Dichiarazione di Intenti
“Abbiamo bisogno di risolvere il problema traffico,
non di nuove autostrade che faranno aumentare il traffico”
Più strade significa più edilizia e quindi più auto e più traffico.
Fermiamo la cementificazione, salviamo le aree verdi che ci rimangono.
Sono un bene preziosissimo. I nostri polmoni verdi.
PREMESSE
1. Considerata la mancanza di un’analisi adeguata della conformazione del traffico autoveicolare nella provincia di Como e zone limitrofe (analisi dettagliata dei flussi in base a percorrenze, orari, tipologie di utenza, distanze percorse, distribuzione su infrastrutture esistenti utilizzate solo parzialmente e che potrebbero essere opportunamente migliorate, potenziate, attivate o riorganizzate);
2. Considerata la mancanza di studi su una possibile politica di gestione della mobilità al fine di RIDURRE IL CARICO DI AUTOVEICOLI CIRCOLANTI e risolvere eventuali criticità residue attraverso sistemi integrati fondati su un ripensamento del sistema mobilità in base a formule INTEGRATE e SOSTENIBILI, che contemplino non solo il trasporto su gomma, ma anche quello su rotaia o altre forme di trasporto;
3. Considerati i molti difetti presenti nei progetti – anche definitivi – dei lotti della tangenziale di Como, evidentemente tracciati senza considerare la reale conformazione del territorio (mancata considerazione dei vincoli paesaggistici, della presenza di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) tutelati dall’Unione Europea, monumenti storici e santuari, gasdotti, roccoli e aree di inanellamento, corridoi ecologici di primo livello ECP, ecc.);
4. Considerato che il tracciato delle tangenziali è palesemente approssimativo, “del tutto non curante dello stato dei luogh”, e “avulso dal contesto entro cui si colloca, totalmente indifferente ai caratteri e alla consistenza insediativa e paesistica che contraddistingue lo stato dei luoghi” (Documento del Comune di Orsenigo verso il piano di governo territorio - che chiede lo stralcio del tracciato - DCO);
5. Considerati gli impatti che la costruzione di una tangenziale e di altri progetti autostradali avrà su un ambiente sensibile come quello interessato dall’opera edilizia in questione, ovvero il notevole e gravissimo impatto ambientale che sarà prodotto dalla loro realizzazione, e considerate le conseguenze che tale impatto avrà sulla salute del nostro ambiente, sulla salute dei cittadini, sulla qualità della vita non solo di chi vive in prossimità delle tangenziali, ma anche di chi sarà privato di importanti polmoni verdi, sulle nostre economie locali (non da ultime quelle a vocazione turistica e agricola), sulla resilienza delle nostre comunità, sulle nostre comunità (gli espropri stanno già annientando economie costruite con anni di fatiche e sacrifici, le attività agricole residue saranno cancellate, il potenziale occupazionale di attività legate a sistemi di mobilità sostenibile annullato);
6. Considerato il degrado che le tangenziali causeranno su “un territorio fortemente connotato sotto il profilo paesistico (indicato quale ‘corridoio ecologico di primo livello ECP)” (DCO), in particolare il degrado degli equilibri idrogeologici locali, della qualità dell’aria (più auto = più inquinamento, e le tangenziali attireranno più auto, mentre i polmoni verdi saranno ridotti);
7. Considerata la mancanza di VAS e VIA elaborate da Enti INDIPENDENTI secondo criteri volti a tutelare tutte le aree soggette a tutela come da indicazioni Europee e nazionali (SIC, Santuari storici, ecc);
8. Considerato il notevole impatto che la costruzione delle tangenziali produrrà non solo in fase di realizzazione, ma anche nella postuma inevitabile fase di cementificazione del territorio prodotta dalla conseguente progressiva edificazione, che attirerà nuovi insediamenti e quindi farà incrementare il numero di auto circolanti, invece di sgravarlo;
9. Considerata la totale mancanza di vincoli all’edificazione posti dalle amministrazioni provinciali e locali per arrestare l’inevitabile processo di cementificazione del territorio conseguente alla creazione di nuove arterie stradali e autostradali;
10. Considerati quindi gli effetti che la creazione della tangenziale e di eventuali altri interventi autostradali avranno sul territorio;
