Como, 20 novembre 2017 - Il mancato rinnovo del contratto nazionale degli operai edili dopo 1 anno e 5 mesi dalla scadenza del precedente, è un atto ostile contro i lavoratori. Dal luglio 2016 la trattativa non è mai entrata nel merito della piattaforma presentata dai sindacati.
La delegazione dell’Ance, a livello nazionale, non è in grado di esprimere la volontà di arrivare in tempi brevi alla firma del contratto. Il ridisegno degli assetti dirigenziali da un lato e la dialettica interna sulla gestione delle materie previste dal contratto dall’altro, pone l’Ance in una condizione di dilatare in continuazione i tempi per affrontare i temi posti dalla piattaforma.
La presentazione di una contro-piattaforma a febbraio. da parte delle delegazioni datoriali esplicita la volontà di non dare risposte concrete alle esigenze dei lavoratori.
In aggiunta ai temi per il rinnovo , gli operai edili sono in mobilitazione anche per l’assenza di risposte concrete sull’anticipo dei tempi di approdo alla pensione. Il 70% di respinte delle domande di Ape Social da parte dell’Inps, l’innalzamento dell’età di vecchiaia fino a 67 anni proposto dal Governo Gentiloni, sono elementi che non tengono conto di quanto sia faticoso svolgere il lavoro del muratore.
A proposito delle notizie apparse stamani sui mass media, la Segreteria provinciale del Pd di Como precisa quanto segue:
“Il Partito democratico della Provincia di Como smentisce con fermezza le notizie diffuse a mezzo stampa circa intese con Forza Italia. La vicenda Como Acqua non può e non deve essere ridotta a mero battibecco tra partiti, né si può e si deve pensare che sarà un accordo tra partiti a sgombrare il campo rispetto ai temi emersi nelle ultime settimane.
La piena titolarità di dirimere la questione e condurre a conclusione il processo di fusione in Como Acqua è della presidente della Provincia e dei sindaci, che, senza alcuna distinzione di colore politico, hanno lavorato per mesi affinché questo processo avesse il via libera da parte dell'Assemblea competente.
Auspichiamo che la gestione pubblica dell’acqua sia salvaguardata e che un tema così importante non venga strumentalizzato da alcuno per calcoli politici”.
Il terzo incontro della Rassegna sulle mafie "5 colpi alla 'ndrangheta"
Mercoledì 22 novembre alle ore 21 nella sala “Brenna” di via Trieste n. 9
MARIANO C.SE (CO) – Un incontro per spiegare come i Comuni si possono attivare per combattere le mafie. E’ questo l’oggetto del terzo incontro della Rassegna "5 colpi alla 'ndrangheta, che si terrà mercoledì 22 novembre a Mariano Comense.
L’incontro è previsto alle ore 21 presso la sala “Brenna” di via Trieste n. 9 (ingresso anche da via Passalacqua Trotti) di Mariano Comense, ed ha per titolo "Le Reti istituzionali antimafia e l’utilizzo dei Beni confiscati".
Durante la serata si discuterà di come i Comuni abbiano la possibilità di fare rete per combattere la criminalità organizzata, proponendo alcune azioni che gli Enti Locali possono adottare per prevenire le infiltrazioni mafiose, tra cui ad esempio l’istituzione di Commissioni antimafia comunali o reti sovracomunali, e l’emanazione di bandi per l’assegnazione a fini sociali dei Beni confiscati alla criminalità.
Interverranno alla serata due relatori, entrambi amministratori pubblici:
David Gentili, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano e componente di “Avviso Pubblico”,
e Giorgio Garofalo, presidente del Consiglio comunale di Seveso e membro della rete “Brianza SiCura”.
L’incontro è moderato da Christian Galimberti, giornalista de La Provincia di Como.
