Le recenti Elezioni Amministrative hanno decretato una grave e pesante sconfitta della politica del centro-destra, e sopratutto del suo capo e dei partiti di governo, compreso quello fiancheggiatore della Lega. Tale evento potrebbe significare la morte di un progetto politico definito “ berlusconismo “, ma ciò non interessa più di tanto: vero o non vero, noi vogliamo andare oltre.
In “ realtà “ alla vittoria ha dato il contributo fondamentale “ la gente “, ossia quel coacervo non omogeneo ma socialmente presente e prevalente di coloro che, per anni si sono impegnati, con scarso riconoscimento nel lavoro, nel sociale e nella cultura, e che non riuscivano a identificarsi nelle alchimie politiche . Persone che hanno recepito e risposto con entusiasmo e con allegra militanza al “ messaggio di speranza ” lanciato da Pisapia e da De Magistris e da tanti altri candidati per un Italia diversa e finalmente libera e liberata. Quell'Italia che adesso ha bisogno ancora, per concretizzarsi compiutamente, della loro ineludibile presenza e di “ partecipazione vera “ alle scelte e alla gestione nel “ futuro del Bene Pubblico “.
L'attuale giunta di governo di Como potrebbe essere spazzata via da una leggera brezza sul lago, senza scomodare lo spirare del nuovo vento di questi mesi. Il suo “ governo del fare ” a imitazione di quello centrale ha raggiunto livelli di imprudenza, negligenza e imperizia ( marcatori dell'efficienza amministrativa di una classe dirigente ) tali da far indignare e, purtroppo, ridere l'intera Italia.
La fiducia dei cittadini comaschi verso gli attuali amministratori non mai raggiunto un livello così minimo. La tragicomica vicenda del famigerato muro a lago ha rivelato tutta l'inefficienza, il pressapochismo, la disonestà intellettuale (e forse non solo) dell'attuale giunta di governo della città.
La vittoria elettorale di questi tempi non è dovuta al fatto che Pisapia e De Magistris e gli altri abbiano implementato nuove manovre di strategia di politica elettorale, anche, ma sopratutto perché per primi hanno compreso che la gestione della res publica é destinata a fallire se stanno chiusi e isolati nei loro palazzi istituzionali; al contrario hanno ritenuto è indispensabile parlare e ascoltare la gente che , con il loro voto, li ha sostenuti.
Da tempo si sta assistendo nella nostra città alla volontà di presentazione delle liste civiche. Alcune, le prime, sono promosse da attuali consiglieri comunali. mentre altre sono storiche, e se ne aspettano altre da vari soggetti piu’ o meno importanti e/o rappresentativi.
Nessuno vuole fare il processo alle intenzioni future, ma la storia comasca recente induce a profetizzare il rischio di frammentazione e dispersione della ricchezza della gente che chiede solamente “ partecipazione “, che si affievolirà in una miriade di rivoli inconcludenti. Le elezioni comunali del prossimo anno dovrebbero segnare una svolta nella nostra città e il popolo del centro sinistra e dei “ partecipanti attivi “ non possono presentarsi diviso e in posizione di subalternità. Anzi al contrario si dovrà elaborare un progetto comune e condiviso sul futuro della nostra città e scegliere, attraverso Primarie trasparenti, la squadra degli amministratori, sindaco compreso, in grado di portare avanti questo progetto. Ci sarà bisogno di tante donne e uomini che dovranno “ partecipare “, lavorando e contribuendo un progetto organizzativo un processo attuativo del futuro della Amministrazione Comunale di Como poi a realizzarlo, dentro e fuori le istituzioni , attuando una democrazia partecipativa, base di un modo diverso di governare.
A tal fine di propone e l'apertura di un vero e proprio Cantiere , in cui si raccolgano e discutano idee e iniziative che devono innervare un progetto ambizioso di rinascita, partendo da un processo ineludibile di “formazione quadri”, cioè persone preparate ad assumere responsabilità amministrative al servizio della collettività e che non vengano percepite come soddisfazione di proprie ambizioni e carriere individuali.
seguono firme cittadini