Como, 29 luglio 2013 - Da settimane è in corso nella città capoluogo
un’accesa discussione sulla nuova Ztl e sulle ricadute che tale scelta
avrà sulle condizioni e sulle possibilità di accesso in auto in
convalle.
La città di Como, per le sue caratteristiche, presenta evidenti
problemi determinati dal traffico privato, accentuato in particolare
nelle ore di punta dal pendolarismo da e verso la città.
Tale fenomeno produce condizioni particolarmente critiche di
congestionamento del traffico, di code, di perdite di tempo, oltre a
un deterioramento, spesso drammatico, della qualità dell'aria, con
gravi conseguenze sulla salute dei cittadini.
Anche per queste ragioni, la Cgil di Como, considera le motivazioni che
stanno alla base dell'ampliamento della Ztl e del nuovo piano
posteggi una scelta giusta e condivisibile nelle potenziali ricadute
che essa potrà avere nel medio periodo.
Naturalmente tali scelte stanno provocando ricadute e reazioni, in
qualche caso strumentali, in altre legittime, che vanno affrontate e
gestite con buon senso e capacità di inventare soluzioni alternative.
In particolare, ogni giorno diverse migliaia di lavoratrici e
lavoratori, scendono in città per lo svolgimento della normale
attività lavorativa. A loro non si possono chiedere ulteriori
sacrifici. Sono persone spesso con retribuzioni molto basse che
rischiano un ulteriore risicamento del proprio reddito, in alcuni casi
già insufficiente.
Per questa ragione la Cgil, insieme agli altri sindacati, aprirà nei
prossimi giorni una trattativa con il Comune di Como per individuare
la possibilità di convenzioni a tariffe agevolate per evitare da una
parte l'accesso in città di chi può farne a meno, dall'altra
quello di garantire tariffe compatibili con la situazione generale.
L'obiettivo sarà quello di costruire un meccanismo equo e
universale, senza discriminazioni o privilegi, rivolto alla totalità
dei lavoratori, privati e pubblici.
Su questi ultimi, inoltre, registriamo, da più parti, il tentativo di
aprire l'ennesimo scontro tra dipendenti pubblici e privati,
montando una contrapposizione artificiosa che rischia di non portare
da nessuna parte.
Le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego, al pari di tutti
gli altri, svolgono un lavoro fondamentale e insostituibile. Spesso lo
fanno in condizioni difficilissime, in molti casi con retribuzioni
intorno ai 1000 euro mensili e “ferme” da quattro anni.
Troppo spesso le critiche prevenute e generalizzate nascondono
l'incapacità o la non volontà di intervenire dove serve o di
assumersi le responsabilità da parte di chi ha incarichi di direzione.
In tutto ciò, discorso a parte merita la questione dell'autosilo
del Tribunale di Como.
Intanto perchè tale vicenda è normata da convenzioni con il Ministero
della Giustizia, convenzioni in qualche caso vecchie di alcuni decenni
che andrebbero analizzate attentamente, anche per evitare possibili
conflitti e strascichi giudiziari.
Fino ad oggi la vicenda è stata gestita in modo discutibile da parte
dell'amministrazione comunale, rischiando di creare un clima di
tensione in un ambito così delicato della pubblica amministrazione.
Inoltre, presso il Tribunale, operano funzionari con incarichi tra loro
diversissimi ed estremamente delicati: personale delle forze
dell'ordine a supporto d’indagini, funzionari degli uffici con
orari spesso inconciliabili con l'uso di mezzi diversi dal
proprio, persone con reperibilità notturna e festiva che possono
essere chiamate in servizio in ogni momento.
Si tratta spesso di persone, come detto, con retribuzioni che a volte
non raggiungono i 1000 euro, per i quali 50 euro in meno possono fare
la differenza.
Riteniamo quindi che qualsiasi soluzione debba tenere conto di tutto
ciò, e debba tentare di far conciliare le esigenze
dell'amministrazione comunale con quelle delle persone che vi
operano.
Per maggiori informazioni: Alessandro Tarpini, segretario Cgil Como,
335.6363463