--- 24 agosto ---
Circa due mesi fa, la Corte dei Conti dell'Unione Europea ha pubblicato uno studio (link in fondo) in cui ha analizzato la situazione delle grandi opere e delle grandi infrastrutture in costruzione nel vecchio continente. Tra queste è presente anche la Nuova Linea Torino-Lione (NLTL).
Cosa è emerso da questa analisi? Leggiamo insieme i dati elaborati dalla Corte UE
La costruzione del tunnel di 57 km attraverso le Alpi produrrebbe circa 10 MILIONI di tonnellate di CO2, le quali sarebbero compensate - qualora tutto proceda secondo i piani degli enti appaltanti - non prima del 2055.
Se però lo spostamento del traffico da gomma (cioè da camion e auto) al ferro (cioè al treno) dovesse raggiungere solo la metà dei volumi previsti, la compensazione delle emissioni non avverrebbe prima del 2080. Ciò significa trent'anni dopo la scadenza massima del 2050 stabilita dall'IPCC, ovvero l'anno in cui dovremo arrivare a ZERO EMISSIONI globali per evitare le più disastrose conseguenze del riscaldamento globale!
La sua realizzazione, pertanto, non è in linea con gli obiettivi di neutralità climatica stabiliti dell'Unione Europea. I quali, peraltro, sono già troppo blandi, visto che per rispettare il principio di #GiustiziaClimatica dovremmo azzerare le nostre emissioni già nel 2035.
Nonostante il parere negativo da parte della Corte dei Conti sulla #sostenibilità del progetto, nonostante il no del sindaco di Lione, il Governo e la Regione Piemonte non hanno alcuna intenzione di revisionare il progetto: anche di fronte all'evidenza scientifica, quando si tratta di clima, l'interesse esiste solo nelle parole e in campagna.
Vuoi approfondire l'argomento? Qui trovi il link allo studio della Corte dei Conti: https://drive.google.com/file/ d/1dFfkHgOHwlUrT_ 3Ub3x5QYL528RG6K8k/view
--- 25 agosto ---
Sono 361 milioni di ettari, le foreste bruciate nel mondo negli ultimi 18 anni. Subito dopo i combustibili fossili, la deforestazione é la seconda causa dei cambiamenti climatici. Da una parte le foreste che bruciano immettono in atmosfera enormi quantità di anidride carbonica, dall’altra scompaiono i principali polmoni del pianeta che assorbono i gas serra.
Dal 2001 al 2018 la copertura arborea mondiale si è ridotta del 9%. In Brasile sono stati persi 53.8 milioni di ettari di foreste, in Indonesia 25.6, in Argentina 5.77, in Malesia 7.73, in Paraguay 5.75.
L'80 per cento della deforestazione è dovuta alla necessità di fare posto ai pascoli per la produzione di carne, soia e olio di palma, richiesti dai Paesi occidentali che consumano e sprecano sempre di più.
Va poi aggiunta l’industria del legno che spesso fa da apripista al taglio delle foreste.
Ecco perché dietro le immagini dell’Amazzonia che brucia (e non solo) si nasconde anche l’import europeo.
L’Italia è il massimo importatore europeo di carne bovina congelata dal Brasile (25,4 mila tonnellate per 134,7 milioni di euro nel 2018). Il 50 per cento di questa carne è utilizzata per produrre la Bresaola della Valtellina Igp.
Nel 2018 l’Italia ha importato 267 mila tonnellate di soia (per 92,5 milioni di euro) dal Brasile e 114 mila tonnellate (per 37,4 milioni di euro) dal Paraguay (da cui è primo importatore europeo). Questa soia è usata per il 90 per cento per la produzione di mangimi, destinati ai nostri allevamenti intensivi.
Scegliamo cosa mangiare! L'atto "politico" piú incisivo avviene quando si va a fare la spesa!
[Fonti: DataRoom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera : https://www.corriere.it/ dataroom-milena-gabanelli/ clima-ecco-come-l-italia- contribuisce-deforestazione- dell-amazzonia-non-solo/ 16a04082-1b34-11ea-9c4c- 98ae20290393-va.shtml]
--- 27 agosto ---
PIÚ PARCHI PER LA TUTELA DEL SUOLO!
Alla luce della crisi climatica che stiamo vivendo non esistono logiche ambientali di buon senso che sostengono la riduzione delle aree verdi.
Purtroppo nella nostra regione esistono, invece, logiche amministrative per cui la riduzione delle aree verdi é spesso ritenuta fondamentale in quanto associata a uno sviluppo immobiliare o infrastrutturale.
