“Voglio rivolgere i miei complimenti alle forze dell'ordine e alla Prefettura per il lavoro che ha portato all'interdittiva antimafia con la chiusura di una farmacia a Milano. Il filone delle infiltrazioni mafiose, in Lombardia in ambito sanitario e farmaceutico, comprova che le mafie non hanno limiti nella capacità di rinnovarsi e riciclare denaro sporco. La nostra sanità non può essere il bancomat delle mafie”, così Monica Forte, Presidente della Commissione regionale antimafia e consigliera del M5S Lombardia.
“Ieri in Commissione Antimafia - continua Forte - abbiamo iniziato ad analizzare l’attività dei comitati regionali di controllo. Gli strumenti di analisi nel settore sanitario, soprattutto grazie all’informatica, esistono e vanno implementati ovviamente con il supporto a figure professionali in grado di leggere i dati e scoprire le anomalie. La Commissione intende impegnare la Giunta regionale perché ORA, il nuovo organismo anticorruzione della Lombardia, raccolga e migliori l’esperienza dei comitati di controllo che deve essere messa a frutto”.
La Rsu e le segreterie della Filt Cgil Como e Fit Cisl Laghi hanno immediatamente convocato le assemblee sindacali con i lavoratori e attivato vari tavoli di trattativa con Dhl supply chain.
Venticinque lavoratori diretti di Dhl e circa 25 indiretti della cooperativa e dei magazzini di Dhl a Rovellasca rischiano di perdere il posto di lavoro. "La Giorgio Armani” ha deciso di non proseguire il contratto con Dhl, mettendo così a forte rischio il posto di lavoro complessivamente 50 addetti e la stabilità delle loro famiglie. La fine del contratto tra Armani e Dhlè previsto a ottobre 2018, contratto già revocato dall’alta Firma della Moda che cancella senza neanche pesarci due volte circa 11 anni di ottimo e qualitativo lavoro che i svolto. I sindacati hanno avuto più incontri con Dhl: da marzo 2016 l'azienda aveva promesso di attivarsi a trovare nuovi clienti per il sito, ma a oggi registrano un completo fallimento dell’azione commerciale e l’imminente chiusura a ottobre 2018. E le sole soluzioni sino ad oggi registrate sono i prepensionamenti e le attivazioni di licenziamenti collettivi, più una proposta per circa cinque lavoratori di essere riallocati. La Rsu e i sindacati sono stufi di attendere questo conto alla rovescia e inizieranno da subito ad attivarsi con forme di lotta in difesa dei lavoratori affinchè Dhl si impegni a mantenere vivo il sito e garantire il lavoro. I sindacati inoltre rivendicano che, nella peggiore delle ipotesi, Dhl dovrà onorare gli impegni presi in accordi sottoscritti, dove si prevedeva in casi estremi di riallocare i 25 dipendenti diretti in altri sedi e la Cooperativa per il suo personale in raggio di distanza kilometrica ragionevole visto che l’80% del personale sono donne e mamme.
Preoccupazione da parte della funzione pubblica Cgil per i lavoratori della Rosa Blu, struttura gestita da Anffas. "Quattro mesi fa - spiega Fiorella Merlini - i lavoratori si sono rivolti a noi per avere informazioni: c'erano problemi di ritardi di pagamenti, ore in più rispetto al contratto e non sempre pagate, ferie arretrate non fruite. Abbiamo organizzato incontri e assemblee e, inoltre, sia il presidente sia il direttore generale ci hanno illustrato le complicazioni economiche.
A seguito di un nostro intervento, sono state risolte le questioni legate ai salari anche se, al momento, i dipendenti ricevono i soldi in ritardo e su due tranches. Noi abbiamo chiesto una verifica delle singole situazioni così da sapere, nel dettaglio, i problemi. Capiamo le difficoltà: siamo però preoccupati per una situazione di difficoltà economica grave cui non si sa dove porterà".