Como, 16 novembre 2017 - Dopo la decisione dell'assemblea dei soci di ieri e l'interruzione del processo di fusione di Como Acqua, il futuro è più incerto per i lavoratori delle 12 società pubbliche che oggi si occupano del settore: " Siamo preoccupati per l'instabilità generata - commenta il segretario della Cgil lariana Giacomo Licata - a oggi, per 153 lavoratori, manca la certezza di un percorso garantito. Inoltre, ieri è andato in scena uno spettacolo politico indecoroso, con un'ingerenza da parte della Regione assolutamente non giustificata e alcuni esponenti politici locali "telecomandati" da altri interessi. Inoltre, i mancati investimenti, derivati dallo stop a Como Acqua, hanno una ricaduta e ritardano maggiormente gli investimenti, e questi sono danni che peseranno sulle tasche dei cittadini comaschi". Ora, probabilmente, si andrà entro settembre 2018 a una gara in cui potranno partcipare anche Società private multinazionali. "Se vogliamo ancora salvare la gestione pubblica dell'acqua, evitare che le pesanti sanzioni comunitarie si scarichino sul territorio, e se il problema fosse davvero solo tecnico, come si è discusso ieri - conclude Giuseppe Augurusa, responsabile ufficio legale e delegato alle partecipate della Cgil di Como - è ancora possibile incaricare una società terza per una nuova verifica dei dati di bilancio dell'intero sistema idrico (attraverso una rigorosa due diligence), come sollecitato da taluni, si individuino i cespiti non valutati e si faccia pulizia, si predisponga un piano industriale, anche minimo. Così, si potrebbe tornare a votare la fusione in primavera ed alla richiesta da parte dell'ATO alla AEEGSI di una proroga sul periodo transitorio.
Fabrizio Baggi (Segreteria Provinciale Prc/SE Como) e Giulio Russo (Segretario del Circolo territoriale Prc/SE Bassa Brianza) hanno dichiarato:
«Il comportamento del Segretario del PD Matteo Renzi è a dir poco inqualificabile. Proprio nei giorni in cui il Governo guidato dal suo Partito è stato condannato addirittura dall’ONU per la disumana gestione dei flussi migratori e per gli accordi criminali stretti con la Libia senza dare uno straccio di risposta, fa finta di nulla e continua la sua pagliacciata elettorale in giro per le stazioni italiane.Domani, giovedì 16 novembre il “treno di Renzi” arriverà nella stazione di Cantù – Cermenate (CO) e ci auguriamo che la cittadinanza, come è successo in molte altre città, gli metta davanti tutte le responsabilità che lui, i sui deputati, senatori e ministri hanno nei confronti della situazione catastrofica nella quale versa l’Italia.Altro che farsi campagna elettorale a slogan su e giù dai dai treni. Renzi farebbe molto meglio se provasse a capire in quale situazione viaggiano centinaia di pendolari ogni giorno per recarsi in luoghi di lavoro ormai totalmente privi di diritti e scuole trasformate in aziende a causa delle leggi varate dal suo governo».
Como, 15/11/2017
Le recenti difficoltà del processo di aggregazione delle 12 società che gestiscono il servizio idrico integrato in provincia di Como in un'unica società pubblica sono sfociate ieri nella bocciatura della proposta di fusione da parte dell'assemblea dei soci.
Per Gianmarco Corbetta, Consigliere regionale del M5S Lombardia, "La situazione è davvero molto preoccupante. I cittadini del Comasco sono stati lasciati da soli di fronte alle grandi holding dell’acqua. L'acqua ancora una volta è stata merce di scambio elettorale tra i partiti.
Fino ad oggi Como Acqua è stata una chimera vittima di imboscate in questo o quel Comune nella lotta intestina che dilania PD, Forza Italia e Lega. Costituita nel 2014 per divenire la società pubblica che gestisce unitariamente il servizio idrico, non è mai decollata, vittima dei paladini che tentano di bloccare il processo per favorire gli interessi delle società quotate in Borsa. Ora tutti gli attori in campo devono fare il massimo per scongiurare la prospettiva che a gestire il servizio siano società quotate in borsa, con logiche di profitto che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei cittadini!
Ma allo stesso tempo la fusione degli attuali player in un'unica società pubblica in house di per sé non è sufficiente a garantire gli interessi dei cittadini e il rispetto dello spirito referendario del 2011.
Con il referendum i cittadini si sono espressi in modo molto chiaro: vogliono acqua pubblica e senza profitto. Eppure l'acqua genera ancora dei profitti enormi in Lombardia.
"L’acqua è ormai diventata la mucca da mungere – continua Corbetta - senza reali possibilità di controllo da parte dei consiglieri comunali e tanto meno dei cittadini, nonostante la natura pubblica di molte di queste società. Difatti hanno regole tali per cui nessuno controlla e il cittadino non può in alcun modo partecipare alla definizione degli indirizzi gestionali. L'unica soluzione per evitare queste distorsioni della volontà popolare espressa con il referendum del 2011 è quello di dotare Como Acqua della natura giuridica di Azienda Speciale.
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