Oggi oltre 50mila persone in arrivo da tutto il Paese sono scese in piazza a Milano in occasione della 28esima Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il corteo, partito da Porta Venezia per arrivare in Piazza Duomo, ha accolto anche uno spezzone degli studenti,
promosso dalle organizzazioni studentesche Unione degli Studenti, Link Coordinamento UniversitarioeRete della Conoscenza, che ha dato spazio alla voce dei giovani e delle giovani.
Oltre alla memoria, diritto allo studio, cultura e socialità sono gli strumenti di contrasto alla mafia secondo gli studenti, che sono scesi in piazza per denunciare le disparità sociali e la povertà economica e culturale nelle aree interne del Paese.
“L’impoverimento e l’emarginazione nelle nostre periferie contribuisce allo sviluppo della criminalità organizzata” commenta Giovanni Colombo della Rete della Conoscenza Milano, “Come giovani rivendichiamo città in grado di contrastare le mafie: abbiamo bisogno di servizi accessibili e spazi sociali che favoriscano l’emancipazione.”
Durante il corteo gli studenti hanno realizzato un flash mob in Corso Giacomo Matteotti per rivendicare partecipazione e potere dal basso, alzando centinaia di cartelli su cui è stato scritto "ORA DECIDIAMO NOI".
“La dispersione scolastica nel nostro Paese ha un tasso del 12,7%, molto più alto della media europea” spiega Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, “Per tantissimi giovani l’unica vera alternativa alla criminalità è la scuola, ma finché non ci sarà un rifinanziamento strutturale della scuola pubblica, questa alternativa resterà inaccessibile per molti. Siamo certi che la valorizzazione del diritto allo studio può e deve essere il principale strumento per affermare tale alternativa alle mafie. Perché è solo con la conoscenza che si può estirpare il cancro mafioso”.
Gli studenti inoltre sono intervenuti in piazza della Scala contro le crescenti misure repressive, rivendicando una lotta alla mafia basata su diritti e tutele da parte dello Stato, non sugli arresti a coloro che dallo Stato sono stati abbandonati.
“Le aule scolastiche e universitarie si svuotano mentre si riempiono le carceri” dichiara Virginia Mancarella di Link - Coordinamento Universitario, “per questo governo l’unica risposta alla mafia è la repressione, ma intanto con il Decreto Calderoli si continuano ad inasprire le differenze fra Nord e Sud, che vuol dire di fatto anche fra università di serie A e università di serie B e assenza di prospettive per chi studia in quest’ultime”.
“Il 21 marzo non è solo una giornata di ricordo e di lutto, ma è anche una giornata di lotta: non solo un altro mondo è possibile, ma soprattutto altri saperi sono necessari, perché è solo attraverso i saperi e la conoscenza – davvero garantiti per tutti e tutte – che possiamo abbattere la criminalità e la violenza che ci avvolgono, per costruire un mondo e un futuro diversi e migliori”, concludono gli studenti.
UdS Lombardia