11. Considerato che la necessità di una nuova autostrada o tangenziale è TUTTA DA DIMOSTRARE, considerata la sproporzione della proposta “tangenziale” rispetto all’attuale conformazione del traffico che grava sulle zone critiche locali, e l’inadeguatezza di questa proposta soprattutto alla luce della conformazione del territorio (Como è situata in una conca, se la tangenziale serve a chi venendo da fuori città deve evitare Como, tanto vale utilizzare arterie stradali già esistenti – Novedratese – potenziandole e riadattandole opportunamente così da renderle più funzionali e meno impattanti sui paesi che attraversano);
12. Considerata l’esistenza di una fitta rete stradale già opportunamente utilizzabile, ovvero la smisurata presenza di arterie stradali nella nostra regione, tale da superare i dati delle altre realtà europee in quanto a numero di chilometri di strade per numero di abitanti, considerata la scarsa presenza di interventi di mobilità sostenibile integrata e considerati gli effetti che la realizzazione di alcuni nuovi tratti o collegamenti stradali già in costruzione avranno sui flussi di traffico locali,
13. Considerata la già eccessiva cementificazione del nostro territorio regionale (vedi Allegato 1) e la necessità quindi di salvaguardare ogni possibile area verde residua a beneficio della nostra salute e della resilienza delle nostre comunità;
14. Considerata la vocazione turistica della provincia, il pregio dei territori interessati dal progetto quali polmoni verdi per l’intero comprensorio, nonché il loro valore in termini naturalistici (SIC), paesaggistici e ricreativi;
15. Considerato che, in virtù di quanto sopra, il progetto della tangenziale di Como e di altre opere autostradali risulta essere, al momento, oltremodo sovradimensionato e quindi inutilmente impattante, con un pessimo rapporto costi/benefici (per l’intera comunità) e quindi ampiamente contestabile, nonché sostituibile con alternative di gestione della mobilità fondate su criteri SOSTENIBILI;
16. Considerata l’esistenza di possibili alternative (una buona politica di gestione della domanda finalizzata a ridurre il carico autoveicolare attraverso l’incentivazione e il miglioramento del servizio pubblico – a cui si potrebbero destinare i finanziamenti richiesti per la tangenziale, creando così occupazione STABILE e duratura sul territorio, la riattivazione e il potenziamento di linee ferroviarie già esistenti, la creazione di una metropolitana veloce, sistemi di minibus elettrici di collegamento con le stazioni, l’incremento dell’efficienza dei sistemi viabilistici esistenti (v. studio BOVINI), il piano pedemontana ferroviaria, forme di car pooling, pedibus, idrovie);
17. Considerata l’esistenza di numerosi buoni esempi di mobilità sostenibile integrata a cui ispirarsi, realizzati già da tempo in altre aree urbane europee e italiane, fondati su una ‘pianificazione integrata’ che parte dal presupposto che la pianificazione deve comprendere ELEMENTI DI SOSTENIBLITÀ STRUTTURALI (NON interventi compensativi, NO), ovvero che si deve “PENSARE” a come risolvere il problema in modo che il progetto proposto sia in sé sostenibile ossia a basso impatto, partendo da un’analisi del territorio e delle soluzioni possibili date quelle condizioni (è assurdo dire: dobbiamo fare una tangenziale “perché tutti ce l’hanno”, senza verificare quale impatto avrebbe sul territorio e se effettivamente ci serve e soprattutto proporla come l’unica soluzione percorribile);
18. Considerato che le opere pubbliche sono finanziate con denaro pubblico e n quanto cittadini abbiamo tutto il diritto di controllare come viene speso il nostro denaro e avere voce in capitolo;
19. Considerata l’evidente lacunosa capacità in termini di pianificazione urbanistica e gestione dei problemi nell’interesse comune manifestata dalle amministrazioni locali (vedi esempi come quello del “muro” di Como; quello della paralisi della Varesina dovuta alla scarsissima capacità organizzativa che ha portato due diverse imprese a operare in contemporanea in due punti adiacenti di una strada a elevata percorrenza; i numerosi difetti che emergono in merito a un progetto di grande portata come quello del nuovo ospedale) e considerato il conseguente ingiustificato sperpero di denaro pubblico, nonché la lecita sfiducia che i cittadini ora nutrono nei propri amministratori;
20. Considerata la scarsa volontà ‘progettuale’ in merito alla questione viabilità e l’evidente mancanza di intelligenza gestionale rimarcate dai rilievi sopra esposti (che evidenzino l’inutilità di un’opera a elevato impatto come la tangenziale per risolvere un problema traffico non così gravoso da richiedere un simile tipo di intervento, e l’incapacità di prevedere come, all’opposto, tale intervento aggraverà il problema, data la conseguente edificazione selvaggia del territorio); e
