È in gioco il futuro di 153 lavoratori impiegati nelle 12 società pubbliche che oggi si occupano del settore. La Cgil di Como, per questa ragione, segue con attenzione l'andamento della vicenda che riguarda la fusione e l'incorporazione delle società partecipate nella nuova società gestore unico del servizio idrico integrato “Como Acqua”.
«La Filctem ha condiviso il percorso, e ha chiesto l'istituzione di un tavolo per la contrattazione di un “accordo quadro” per la gestione contrattuale e gli inquadramenti dei lavoratori che confluiranno nella nuova realtà – spiega il segretario provinciale della Cgil Giacomo Licata -. Si aggiungano ai lavoratori in essere qualche decina di contratti a tempo determinato che non sono stati stabilizzati. in attesa della nuova organizzazione che avrebbe riguardato le attuali aziende di gestione. Bisogna far presto per dare risposte certe ai lavoratori così da evitare polemiche costruite ad arte come quella sugli aumenti di livello che riguardavano invece situazioni pregresse da sanare. Servono risposte per i lavoratori ancora precari che in alcuni casi sono al plurimo rinnovo contrattuale». I cittadini devono essere tutelati e venire a conoscenza delle diverse situazioni: «Se l’assemblea dei sindaci del 25 ottobre darà esito positivo, entro l’anno si potrà andare dal notaio per l'incorporazione e dal 1 gennaio
Il Comitato Acqua Pubblica di Como interviene sulla questione dell’affidamento del servizio idrico a Como Acqua srl.
Il Comitato, che aveva coordinato il vittorioso Referendum del 2011 contro la privatizzazione dell'acqua, si dice ora preoccupato per la scelta di alcuni comuni di ritardare l'adesione alla società unica, totalmente pubblica, per la gestione dei servizi idrici. Secondo il Comitato si è perso fin troppo tempo, per cui a questo punto è necessario lasciare da parte gli aspetti tecnicistici (che spesso vengono solo usati strumentalmente da alcuni partiti per “riposizionarsi” ai vertici della nuova azienda pubblica) e arrivare al più presto all’operatività di Como Acqua. In caso contrario il rischio sarebbe quello della privatizzazione!
Infatti se non venisse concluso in breve tempo l'affidamento, da parte di tutti i comuni comaschi, alla società Como Acqua, vi è il pericolo di buttare alle ortiche il percorso scelto dagli stessi comuni fin dal 2011. Il rischio è quello di dover mettere a gara l'affidamento del servizio, gara che significherebbe aprire ai privati, annullando di fatto il risultato del referendum del 2011, con cui la maggioranza degli italiani (e quindi anche dei cittadini della provincia di Como) si erano espressi in maniera chiara e inequivocabile per la gestione totalmente pubblica dei servizi idrici.
Il circolo di Legambiente “Angelo Vassallo” con l’adesione delle associazioni FIAB Como biciamo, Iubilantes e La città possibile Como sottolinea la preoccupante situazione di inquinamento ambientale che si protrae da giorni e che quest’anno è iniziata ancor prima dell’accensione dei riscaldamenti.
Chiede al Sindaco di Como, in quanto figura posta a tutela della salute pubblica,
• un impegno concreto con provvedimenti che non espongano continuativamente la cittadinanza a livelli di inquinamento atmosferico oltre i limiti e soggetti alle sanzioni UE
• piani della sosta in occasione delle manifestazioni attrattrici di traffico • un programma stringente di controlli sulle caldaie più inquinanti, pubbliche e private
• applicazione della norma regionale di divieto di uso di camini aperti e caldaie a legna a bassa efficienza in città, controlli e sanzioni
• applicazione anticipata del protocollo regionale aria in caso di continuità di alti valori di polveri (la continuità provoca i maggiori danni alla salute dei cittadini) e impegno a considerare per i controlli ai veicoli inquinanti i valori di PM10 relativi alla città e non quelli mediati con Erba, che si trova in un’area orograficamente non omogenea In particolare chiede la sospensione o la deviazione dalla convalle del rally
automobilistico previsto per il prossimo fine settimana, altamente inquinante per polveri e acustica, così come la stesura di un “protocollo per le emergenze” che seguiranno nei prossimi quattro mesi se non si metteranno in pratica provvedimenti strutturali.
Gli episodi di vandalismo che si ripetono con sconcertante periodicità all'asilo nido di via Giussani (quattro a giugno e due alla ripresa dell'attività), richiedono un intervento urgente e definitivo. I sindacati segnalano la necessità di mettere in sicurezza la struttura attraverso misure e accorgimenti da avviare nel breve e lungo termine. Gli interventi, a deterrenza di nuove incursioni, possono contemplare un impianto di videosorveglianza, un sistema di allarme che riguardi tutto lo stabile ed il rafforzamento di porte ed infissi. Si ritiene importante non sottovalutare lo stato di insicurezza e pressione psicologica che grava sulle operatrici, le quali, oltre a vivere un disagio palpabile, si devono continuamente sobbarcare gli oneri della pulizia dei locali imbrattati dai vandali.
Un protocollo d’intesa per la realizzazione di attività di volontariato nell’ambito di progetti di inserimento sociale per i migranti nel Comune di Como. Con uno scopo ben preciso: il riconoscimento della dignità di queste persone e un principio di restituzione verso la comunità che li accoglie. È l’impegno che Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco, consiglieri comunali del Pd, assieme a Vittorio Nessi, Barbara Minghetti e Maurizio Traglio, consiglieri comunali di Svolta Civica per Como, chiedono a sindaco e Giunta in una mozione congiunta in cui trattano, appunto, il lavoro volontario dei migranti richiedenti asilo.
E per questo ricordano che “sul territorio comunale di Como sono ospitate diverse centinaia di persone richiedenti asilo politico che, in attesa di avere risposta sul riconoscimento del loro status, sono accolte in varie strutture cittadine”, ma anche che in città sono presenti numerose organizzazioni vincitrici di bando che, in stretto contatto con la Prefettura, si occupano di queste persone.
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