Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea - La Giunta lombarda è troppo concentrata ad ottenere il passaggio della Lombardia da zona rossa a zona arancione per allentare le misure del lockdown. Come sempre in questa lunga storia dell’epidemia nella prima e nella seconda ondata mette al primo piano le esigenze dell’economia, degli affari e del profitto e ad essa piega tutto il resto, anche se la situazione sanitaria, pur nel lentissimo miglioramento di alcuni dati come il numero dei contagiati rilevati e degli ospedalizzati, nonché l’abbassamento dell’indice RT, passato da 2,3 ad appena sotto il 2 .
In realtà la pressione negli ospedali, nei Pronto Soccorso e soprattutto nei reparti è ancora critica, anche perché la degenza degli ammalati di Covid19 non si risolve in genere in pochi giorni.
Ma come si fa a chiedere la zona arancione se gli indici sono al limite e se non sono state sanate le criticità pregresse e platealmente denunciate da tutti?
Dove son le USCA necessarie? Perchè i medici neolaureati disponibili vengono chiamati solo ora? Dove sono i medici e gli infermieri che mancano e il personale per ricominciare a fare il tracciamento? Perché i vaccini antinfluenzali non sono disponibili con il SSN per tutti coloro che ne hanno bisogno, perché non vengono garantite le cure alle patologie NoCovid e rimandate tutte le prestazioni?
Questo allentamento delle restrizioni è un atto politicista, di ricerca del consenso, che irresponsabilmente non fa suo quel principio di precauzione che dovrebbe ispirare una politica di sanità pubblica.
Un po’ di vernice per mascherare un fallimento e foriera di nuovi disastri, come pensa tutto il personale sanitario.
Ribadiamo che la Sanità Lombarda va commissariata e la Legge Maroni va fermata.
Milano, 26/11/2020
Fabrizio Baggi – Segretario Regionale Lombardia
Giovanna Capelli – Responsabile Sanità Lombardia