Fridays For Future Como - Proprio in questi giorni giunge la notizia del ritrovamento di una discarica privata abusiva a Cantù. Due metri sotto terra, sparsa su un'area grande come due campi da calcio.
Negli scorsi giorni la polizia locale e Arpa Lombardia con l'ausilio di un elettromagnetometro e delle ruspe hanno dissotterrato parte di quanto sepolto nel corso degli anni in un'area di via Sempione. Sei taniche con all'interno un liquido scuro, schiumoso e oleoso. Autobloccanti, materiale ferroso, polistirolo. Blocchi di catrame, pezzi di pluviali in plastica, blocchi di calcestruzzo. Vetro. Già il termine discarica privata fa paura, ma ancor di più per le sue dimensioni, evidentemente sfuggita ed ignorata dalla cittadinanza e dai controlli, ben sapendo che dietro alle attività di stoccaggio e smaltimento di rifiuti spesso pericolosi ci sia dietro la criminalità organizzata.
Il problema dello smaltimento dei rifiuti viene purtroppo sottovalutato, relegandolo come caratteristica di certe aree del sud Italia intasate dai nostri rifiuti. Il problema dei rifiuti non è solo nella Terra dei Fuochi campana, nelle bagnare calabre o nelle cave abbandonate siciliane. Vediamo, infatti, che anche a Mariano ogni tanto succedono incendi strani (come l'ultimo alla discarica del Radizzone nel marzo 2019), che l'ospedale Sant'Anna di Como è stato costruito su tonnellate di materiali pericolosi, ed adesso giunge la notizia della discarica abusiva a Cantù.
Purtroppo chi amministra, come al solito, non è per niente attento alle "bombe" ecologiche. È mancata la vigilanza ambientale sul territorio, ora serve la bonifica dell'area!