21. Considerato che di fronte alla serie di dubbie scelte gestionali che hanno caratterizzato taluni interventi infrastrutturali anche importanti i cittadini hanno più che diritto di nutrire una forte sfiducia e chiedere ampie garanzie circa l’opportunità di investire in infrastrutture palesemente più dannose che utili),
Tutto ciò premesso, il Coordinamento contro la Cementificazione del Territorio
CHIEDE
agli enti istituzionali preposti (Regione, Provincia, Comuni) di:
- sospendere e abbandonare la realizzazione dei progetti autostradali già in corso d’opera o ancora da definire (tangenziale di Como Lotto 1 e 2, altri interventi ritenuti NON funzionali e sostituibili con soluzioni meno impattanti) e dare il via a un iter più conforme a una normale prassi di buona gestione delle problematiche della viabilità;
- riacquisire il proprio ruolo di amministratori e GESTIRE la questione mobilità per il vero bene comune e nell’interesse di tutti i cittadini e di tutte le categorie economiche e sociali che compongono le nostre comunità, ovvero farsi portatori ed espressione dei migliori esempi di best practice già concretamente realizzati in molte altre realtà europee e non solo; e pertanto
- affidare a un ENTE INDIPENDENTE l’elaborazione di uno studio super partes contenente un’accurata analisi della situazione traffico e mobilità e della sua articolazione locale e provinciale (flussi, infrastrutture esistenti e ristrutturabili, percorsi, trasporti pubblici e alternative esistenti all’uso di auto private, ecc)
- affidare allo stesso ENTE INDIPENDENTE la definizione di UNA SERIE DI POSSIBILI SOLUZIONI fondate su un ripensamento del sistema mobilità sulla base di formule INTEGRATE e SOSTENIBILI, che contemplino non solo il trasporto su gomma, ma anche quello su rotaia o altre forme di trasporto (creabili, incentivabili, potenziabili). Tale Ente dovrà essere del tutto autonomo, ovvero non essere in alcun modo legato, né avere alcun rapporto, nemmeno indiretto, con qualsivoglia parte interessata (costruttori o gestori di servizi) e dovrà soddisfare i requisiti imposti dalla certificazione antimafia. Dette soluzioni dovranno essere conformi alle indicazioni Europee in materia di sostenibilità (VAS, VIA e simili) e ispirate alla massima tutela dell’ambiente e degli interessi di tutte le componenti antropiche, sociali ed economiche del territorio (la comunità nel suo complesso);
- al fine di selezionare tra le varie soluzioni le proposte più adeguate, interagire con le comunità per discutere ogni proposta in un reale spirito di democrazia partecipata; selezionare insieme alle comunità le soluzioni più praticabili e quindi attivare il normale iter previsto per la loro realizzazione con il massimo controllo da parte degli enti preposti per evitare QUALSIASI forma di infiltrazione da parte di elementi affiliati all’antistato.
La corsa alla cementificazione è stata definita come “Un trend che, con la scusa di un rilancio economico che andrebbe a rafforzare un comparto edile in realtà costantemente in crescita, è destinato a degenerare in un effetto domino che apre allo scempio, con gravissime ripercussioni sul benessere di tutti … Oltre a causare la scomparsa di specie animali e vegetali, comprese quelle agricole e forestali, e la riduzione di materie prime che sono alla base della nostra economia, l’urbanizzazione crea una barriera orizzontale tra suolo, aria e acqua che interferisce con le loro funzioni: viene impedita la ricarica delle falde acquifere, aumentano i rischi di inondazioni, si riduce la capacità di assorbimento del carbonio e quindi la capacità di contenere le modificazioni climatiche, vengono distrutti e frammentati gli habitat, con un conseguente crollo della biodiversità … Il territorio, fondamentale per assicurare il benessere di tutte le forme viventi compreso l’uomo, è una risorsa esauribile e irrecuperabile” (Fonte: http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=21234&content=1)
Il Coordinamento si propone di esercitare la massima pressione possibile sulle istituzioni perché abbandonino progetti inutilmente devastanti, poco ‘intelligenti’, poco lungimiranti e con un rapporto costi/benefici ingiustificabile (che aggraveranno il problema congestione stradale invece di risolverlo) in favore delle possibili soluzioni SOSTENIBILI.