Negli anni, l'efficacia di una reale azione pianificatoria in grado di limitare il consumo di suolo é stata minata, anche, da un utilizzo "distorto" degli oneri urbanistici (oneri di urbanizzazione e contributo commisurato al costo di costruzione), usati come voci di entrata nei bilanci comunali. Ciò ha portato a nuove urbanizzazioni, senza però considerare ad esempio i fabbisogni abitativi locali.
Impermeabilizzare un suolo naturale, agricolo o forestale significa compiere una scelta, di fatto, irreversibile. Il suolo, infatti, é la piú grande riserva di carbonio organico esistente e gioca quindi un ruolo chiave nel ciclo globale del carbonio. Inoltre il suolo fornisce una serie di servizi ecosistemici alle comunità resilienti come la mitigazione del clima, la regolazione dei flussi idrici verso le falde o i corsi d'acqua e il favorimento della crescita della vegetazione.
Nuove lottizzazioni residenziali, commerciali o industriali non devono essere piú concesse in un territorio altamente urbanizzato come il nostro. I piani di governo del territorio devono puntare ad azzerare o a decrementare i tassi di consumo di suolo, incentivando il recupero del patrimonio edilizio esistente e il ripristino a verde delle aree RCI dismesse. Oltre che i piani di governo del territorio non devono piú ammettere la realizzazione di nuove opere viarie, in quanto sul sistema infrastrutturale bisognerebbe spostare una quota sempre piú elevata di mobilità privata verso la mobilità collettiva.
Aderendo a un parco, quindi, un'amministrazione comunale, non si limita ad approvare un semplice pgt che non preveda piú nuovo consumo di suolo, ma indirizza la pianificazione urbanistica verso una logica di valorizzazione del territorio, tale per cui il suo valore si può elevare al punto da non mettere minimamente in discussione cambi di destinazione d'uso (ad esempio da boschivo a residenziale).
Quindi, alla domanda:
"Servono nuovi parchi che tutelino le aree verdi esistenti?"
La risposta é sí.
--- 28 agosto ---
L'INAUGURAZIONE DEL TUNNEL DI BASE DEL MONTE CENERI IN SVIZZERA E LA MANCANZA DI INVESTIMENTI NELLE FERROVIE IN ITALIA
Il prossimo 4 settembre nella vicina Svizzera, verrà inaugurato il tunnel di base del Monte Ceneri, inserito nel progetto svizzero di alta velocità ferroviaria AlpTransit (progetto che ha già completato la realizzazione del tunnel di base del Gottardo).
Mentre in Italia, si fa propaganda sulla TAV Torino - Lione, che oggettivamente collegherebbe il "nulla al nulla", in quanto i maggiori volumi di traffico merci scorrono lungo il corridoio europeo Rotterdam - Genova, non sulla Lisbona - Kiev, a breve sulle linee ferroviarie lombarde verranno convogliati ancora piú treni merci provenienti dalla Svizzera.
A fronte di ciò qual è lo stato delle infrastrutture ferroviarie in Lombardia?
Due esempi. In Lombardia abbiamo due gronde ferroviarie pedemontane che si innestano proprio lungo la linea del Gottardo. La prima a nord, é la Como - Molteno - Lecco (continuazione della Malpensa - Varese - Arcisate Stabio - Como) e la seconda é la Seregno - Carnate - Bergamo (continuazione della Novara - Seregno).
Nonostante sulla prima gronda * insistono circa 2 milioni di abitanti in una zona densamente edificata che necessita di interventi urgenti per l'eliminazione del traffico veicolare su gomma, la linea è depotenziata al massimo per i passeggeri e addirittura nemmeno considerata per le merci. L'altra gronda, la Seregno - Bergamo è stata anch'essa depotenziata, tant'è che a partire dal 9 dicembre 2018 il servizio ferroviario tra Seregno e Carnate è stato addirittura sospeso.
Da sempre il sistema dei trasporti lombardo ha mancato nel definire gronde orizzontali a scala regionale che realizzassero il collegamento fra i poli di secondo ordine, cerniere di territori densamente urbanizzati con un sistema infrastrutturale radiale su Milano. Quindi ora la domanda non é se vi siano gronde piú o meno importanti, ma se vogliamo davvero realizzare un sistema intermodale di collegamento tra servizi a scala territoriale che possa sostituire (l'inefficiente) rete stradale ormai al collasso.
*(Sulla stessa linea sono distribuiti 25.000 studenti fra i vari plessi scolastici).