Dopo oltre 3 mesi da quando l’assessorato alla sanità della Regione Lombardia ha iniziato a spedire lettere ai cittadini con patologie croniche invitandoli a passare a gestori privati delle cronicità, sono solo circa 258 mila su oltre 3 milioni i pazienti cronici che hanno deciso di aderire. A fronte di oltre 3 milioni di lettere inviate, solo poco più dell’8% degli interessati ha, quindi, aderito al modello di gestione privatistica delle cronicità proposto dalla Regione Lombardia, che fa perno soprattutto sulla ingannevole promessa di una “corsia privilegiata” per evitare i lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche (a patto, però, di utilizzare non le strutture ospedaliere consuete per i pazienti ma quelle che il gestore può offrire).Questo risultato a dir poco misero è stato ottenuto a spese di noi cittadini contribuenti: ci piacerebbe sapere quanto ha speso fino ad ora la Giunta Regionale per reclamizzare questa sua iniziativa verso i malati cronici attraverso gli spot sulle TV e le radio locali, le inserzioni sui giornali delle varie province, la stampa di centinaia di migliaia di opuscoli, la stampa e l’invio di oltre 3 milioni di lettere (più tutte le ore di lavoro degli impiegati e dei funzionari della Regione).
“Il presidente Fontana lo ha confermato: la Pedemontana va finita per esprimere tutte le sue potenzialità di arteria fondamentale per le nostre zone. Ma il fatto che la società annunci un nuovo metodo di pagamento per chi vi transita, ci fa capire chiaramente che la gratuità promessa è rinviata sine die”, lo dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, dopo aver letto le parole del governatore leghista.
“Noi siamo d’accordo sul fatto che il secondo lotto della tangenziale di Como vada completato, ma non accettiamo l’ennesima presa in giro per i cittadini e gli utenti sull’eliminazione del pedaggio. Non è possibile continuamente dilazionare i tempi. Non è un modo serio di governare”, aggiunge Orsenigo.
D’altra parte, sottolinea il consigliere Pd, “Fontana è lo stesso che ha detto che i dipendenti di Infrastrutture Lombarde, la società di Regione Lombardia che si occupa della realizzazione di nuove infrastrutture, dello sviluppo e del coordinamento di progetti strategici e dell’attuazione delle politiche energetiche regionali, invece di andare in giro, presumibilmente con le loro famiglie nel loro tempo libero, una domenica dovrebbero venire a pulire il tratto di lungolago affidato alla Regione. Mi chiedo se tocchi anche ai dirigenti e agli impiegati o solo ai cosiddetti tecnici. Perché come proposta mi sembra al limite dell’assurdo”, conclude Orsenigo.
Sia rispetto all’anno in corso sia per il prossimo anno scolastico 2018/2019, gli organici di personale sembrano insufficienti a garantire il servizio.Durante l’ultimo incontro dello scorso 22 maggio, a fronte delle preoccupazioni espresse, sulla sostenibilità del servizio e delle richieste di maggior attenzione al settore, l’Amministrazione ha rassicurato le OO.SS. e la RSU sulla tenuta del servizio, nel rispetto dei rapporti numerici fino alla fine dell’anno scolastico. L’Amministrazione ha comunicato di aver provveduto ad attivare l’istituto cosiddetto degli “aumenti ore temporanei” per il personale part-time, che avrebbe dovuto essere sufficiente a garantire la copertura delle esigenze.
Le OO.SS., a seguito di verifica delle presenze di personale e degli iscritti agli asili nido, hanno segnalato il problema degli organici insufficienti già martedì 29 maggio, chiedendo all’amministrazione la convocazione urgente di un tavolo tecnico specifico, in particolare per i due asili in maggiore difficoltà (Via Zezio in maggiore difficoltà e via Italia Libera).
Le OO.SS. denunciano che, a fronte dei dati dei pensionamenti, da lunedì 11 giugno il nido di via Zezio in particolare rischia di non garantire l’apertura del servizio fino alle ore 18.00. Questo comporterebbe
evidenti problemi e disagi alle famiglie dei bambini iscritti. Le educatrici degli asili nido, hanno sopperito per quanto possibile alle carenze d’organico attivandosi con ore in più, ma la situazione è ormai insostenibile. A
fronte di pensionamenti già noti all’amministrazione non sono state attivate procedure sufficienti a garantire le sostituzioni necessarie.
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