Le società in house cedute a soggetti privati, perdono l’affidamento del servizio anche se l’acquirente viene selezionato attraverso procedura di gara. La sentenza della Corte di Giustizia Europea sollevata in via incidentale dal Consiglio di Stato italiano potrebbe avere un impatto devastante anche sulle vicende legate alla fusione di A2A.
LEGGI LA SENTENZA: «Rinvio pregiudiziale – Appalti pubblici – Gestione dei rifiuti – Affidamento “in houseˮ – Direttiva 2014/24/UE – Articoli 12 e 72 – Perdita delle condizioni di “controllo analogo” a seguito di un’aggregazione d’imprese – Possibilità per l’operatore economico succeduto di proseguire la prestazione di servizi»
Marco Fumagalli (M5S Lombardia): «Dalla Corte di Giustizia della UE arriva una sentenza che potrebbe stravolgere le procedure, attraverso le quali le società in house vengono cedute ai privati. Per i giudici comunitari decade affidamento in house anche quando la cessione ad un privato sia avvenuta con gara d’appalto. Questo perché, cambiando la famiglia di appartenenza, è evidente non ci si possa avvantaggiare di un precedente privilegio giuridico. Evidenti le ripercussioni anche in Lombardia. L’effetto della sentenza europea si ripercuoterebbe sul caso di A2A e AEB, dove addirittura la cessione non è nemmeno avvenuta con gara. L’enorme abuso, a questo punto, risulterebbe evidente. Mi auguro che nessuno metta in dubbio che AEB non sia più in house, dato che sotto il logo c’è scritto appartenente al gruppo A2A. Invito il collega Tiziano Mariani, che ha ancora ricorsi in atto sulla vicenda, a farsi carico ancora una volta della tutela della legalità, investendo la Corte di giustizia della UE di questa novità in relazione alla vicenda A2A e AEB. Da parte mia, insieme a Tiziana Beghin eurodeputata del Movimento 5 Stelle, chiederò che la Commissione UE apra una procedura di infrazione comunitaria nei confronti dello Stato italiano per violazione del trattato UE, in merito a quanto emerso con la sentenza 719 del 2020 apparsa oggi sui quotidiani economici».