Il Coordinamento Contro la Cementificazione del Territorio è apartitico e non intende farsi strumentalizzare da nessuno. TUTTI I PARTITI sono bene accolti, a patto che concordino con gli intenti di cui sopra e si impegnino a promuoverli nelle sedi opportune. TUTTI coloro che appartengono a qualsivoglia partito, ma non condividono le posizioni dei loro vertici in merito ai progetti autostradali e vorrebbero invece salvaguardare il nostro ambiente, sono benvenuti. Tutte le realtà sociali, associative, individuali che condividono questi intenti sono benvenute.
Il Coordinamento intende essere un punto di incontro tra tutti coloro che vogliono esprimere un’unica istanza comune: fermare la cementificazione del nostro territorio e promuovere soluzioni sostenibili in ogni ambito della gestione del nostro ambiente, delle nostre comunità, economie e infrastrutture, nella fattispecie, con piani di mobilità integrata SOSTENIBILE (Obiettivo Comune).
In merito ai progetti autostradali proposti dalla Provincia di Como e da Regione Lombardia, in particolare, il Coordinamento ritiene indispensabile che le Istituzioni responsabili (Comuni, Provincia, Regioni) riassumano il ruolo di amministratrici nell’interesse pubblico che ad esse compete e si facciano carico di individuare a attuare piani di gestione della mobilità elaborati sulla base dei migliori principi di SOSTENIBILITÀ, ovvero di seguire un iter decisamente più consono alle normali procedure di best practice, come da normali prassi e da indicazioni Europee.
CONFORMAZIONE
Il Coordinamento non intende strutturarsi come un partito od organismi simili.
Il Coordinamento è uno spazio all’interno del quale tutte le realtà interessate a collaborare possono organizzarsi e sentirsi egualmente partecipi. È fatto di riunioni periodiche per coordinare il lavoro da svolgere e le varie attività e iniziative da intraprendere. Nasce per condividere informazioni, iniziative, compiti, così da incrementare la capacita operativa e la resistenza di tutti coloro che intendono mobilitarsi.
Opera attraverso canali informatici di interscambio, attività costanti (raccolta di informazioni), iniziative coordinate e la creazione di una rete tra cittadini, associazioni, istituzioni a ogni livello.
TUTTI coloro che a vario titolo intendono opporsi al progetto tangenziale di Como (ovvero alla cementificazione del territorio) e muoversi per salvare le aree verdi del nostro territorio possono liberamente farne parte. Il coordinamento serve a tutti coloro che al momento stanno agendo senza avere un punto comune di riferimento per fare fronte comune.
Unire gente che la pensa in modo disparato e vuole cose disparate è possibile, a patto che ognuno abbia la maturità e l’apertura che tale intento richiede. Basta volerlo.
Il coordinamento nasce per far incontrare e non scontrare, per unire e non per dividere.
Chiunque voglia contribuire costruttivamente al raggiungimento degli obiettivi è libero di farlo anche autonomamente, assumendosi tutte le responsabilità del caso.
Il Coordinamento NON necessariamente è un organismo a sé stante. È una rete dedicata e ogni realtà che lo compone potrà portare avanti gli obiettivi comuni insieme alla propria organizzazione di appartenenza condividendo poi con gli altri la propria esperienza e i risultati ottenuti.
Il Coordinamento NON è un organismo di rappresentanza in senso stretto. È innanzitutto un luogo di incontro nel quale sia il singolo cittadino, sia i gruppi, le organizzazioni e tutte le altre forme di attività di impegno civico e sociale, possono avere, nella loro autonomia, accoglienza e pari dignità, condividendo obiettivi comuni da raggiungere anche con metodi diversi.
Chi intende intraprendere iniziativa a nome del Coordinamento dovrà necessariamente ottenere l’approvazione di tutti gli altri componenti, ma nulla vieta che ognuno autonomamente è libero di portare avanti le iniziative che ritiene opportuno anche senza dover rispondere al Coordinamento. In questo caso, però, dovrà specificare che l’iniziativa è patrocinata dalla sua entità di appartenenza.
Il Coordinamento NON risponde delle azioni, iniziative e attività intraprese dalle diverse realtà che ne fanno parte qualora tali azioni, iniziative e attività non siano approvate e appoggiate da tutti. Ciò non significa affatto che tutto deve passare attraverso l’approvazione del Coordinamento. È l’esatto opposto: ognuno è libero di agire come meglio crede, il Coordinamento in questo caso servirà unicamente quale spazio per trasmettere informazioni, divulgare avvisi, condividere obiettivi.
