Circolo Legambiente Cantù - Green Station Brenna/Alzate - Abbiamo atteso sinora, per manifestare una nostra presa di posizione in merito al tema della “Canturina Bis”, al di la dell’adesione al manifesto firmato da 21 Associazioni, per comprendere appieno la posizione al riguardo delle Istituzioni politiche e territoriali. La speranza era di trovare, dopo le sconvolgenti vicende della pandemia, di una economia anche locale in balia dei settori più retrivi della speculazione, del degrado ambientale, del patrimonio pubblico senza manutenzione alcuna e infine di una qualità della vita che solo si paragona alla quantità di denaro posseduta; una espressione che, di fronte alla costruzione di una infrastruttura inutile, indicasse la necessità di investire il danaro pubblico in manutenzione del patrimonio pubblico e ambientale, mobilità sostenibile, servizi alla persona, sostegno al lavoro, la speranza è stata vana!.
Il coro unanime a favore dell’opera (finanziata da Regione Lombardia ma priva di un serio progetto e senza studi sulla viabilità territoriale) ha unito politica e Istituzioni trovando anche ambigue posizioni delle opposizioni o la loro adesione “condizionata”.
Sorprendente il corollario di contorno alla vicenda, dal livello cittadino con il Sindaco della città, (che ha tenuto per se deleghe all’urbanistica, edilizia privata e grandi opere) che, in un atteggiamento da Ponzio Pilato alla finestra, chiede lumi sul tracciato; al livello politico sovralocale; ci stiamo ancora chiedendo se la Provincia (o il suo fantasma visto che non dovrebbe più esistere) creda davvero che per risolvere la viabilità complessa di una città di 40.000 abitanti si speri di spostare il traffico all’esterno (tangenziali di Milano docet); di una Agenzia del Trasporto Pubblico Locale che se ne sta in un colpevole silenzio, visto che da cinque anni aspettiamo di conoscere i piani per il trasporto pubblico locale, e finalmente di attuare un interscambio efficace con il sistema ferroviario, interscambio che solo può far diminuire il volume di traffico sulle strade (paradossale il caso di Cantù con due stazioni ferroviarie senza collegamenti efficaci tra di loro e con il trasporto su gomma); di un Ente Parco che con il suo Presidente di fresca nomina, si affretta a dare conforto alla proposta, dimenticandosi che prima di consumare anche un briciolo di suolo del Parco si dovrebbe utilizzare la viabilità esistente al meglio e non farla collassare (come sembra voler fare Galbiati) per giustificare interventi inutili; di un gestore ferroviario come Trenord che se ne infischia del livello di servizio e, attraverso un continuo rinnovo ingiustificato dell’appalto da parte di Regione Lombardia (che ne è parte ) impedisce di fatto al treno di diventare l’asse portante del trasporto pubblico locale.
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