PRC-S.E. - Il Centro Permanente per i Rimpatri di Gradisca D'Isonzo è stato ancora una volta teatro di una morte annunciata. Un ragazzo albanese, in quarantena per emergenza covid è stato ieri trovato morto nella sua cella mentre un altro, proveniente dal Marocco, è in terapia intensiva. Non si conoscono ancora le cause specifiche ma a Gradisca da sempre si muore di detenzione, l'ultima vittima risale al gennaio scorso e continue sono le rivolte, i tentativi di fuga, gli atti di autolesionismo. Oggi si può restare rinchiusi in queste galere fino a 6 mesi senza aver commesso alcun reato e il governo promette, con la "riforma" dei decreti Salvini di ridurre i tempi. Ma come diciamo ormai inascoltati da 22 anni queste strutture, che negli anni hanno spesso cambiato nome, sono illegali, incostituzionali, razziste, inutili e persino costose. Sono l'emblema del fallimento delle politiche migratorie europee. Che si faccia come si sta facendo in Spagna e Portogallo, che le si chiuda costruendo percorsi di regolarizzazione per chi cerca un futuro. E si usino quei soldi per affrontare le tante emergenze di chi è colpito dalla crisi non per rafforzare un perverso sistema repressivo.
Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.
Luigi Bon, Segretario provinciale Gorizia PRC-S.E.