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(Roma, 19 gennaio 2017) “La scorsa settimana abbiamo presentato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta, a prima firma della collega Maria Chiara Gadda, all’indirizzo del ministro degli Esteri Angelino Alfano, affinché la Confederazione Elvetica possa chiarire le scelte sin qui adottate nella gestione dei migranti e, nello specifico, della riammissione di cittadini stranieri alla frontiera di Chiasso con particolare riguardo al trattamento riservato ai minori stranieri non accompagnati”. Lo dichiarano i deputati comaschi Chiara Braga e Mauro Guerra alla luce del delicato momento che il territorio di Como sta attraversando anche a riguardo della presenza di un considerevole numero di minori non accompagnati.  “Secondo quanto emerso dal rapporto di agosto 2016 sulle riammissioni di cittadini stranieri  alla frontiera di Chiasso, elaborato dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), e dalle informazioni acquisite dalla Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza ed espulsione, - spiegano i deputati comaschi - nel periodo ricompreso tra il 1 di maggio e il 30 settembre 2016, gli arrivi certificati di cittadini stranieri in territorio svizzero sarebbero stati più di 21.500, di cui 6.900 minori, mentre le riammissioni semplificate effettuate dalle autorità svizzere verso il confine italiano sono state 9.440, 2.361 delle quali hanno riguardato minori stranieri non accompagnati”.

 “Da queste fonti – ribadiscono Braga e Guerra - risulta che i migranti abbiano dichiaratamente manifestato l’intenzione  di presentare istanza di asilo in Svizzera ma di essere stati impossibilitati a formalizzare la richiesta. Si fa riferimento a respingimenti collettivi compiuti dalle autorità svizzere senza una valutazione dei requisiti per l’ottenimento delle forme di protezione internazionale o umanitaria previste. Mentre, risulterebbero numerose le violazioni effettuate ai danni di minori non accompagnati ai quali sarebbero state indistintamente applicate regole sulla riammissione in vigore per le persone straniere maggiorenni e adulte, senza quindi alcuna specifica tutela per la  loro condizione di minori”.

“Un fenomeno nazionale, quello dei minori stranieri arrivati soli in Italia che interessa, secondo gli ultimi dati ufficiali riferiti all’anno 2016, 25.846 tra ragazzi e bambini. Si tratta di un numero più che raddoppiato rispetto all’anno 2015. A questo fenomeno la politica sta dando risposte concrete. C’è infatti finalmente in dirittura d’arrivo una legge a tutela dei minori stranieri non accompagnati il cui testo, approvato alla fine di novembre dalla Camera, verrà discusso e portato in approvazione la prossima settimana in Senato". 

“Se approvata  in via definitiva, e ci auguriamo sentitamente che ciò accada,  questa legge consegnerà al nostro Paese e all’Europa uno strumento di riferimento con regole precise e organiche in un continente dove ad oggi ancora non ne esistono. Non a caso, infatti, la legge italiana sarà la prima in Europa di questo genere”.

“Un punto di arrivo importante – concludono Braga e Guerra - che potrà fare da apripista e da stimolo per tutto il resto dell’Europa affinché, come sollecitano anche le maggiori organizzazioni internazionali che si occupano di bambini, ci si doti finalmente di una normativa europea, per dare una risposta coordinata al bisogno di tutela di questi bimbi e ragazzi, proteggendoli da ogni forma di violenza, abuso e di traffico umano”.

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Riuscitissima la manifestazione di questa mattina a Firenze dei lavoratori del settore tessile-abbigliamento (420mila addetti) e del calzaturiero (80mila addetti) per il rinnovo dei contratti nazionali, scaduti entrambi il 31 marzo 2016, organizzata dalle sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil insieme allo sciopero di otto ore, la cui partecipazione si è attestata attorno all'80%.
"Non è un caso se abbiamo deciso di venire a manifestare a Firenze e nel corso di una delle più importanti rassegne di moda (Pitti Uomo ndr), perché se si fanno profitti, allora è giusto che si garantiscano anche diritti e salari". Così i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani dal palco di Piazza dell'Unità, dove si è concluso il corteo cui hanno partecipato più di 5mila lavoratori venuti da tutt'Italia. "Non siamo disposti ad accettare un contratto a costo zero, così come non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno” hanno incalzato. “Chiediamo un contratto dignitoso che difenda diritti e salario, insomma un contratto normale – hanno concluso - , ma le posizioni oltranziste di SMI e la retromarcia inaspettata di Assocalzaturifici sono inaccettabili".

