“malagestione” del territorio non tanto il fatto che in un giorno è caduta l’acqua che sarebbe dovuta cadere in un mese. Le intense piogge di questi giorni non bastano infatti a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio. Per risolvere il problema è ’ necessario superare la logica emergenziale d’intervento , quella che tampona gli incidenti e assumere rispetto al territorio un atteggiamento piu’ consapevole, piu’ responsabile e lungimirante. Le cause di questi dissesti non sono un mistero ma sono oggettivamente note a tutti: i Comuni continuano a costruire togliendo lo spazio vitale alle acque. S’impermeabilizza il territorio e l’alveo dei corsi d’acqua viene ristretto e canalizzato; la vegetazione ripariale che difende le sponde dall’erosione e rallenta la furia delle acque, viene regolarmente tagliata; i boschi in montagna non sono governati, ma sono abbandonati o sfruttati all’eccesso, perdendo l’importante capacità di trattenere le acque nel terreno.
Per questo richiamiamo gli Amministratori alle loro responsabilita’: chiediamo in modo urgente che invece di sperperare fondi in poltrone istituzionali, studi di fattibilità di nuove autostrade , si occupino di attuare UN PIANO DI DIFESA DEL SUOLO interdiscplinare, che metta insieme le varie competenze provinciali di idrogeologia, ecologia, scienze forestali, pianificazione. Un piano vincolante, in grado di frenare la cementificazione selvaggia del suolo. Un piano capace di avviare un’azione diffusa di rinaturazione del territorio – come sta avvenendo nei più grandi bacini europei come la Loira, il Reno, il Danubio, basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna (rimboschimenti, governo sostenibile delle foreste) e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura (ampliamento delle aree golenali, ripristino e ricostruzione zone umide….)
Elisabetta Patelli presidente Verdi della Lombardia