Gli incendi che da domenica devastano centinaia di ettari di territorio, nei comuni di Veleso e Tavernerio, devono aprire una riflessione seria sulla tutela dei boschi delle nostre montagne. Lo spopolamento e l’incuria richiamano sia processi antropologici sia chiare responsabilità politiche.
I continui tagli al servizio pubblico, costanti negli ultimi quindici anni, si accompagnano alle disastrose politiche di riforma dei governi Renzi e Gentiloni. Sotto accusa sono lo smantellamento del Corpo forestale dello Stato, contenuto nei provvedimenti Madia sul pubblico impiego, e le norme contenute nella Del Rio che hanno svuotato di funzioni le province italiane.
Gli effetti sono immediatamente percepibili anche sul territorio lariano, particolarmente esposto alle emergenze ambientali.
Il Corpo forestale è stato militarizzato, trasferendo gli operativi ai Carabinieri e in misura residuale ai Vigili del fuoco. Migliaia di uomini, formati per il presidio e la prevenzione degli incendi, sono distratti oggi su altre mansioni.
Nel Lario, inoltre, a causa del trasferimento della funzione di caccia e pesca alla Regione, rimbalzata di nuovo alla Provincia tramite convenzione, si è dimezzato numericamente il servizio della polizia provinciale (i guardiacaccia). Intere aree boschive, che fino a ieri vedevano il presidio costante di forestali e provinciali, sono oggi deserte. Impossibile quindi svolgere compiti di prevenzione, di contrasto agli eco-reati, di tutela della flora e della fauna.