I giochi di luce della Città dei Balocchi sono al centro di un intervento del Circolo Pd Como Convalle, che rappresenta coloro che abitano la città murata e dunque il cuore della manifestazione: “Pur essendo consapevoli che il bando biennale non prevede, almeno per questa edizione, molti margini di intervento, come Circolo frequentato dagli abitanti della Convalle non possiamo non sottolineare come la gestione dell’evento debba essere messa al centro dell’attenzione dell’amministrazione comunale per evitare problemi di ogni genere che ricadono poi, inevitabilmente, sui cittadini”, fa sapere Matteo Introzzi, segretario del Circolo Pd.
Una scuola senza pace. È la frase che potrebbe idealmente fotografare la scuola media Massina di Monteolimpino, ma questa volta i genitori sono pronti allo sciopero di protesta: “È la storia infinita: finalmente sono state sistemate le porte della palestra che erano state montate al contrario e ora, alle prime piogge, ricominciamo con le infiltrazioni d’acqua”, commenta sconfortata Barbara Cereghetti, segretaria del Circolo Pd di Como Nord. Il risultato di un pomeriggio e di una nottata di pioggia si vede in alcune istantanee: “Piove nell’atrio della scuola, ci sono infiltrazioni dal tetto. Già dopo la scorsa volta in cui aveva piovuto, la dirigente aveva segnalato al Comune il problema, ma, nonostante tre segnalazioni, da Palazzo Cernezzi non si è visto ancora nessuno. A questo punto, i genitori sono pronti a uno sciopero-presidio davanti alla Massina, senza fare entrare i ragazzi, se l’amministrazione comunale non si muoverà al più presto”.
“Il Comune di Como, la Provincia e la Regione si costituiscano parte civile nel processo per i traffici illeciti di rifiuti!”. È questa la richiesta che il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” rivolge alle Istituzioni, a distanza di una settimana dall’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 11 persone per l’inchiesta sui depositi abusivi di rifiuti, che hanno riguardato in particolare il capoluogo lariano.
Il Circolo ambientalista parla anche del rischio, che avrebbe corso la città di Como, di diventare scenario di un rogo di rifiuti. Destano infatti molta preoccupazione i dati che emergono dall’inchiesta, denominata “Il Feudo”, condotta dalla DDA di Milano. Tra questi elementi viene a galla un pesante rischio che ha sfiorato il capoluogo lariano: l’essere sede di uno dei (purtroppo tanti) incendi di rifiuti. I dati più allarmanti emergono dal sequestro (da parte della Polizia Locale di Como), avvenuto in data 14 marzo 2018, dell’impianto della SMR Ecologia in località La Guzza. Impianto che nell’ordinanza viene definito come “luogo di snodo primario del traffico di rifiuti”. I verbali parlano di un capannone “stracolmo” con “rifiuti stoccati quasi fino al soffitto” e di piazzali esterni altrettanto riempiti abusivamente di rifiuti, per un totale di 11-12 mila tonnellate! Ma l’altro fatto grave è che, dopo il sequestro del marzo dello scorso anno, i gestori dell’impianto de La Guzza hanno pensato ad un sistema altrettanto illecito per organizzare lo “svuotamento” dei rifiuti attraverso lo “smaltimento illecito” presso impianti in Lombardia e Calabria. Si parla ad esempio di 1.000 tonnellate inviate alla IPB di via Chiasserini a Milano, deposito dove si è avuto il pauroso rogo il 14 ottobre 2018. E poi l’invio presso altri “depositi/capannoni abbandonati della Brianza e della Calabria”. Come si vede un traffico illecito che aveva come fulcro proprio l’impianto sito alla Guzza.
“Piena solidarietà a Sabrina per l’atto discriminatorio che ha subito proprio sul luogo di lavoro. Come Movimento 5 Stelle Lombardia auspichiamo che vengano presi i giusti provvedimenti sia per contrastare la cultura della discriminazione che per evitare il ripetersi di atti di questo tipo. La discriminazione è una patologia sociale che va contrastata.
È impensabile che nel XXI secolo l’ignoranza si manifesti in questo modo subdolo proprio dove la cura e la tutela della vita dovrebbero contraddistinguere l’operato del personale”, così Raffaele Erba, consigliere regionale del M5S Lombardia, sul caso di discriminazione ai danni di una ragazza lesbica.
La Legge di Bilancio 2020, in discussione in queste settimane, si rivela in totale continuità con quelle precedenti: cambiano i governi, ma il pilota automatico dei mercati continua a determinare le scelte di politica economica e sociale.
La manovra allo studio, in estrema sintesi, sarà di 29 miliardi, solo 2 dei quali disponibili per scelte di eventuale discontinuità, dato che 23mld serviranno a sterilizzare le clausole dell'IVA e 4 mld sono legati alle spese indifferibili.
Su come verranno coperti questi 29 miliardi, i voli pindarici si sprecano: 14 mld andranno in deficit (concordato con la Commissione Ue?), 7 mld dalla lotta all'evasione fiscale (come?) e i restanti 8 miliardi da risparmi diversi (sulla spesa pubblica, sugli interessi sul debito, sulla diminuzione della platea del 'reddito di cittadinanza' e di quella di 'quota 100').
Un dato emerge sopra tutti: se anche questa manovra fosse realizzabile, nessuna risposta potrà essere data all'urgenza della crisi climatica, né alle necessità di una popolazione che ha visto allargarsi a dismisura la fascia sotto la soglia di povertà.
E, infatti, dei 22 collegati alla Legge di Bilancio, relativi a progetti specifici -dal taglio dei ticket sanitari, al 'Green new deal', al bonus famiglia- se ne parla ogni giorno sui mass media senza mai specificare dove risiedano le risorse economiche di copertura.
Tutto questo in un contesto nel quale una nuova (?) crisi finanziaria è dietro l'angolo, l'economia si avvia alla recessione, la diseguaglianza sociale non ha precedenti e la crisi climatica richiede una drastica inversione di rotta.
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