“La mozione del PD contiene una visione miope e vecchia su come si deve sviluppare la Lombardia e il Paese. È vero che la Lombardia vive di sviluppo, infrastrutture e trasporti, ma non può morire di inquinamento. Pedemontana è stata concepita nel 1954 senza calcolare l’impatto sulla salute dei cittadini. Il contratto di Governo dice che valuteremo ogni opera con un analisi costi e benefici. Pedemontana ha problemi di bonifiche da diossina, un contenzioso con Starbag, è l’autostrada più cara per pedaggio. Non possiamo decidere su Pedemontana con i “forse” o i “penso che”. La mozione del PD è strumentale”, così Massimo De Rosa, consigliere regionale del M5S Lombardia, motiva il voto contrario alla mozione del PD nella parte relativa a Pedemontana..
“Raccogliamo l’invito del sindaco di Solbiate Federico Broggi e siamo pronti a sollecitare Regione Lombardia a fare la sua parte in questa vicenda che si è trasformata in una tragedia”, lo dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, dopo aver letto l’appello pubblico del primo cittadino del Comune comasco a sostenere la battaglia per pretendere l’intervento di Anas sulla statale 342 che taglia il paese a metà con grande rischio per i residenti. Un rischio che ha portato alla morte un diciottenne del posto, nelle scorse ore, proprio in un incidente sulla famigerata strada.
“La nostra solidarietà con il sindaco, la sua comunità e soprattutto la famiglia del ragazzo è totale. Affrontiamo subito insieme la situazione per risolverla una volta per tutte”, conclude Orsenigo.
Appello di ANPI, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza
La chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius e alla Sea Watch 3, annunciata dal ministro Salvini, è una soluzione inaccettabile. La Convenzione di Amburgo del 1979 e le altre norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di solidarietà, impongono che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. L'Italia non può voltare le spalle, ogni migrante, tra cui tante donne e bambini indifesi, è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo. Non si faccia l'imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze. Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti.
#liberidifare è lo slogan della serie di manifestazioni sincronizzate in tutta Italia che l'8, il 9 e il 10 giugno porterà per le strade d'Italia, per la seconda volta in pochi mesi, persone con disabilità e non con l'intento di testimoniare l'importanza e la necessità di un sostegno più concreto da parte delle istituzioni all'assistenza personale per le persone con disabilità. Dopo il successo del flash mob che ha animato la città il 5 maggio scorso, anche a Como si svolgerà un corteo, domenica 10 giugno 2018 che si muoverà lungo il seguente percorso:
primo appuntamento alle ore 11:30 in via de Cristoforis 1, si prosegue per via Castellini, via Viganò, via Leoni, via Milano. Il secondo appuntamento sarà a Porta Torre alle 13:00 per proseguire verso via Giovio, via Odescalchi, via Indipendenza, via Diaz, piazza Mazzini. Alle 13:30 gli organizzatori si riuniranno in pizzeria dove, alla fine del pranzo, avrà termine la manifestazione. L'assistenza personale è uno strumento fondamentale per la realizzazione individuale delle persone con disabilità non autosufficienti. Consiste nell'assumere personale giudicato, dalla persona direttamente interessata, in grado di supportarla nello svolgere quelle azioni che non può svolgere a causa della sua disabilità. È dimostrato che, se messe nella giusta condizione, le persone con disabilità possono autodeterminarsi e rendere reale il loro diritto a seguire i propri desideri.
"A differenza dei tradizionali modelli medico/assistenziali a cui siamo abituati, con l'assistenza personale le persone con disabilità si trasformano da oggetti passivi di cure standardizzate a soggetti attivi in grado di assumere direttamente (o quando necessario tramite un tutore) i propri assistenti personali, una pratica già consolidata in diversi paesi occidentali.
Purtroppo in Italia in questo momento non vengono stanziati soldi sufficienti per l'assistenza personale.
Da qualche anno in estate, dalla settimana successiva a quella della chiusura delle scuole, gli orari feriali della linea del bus 7 Lora- Como- Sagnino vengono ridotti al mattino così che i passeggeri possano servirsi - dalle ore 8 circa sino alle ore 12 circa- solo di due corse all'ora, ovvero un bus ogni 30 minuti. Gli orari pomeridiani sono invece mantenuti invariati, assicurando una corsa ogni 15 minuti, come nell'orario invernale. La decurtazione di due corse all'ora nella fascia oraria centrale della mattina è causa di diversi disagi per quanti si recano al lavoro o per chi desidera raggiungere il centro città per recarsi al mercato o ad uffici pubblici o servirsi di servizi ospedalieri che sono garantiti solo al mattino. I bus al mattino infatti risultano essere sovraffollati e in estate con il caldo afoso che aleggia sui passeggeri il viaggio diventa insopportabile, mentre spesso le corse della fascia centrale del pomeriggio viaggiano semi-deserte. Per queste ragioni chiediamo all'Agenzia TPL competente per l'organizzazione oraria delle corse dei bus di garantire anche nei giorni feriali estivi corse ogni 15 minuti al mattino della linea 7, decurtando uno stesso numero di corse al pomeriggio.
Promotori dell'iniziativa sono:
l'Associazione Anziani di Lora e l'Assemblea di zona di Lora
La situazione dei giardini a lago, per quanto potuto constatare dai volontari che da tempo si occupano dei migranti che per vari motivi, pur avendo un diritto alla permanenza nel territorio italiano ed in particolare comasco, si trovano fuori da ogni percorso di accoglienza, non è certo da sottovalutare ma non può essere strumentalizzata in modo pericoloso al fine di elevare le tensioni sociali. Non a caso da tempo le associazioni, comprese le sottoscritte, hanno segnalato alle Istituzioni il pericolo di aumentare le situazioni di disagio nel caso in cui non si fossero predisposti presidi minimi di accoglienza per tutti i migranti che hanno tuttora in corso la domanda di richiesta di protezione internazionale, oltre ai molti che, pur avendo già ottenuto un esito favorevole, attendono con tempi troppo lunghi solo il rilascio del permesso di soggiorno e/o del titolo di viaggio dalla locale Questura.
Purtroppo, l’assenza totale di una gestione istituzionale di tutto ciò che attiene alla cosiddetta seconda accoglienza, per non parlare dei percorsi di integrazione post riconoscimento della protezione internazionale, determina situazioni degradanti dal punto di vista umano e di assenza di rispetto della dignità delle persone che finiscono per riversarsi sulla intera collettività.
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