Talune funzioni saranno necessariamente coordinate e organizzate (suddivisione di mansioni, riunioni, iniziative comuni, attività operative, organizzazione di eventi). In questo caso, il Coordinamento cercherà di distribuire equamente gli impegni in base alle disponibilità, capacità, competenze di ognuno, così da rendere le attività efficienti e mirate.
A che cosa serve il coordinamento
A unire tutte le forze disponibili perché lottino insieme per un obiettivo comune: chiedere che gli attuali progetti di realizzazione della Tangenziale di Como e altre inutili autostrade siano fermati, e che il problema mobilità sia risolto attraverso una politica di gestione della domanda (incentivazione dei trasporti pubblici) e un sistema integrato di mobilità SOSTENIBILE. Lo scopo di un Coordinamento è di creare un collegamento tra tutte le realtà che localmente e non solo si muovono con uno stesso obiettivo, così da formare una massa critica capace di influire sugli amministratori (locali, provinciali o regionali) e spingerli a GESTIRE in modo intelligente e sostenibile le problematiche legate alla mobilità, riappropriandosi del ruolo di amministratori che gli compete, invece di accogliere acriticamente progetti avanzati da società costruttrici.
Il coordinamento non intende essere un doppione di altre reti, né porsi in antitesi ad altri antagonisti del piano autostrade. NON nasce in opposizione ad alcuna altra realtà già esistente sul territorio. All’opposto intende consentire anche a chi ha provenienze ideologiche, associative o esperienze differenti - e a chi intende ora mobilitarsi attivamente - di collaborare e sentirsi parte di un unico organismo, per dare forza a chi ha già attivato altre iniziative e allargare ulteriormente il raggio d’azione delle nuove iniziative coordinate, rendendo così più incisive le azioni portate avanti da ognuno. È uno spazio in cui tutti possono lavorare insieme e riconoscersi, nel rispetto del diritto di ognuno di portare avanti le proprie rivendicazioni. È una rete dedicata specificamente alla questione “tangenziale” e ad altri progetti autostradali della nostra zona.
FUNZIONI DEL COORDINAMENTO
Il coordinamento mira a unire le competenze disponibili e a utilizzarle al meglio a beneficio di tutti. In una parola, lo scopo è di far sentire e pesare la voce dei cittadini.
Il coordinamento serve a unire le forze, suddividere i compiti e tenere alta l'attenzione attraverso:
- il coinvolgimento partecipato di tutti gli enti interessati a mobilitarsi (singoli cittadini, associazioni, istituzioni),
- la costante raccolta e condivisione di informazioni (perché tutti abbiano un quadro chiaro della situazione),
- la diffusione (più ampia possibile) di informazione/controinformazione,
- l’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni a carattere propositivo, di momenti di studio e promozione di soluzioni sostenibili,
- l'individuazione di alternative (più di una),
- il sostegno di figure politiche, assessori, sindaci, consiglieri, gruppi, eventi, ecc. che sposino la causa della difesa del territorio e della sostenibilità, ossia piani per una mobilità sostenibile, politiche integrate per lo sviluppo sostenibile, ecc.,
- la promozione di una cultura della gestione partecipata degli interventi infrastrutturali,
- la promozione di azioni volte a sostenere all’interno delle istituzioni, e in ogni altro ambito, tutti coloro che si battono per portare avanti questo tipo di politiche e gestioni,
- la creazione di una rete tra realtà anche distanti che condividono uno stesso obiettivo, per formare una massa critica che possa far sentire il proprio peso a livello regionale.
IN SINTESI: OBIETTIVO COMUNE
Esercitare la massima pressione possibile sulle istituzioni perché abbandonino progetti devastanti, scarsamente intelligenti, inefficienti, per nulla lungimiranti e con un rapporto costi/benefici ingiustificabile.
Chiedere a Regione Lombardia e agli enti Provinciali di riacquistare il proprio ruolo di amministratori e GESTIRE la questione mobilità affidando a un ENTE INDIPENDENTE l’elaborazione di uno studio super partes contenente un’accurata analisi della situazione (flussi, infrastrutture esistenti e ristrutturabili, ecc) e UNA SERIE DI POSSIBILI SOLUZIONI fondate su un ripensamento del sistema mobilità sulla base di formule INTEGRATE e SOSTENIBILI, che contemplino non solo il trasporto su gomma, ma anche quello su rotaia o altre forme di trasporto.
Perché un servizio non può essere ritenuto tale se degrada la qualità ecologica dell’ambiente e la qualità della vita.