“Hanno deciso tutto senza coinvolgere i consiglieri: l’abbiamo saputo dalla stampa! E senza fare un’assemblea tematica, che potrebbe benissimo essere convocata anche ora, hanno fatto le loro scelte, passando sulla testa della gente, non valutando alternative. Ma noi insistiamo: l’unica, vera soluzione era il punto unico di cottura al vecchio Sant’Anna o in un’altra struttura scolastica. Invece, Landriscina e i suoi hanno preferito la strada più facile”, è arrabbiata Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, il giorno dopo la Commissione Istruzione che ha trattato l’argomento delle mense scolastiche proprio su richiesta di convocazione fatta da lei, con le firme dei consiglieri Barbara Minghetti, della lista Svolta civica, e Fulvio Anzaldo, della lista Rapinese.Innanzitutto, la consigliera Pd ci tiene a precisare che “se non avessi chiesto la convocazione della Commissione, di questo argomento non si sarebbe assolutamente parlato”. Quindi, ricorda come è andata la seduta: “L’assessore alle Politiche educative Amelia Locatelli ha parlato di educazione alimentare e culturale e io ho ricordato il gran lavoro fatto con la Giunta Lucini coinvolgendo i genitori, i rappresentanti delle commissioni mense e le bravissime cuoche, le mense aperte per assaggio dei menù, i corsi di cucina, solo per portare alcuni esempi. E poi ho fatto una serie di domande – continua Lissi –: ho chiesto se
esiste un documento che possa essere messo a disposizione dei consiglieri con il dettaglio degli interventi e dei costi; qual è il cronoprogramma che porterà all’esternalizzazione del servizio; i tempi tecnici per la progettazione; se la gara d’appalto e il contratto sono compatibili con l’inizio dell’attività scolastica a settembre 2018; in caso di dilazione dei tempi, quale soluzione è stata prevista; se esiste un business plan dell’esternalizzazione; se sono stati calcolati costi e benefici dell’esternalizzazione e se è possibile avere questi dati; se sono stati messi a confronto diversi scenari gestionali, in particolare la realizzazione del centro unico di cottura con l’esternalizzazione; se è stato previsto di esternalizzare tutto il servizio nei prossimi anni oppure no; che cosa intendono fare se il servizio non funzionerà; come hanno calcolato il previsto aumento da 4,8 a 5 euro a pasto; quanti incontri con l’Asst hanno avuto e se i vertici dell’azienda non sono stati più disponibili come lo erano con la Giunta Lucini”.
Ma alla maggior parte delle domande Lissi non ha ottenuto risposta.
Non solo: la consigliera Pd ha sottolineato “il lavoro eccellente delle cuoche che ho potuto conoscere andando nelle mense scolastiche del quartiere. Non capisco perché perdere la qualità solo in nome di un presunto risparmio che, a questo punto, penso nemmeno ci sia”.
Como, 13 marzo 2018