“Le parole riferite a Como, scritte nero su bianco nella relazione sul secondo semestre 2018 della Direzione Investigativa Antimafia non sono nuove. Eppure, tutte le volte, fa un certo effetto prendere coscienza delle sempre più “pesanti” infiltrazioni ‘ndranghetiste nel comasco, del fatto che “per il dinamico tessuto economico-imprenditoriale e la posizione privilegiata nei rapporti commerciali con le province limitrofe e con la Svizzera, la nostra provincia “ricade inevitabilmente” nelle mire delle organizzazioni criminali”. Lo dichiara la deputata comasca Chiara Braga commentando la fotografia delle infiltrazioni della criminalità organizzata contenuta nella relazione consegnata al Governo sull’attività della DIA relativa al secondo semestre 2018.
“Così come – continua la deputata dem - dovrebbe mettere una certa angoscia addosso l’uso del termine “’ndranghetisti comaschi” che prediligerebbero la strategia del “controllo militare del territorio” lariano o delle parole usata dal procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci quando afferma che la nostra regione, la Lombardia ha un “problema di colonizzazione da parte della ‘ndrangheta”.
Nuovo appuntamento per La Fondazione Volta Incontra, il ciclo di conferenze aperto al grande pubblico su scienza, letteratura, arte e musica: giovedì 1 agosto alle 19.00 in Sala Bianca al Teatro Sociale di Como si terrà un concerto di violoncello e piano con Francesco Mastromatteo e Christina Wright-Ivanova.
In programma Fantasiestücke (Fantasy Pieces), Op 73. per violoncello e piano di Robert Schumann; Widmung (Dedication), adattato per piano da Franz Liszt; Adagio e Allegro, Op. 70 di Roberto Schumann; Feldeinsamkeit (Solitudine campestre), Op. 86, no. 2 di Johannes Brahms; Élégie (Elegy), Op. 24 per violoncello e piano di Gabriel Fauré; Allegro appassionato in SI minore, Op. 43 di Camille Saint-Saëns; Piano Sonata I.X.1905 “From the Street” di Leoš Janáček (Foreboding, Predtucha – con moto; Death, Smrt - Adagio) e ‘Le Grand Tango’ per violoncello e piano di Astor Piazzolla.
“La madre di tutte le fregature si chiama Pedemontana. Per trovare un partner privato disposto a rischiare grosso per completare la restante parte di Pedemontana con questo assestamento si garantisce dal 2025 al 2044 l’esborso di 30 milioni annui di integrazione dei ricavi in modo da rendere bancabile l’opera (stimata in 2,5 miliardi).
Insomma siccome non si trova nessuno disposto a rischiare per realizzare la Pedemontana la Lombardia garantisce il pagamento di 600 milioni in 20 anni per un’opera troppo costosa quanto inutile. Non solo quei 600 milioni potrebbero essere spesi in modo diverso, ma il rischio è che trasferendo la proprietà di Serravalle a Ferrovie Nord e facendo quindi realizzare Pedemontana ad un soggetto pseudo privato, si sottrae a qualsiasi controllo pubblico la realizzazione di un’opera che in futuro costerà ai contribuenti almeno 600 milioni di euro”, così Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia, commenta le dichiarazioni del Presidente della Lombardia Attilio Fontana su Pedemontana.
“Il centrodestra che pensa tanto alla famiglia dov’è? A Como no di certo!”, rincara la dose Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, dopo la sua preliminare, in Aula, dove denunciava che negli asili nido comunali non c’è più posto e i bambini che rimarranno tagliati fuori sono oltre un centinaio.
“Ma questa amministrazione comunale non è nuova a un atteggiamento di non risposta sui temi del welfare e ogni tot mesi devo intervenire per mettere il dito in una piaga che, evidentemente, il sindaco preferisce lasciare che si allarghi – prosegue Lissi –. Vogliamo parlare dei centri estivi? Ne è rimasto solo uno in centro città. O dei centri di aggregazione giovanile? Quello che è stato chiuso ha avuto forti ripercussioni sul territorio e questo perché non è chiaro al centrodestra che nelle periferie sono punti di incontro fondamentali. Gli spazi gioco dedicati ai più piccoli? Assolutamente diminuiti”.
Da ultimi l’eclatante caso degli asili nido che sta tanto a cuore alla consigliera Lissi: “Il problema degli educatori c’è sempre stato, quindi potevano pensarci prima che la situazione degenerasse. Con il sindaco Lucini, noi avevamo azzerato le liste d’attesa. A questo punto la domanda sorge spontanea: vogliono mantenere o no questo servizio comunale? Hanno intenzione di assumere educatori o lasciare cadere anche questa importante offerta per i cittadini comaschi? Lo dicano chiaramente, così almeno le famiglie sanno come organizzarsi”.
Nell’autonomia rientri anche la Zes per l’area di confine di Como. Lo chiede Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, con un ordine del giorno che andrà al voto in queste ore nell’ambito dell’assestamento di bilancio di Regione Lombardia.
Nell’atto, Orsenigo e il Pd impegnano la Giunta “a sostenere nella contrattazione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, nell’ambito dell’Intesa con il Governo di cui all’articolo 116, comma terzo, della Costituzione, il ruolo rafforzato di Regione Lombardia nell’istituzione di Zone economiche speciali, anche al fine di giungere all’istituzione di queste zone nei territori lombardi di confine con la Svizzera delle province di Como e Varese”.
Orsenigo chiede perciò che si “finanzino iniziative e sperimentazioni per la riduzione dei carichi fiscali e degli oneri sociali, per la semplificazione burocratica nelle aree di confine con la Svizzera e comunque indicate dal Programma regionale di sviluppo come aree geografiche di particolare attenzione per l’istituzione di zone economiche speciali”.
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