incontrarsi presso la nostra struttura per farne conoscenza, continuando a servire le Persone, restando disponibili affinchè tutti uniti si continui a tener alta la sfida dell'accoglienza, mettendo al primo posto i più poveri.
Abbattiamo prima di tutto i confini tra di noi, accogliamoci per accogliere.
Grazie, perdonate l'appello.
CONTATTI per aiuti, contributi e disponibilità
Flavio Bogani tel. 031265225 (orari ufficio); Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
18 agosto 2016
AL PREFETTO, AI CITTADINI EUROPEI, AI FRATELLI MIGRANTI
SITUAZIONE AL CONFINE
Respingimenti
Siamo riportati in Italia anche se abbiamo fatto richiesta di asilo: alcuni lo comunicano alla polizia svizzera oralmente, altri per iscritto. Respingono tutti, compresi minori, donne in cinta e persone in difficili condizioni di salute, senza rispettare i trattati internazionali.
Ci rimandano indietro senza assistenza legale e senza la possibilità di prendere contatto con degli avvocati. Ci sono barriere linguistiche e mancanze di traduzione, così che le persone vengono rimandate in Italia senza avere alcuna idea della loro situazione o dei loro diritti.
Controlli di polizia
La polizia svizzera ci arresta e ci spoglia, anche minori e anziani. C’è stato il caso di una donna molto anziana che ha dovuto spogliarsi davanti un uomo, anche se la sua religione glielo impedirebbe. È uscita dalla stanza piangendo.
La polizia usa la forza contro i migranti che rifiutano di spogliarsi. Inoltre ispeziona sistematicamente le loro parti intime, pratica estremamente umiliante.
Trasferimenti forzati
La polizia italiana trasferisce i migranti con la forza da Ponte Chiasso al sud Italia, senza informarli riguardo la loro destinazione. Viaggiano dalle 15 alle 20 ore, famiglie e amici vengono separati.
Inoltre, quando siamo rimandati a sud alcuni hanno sofferto le violenze della polizia, sono stati picchiati o messi in luoghi degradati. Là hanno preso le nostre impronte con la forza, le minacce o l’inganno, senza preoccuparsi di spiegarci la nostra situazione legale.
SITUAZIONE AL CAMPO
Ora siamo bloccati in stazione da oltre 6 settimane. Le persone hanno addosso molta pressione, frustrazione e disappunto. Sempre più persone ne soffrono: una donna ha perso il suo bambino, un’altra ha avuto un attacco epilettico, il numero di persone con problemi di salute cresce di giorno in giorno. Questa dolorosa situazione ci spinge a compiere azioni disperate, ma non siamo cattive persone, siamo semplicemente migranti.
Grazie all’aiuto di molti volontari, al momento per quanto riguarda cibo, acqua e docce la situazione è sopportabile. Ma se il nostro problema principale – la chiusura del confine – non cambia, diventerà presto insostenibile. Non vogliamo essere spostati in un luogo nascosto, dove ci si possa dimenticare di noi e dei nostri problemi.
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