Firenze, 13 gennaio 2017

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Como, 7 dicembre 2016 - Venerdì 9 dicembre invece scatterà lo sciopero degli straordinari dei lavoratori di Poste Italiane che si protrarrà
fino al 9 gennaio 2017. I lavoratori protestano ancora, dopo lo sciopero nazionale del 4 novembre, contro l’ipotesi di privatizzazione del capitale di Poste, oltre che per i disservizi creati dal recapito a giorni alterni, verso il quale di recente anche il Parlamento dell’UE ha espresso una posizione contraria, e per rivendicare un piano di rilancio della logistica. Infine, i sindacati (Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confasal.Com e Ugl Com) denunciano la grave situazione degli uffici postali, dove gli organici sono carenti e dove lavorano dipendenti part time che aspettano da anni la trasformazione del loro contratto a tempo pieno. "Siamo preoccupati - aggiunge Giovanni Fagone, segretario provinciale Slc - per il carico di lavoro, insieme al mancato impegno che l'azienda aveva assunto sia sulla formazione che sul potenziamento dei mezzi. Segnaliamo anche le gravi difficoltà dei portalettere per quanto concerne l'aggravio dei carichi di lavoro in concomitanza al periodo natalizio ma non solo, unitamente alle commesse Amazon (pacchi) e al fatto che l'organico è ai minimi termini causa pensionamenti e uscite incentivate, senza che vi siano sostituzioni stabili. La situazione in alcune zone della provincia è grave,
Pensiamo all'Alto Lago, alla luce anche delle condizioni morfologiche". Per maggiori informazioni: Giovanni Fagone, segretario provinciale Slc

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Straordinario risultato nel referendum del 4 dicembre che ha bocciato la deformazione della Costituzione proposta dalla Renzi- Boschi e insieme ha reso inservibile la legge elettorale ipermaggioritaria per la Camera (Italicum), che per di più è in attesa del giudizio della Corte costituzionale.

Il primo grande risultato è l'affluenza al voto. Hanno votato i 2/3 degli aventi diritto, in controtendenza con le recenti consultazioni, confermando che gli elettori quando sanno di poter contribuire a decidere partecipano e votano.

Grazie alle elettrici e agli elettori italiani per questa prova di maturità e di impegno.
Per di più questo conferma che la Costituzione non è affatto lontana dall'attenzione dei cittadini, che invece si sono dimostrati ben consapevoli della sua importanza a garanzia della convivenza civile nel nostro paese, della qualità della nostra democrazia, dell'attuazione effettiva di diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione, ecc.) in essa ben descritti e per la cui attuazione occorrono assetto istituzionale e modalità decisionali coerenti con gli obiettivi.

Chi pensava che aumentando il numero dei votanti avrebbe vinto il Si ha sbagliato i suoi conti. Gli elettori hanno votato in tanti, anzi hanno fatto le code per votare e per bocciare a stragrande maggioranza la deformazione della Costituzione voluta dalla Renzi- Boschi.
Noi non abbiamo mai creduto a questa predizione, che in sostanza giudicava gli elettori immaturi. Noi abbiamo sempre chiesto anzitutto agli elettori di andare a votare, ritenendo che il voto sia una prova di maturità e di democrazia. Per questo la nostra iniziativa referendaria ha sempre avuto fiducia negli elettori, nella convinzione che convincere astenuti ed indecisi a votare è in sé un contributo importante alla partecipazione democratica. Questo lo rivendichiamo con orgoglio.

Il voto non lascia dubbi, il No ha stravinto. Dal 4 dicembre scorso chiunque proporrà modifiche della Costituzione dovrà prestare grande attenzione alla loro coerenza con lo spirito e l'impianto della nostra Carta fondamentale, che non può e non deve essere stravolta nei principi fondamentali. Inoltre in futuro dovranno essere sottoposte solo proposte chiare agli elettori mettendoli in grado di scegliere, senza i confusi imbrogli della deformazione Renzi- Boschi.

Ora occorre continuare non solo con la vigilanza sul rispetto dell'esito del voto, ma pretenderemo che mai più ci siano provvedimenti come jobs act, trivelle a gogò, buona (pessima) scuola, acqua non più pubblica. Rivendichiamo il diritto di Comitati come il nostro, che sono rappresentanti dei cittadini e da essi partecipati (oggi sono circa 750 i nostri comitati territoriali) di essere ascoltati e messi in condizione di fare circolare le loro opinioni.

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