Patta/Baggi (PRC-SE) - “Riders pagati a cottimo 3 euro a consegna”, “derubati” delle mance e “puniti” con decurtazioni sui compensi; è lo spaccato di condizioni degrado e di sfruttamento schiavile cui sono sottoposti i lavoratori nell’economia delle piattaforme, come emerge dalle conclusioni dell’indagine per caporalato e altri reati a carico di Uber Italy.Per di più, sempre dall’indagine, risulta che Uber, attraverso una società di intermediazione di manodopera, avrebbe sfruttato migranti “provenienti” da contesti di guerra, “richiedenti asilo” e persone che dimoravano in “centri di accoglienza temporanei” e in “stato di bisogno”
Che il capitalismo delle piattaforme punti ad estendere su scala mondiale un mercato del lavoro fatto di moderni schiavi remunerati a prestazione, disponibili 24 ore su 24, senza neanche vedersi riconosciuti la condizione e i diritti di lavoratori, noi lo denunciamo da tempo.
Ma che ora una manager di Uber in un colloquio intercettato nell’ambito dell’indagine del Pm incaricato abbia detto “Abbiamo creato un esercito di disperati” la dice lunga sui connotati sociali di questo modernissimo capitalismo che realizza profitti colossali senza riconoscere il lavoro.
Vedremo cosa arriveranno a scoperchiare le indagini, ma fin d’ora si può capire quanto sia insopportabile che i governi continuino a chiudere gli occhi di fronte a forme estreme di sfruttamento come questa, invece di emanare leggi per la tutela del salario e dei diritti di questi lavoratori, e controlli adeguati per farli rispettare.
Rifondazione Comunista denuncia questa grave situazione e lavora nella direzione della contrattualizzazione all’interno dei CCNL di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori di ogni settore.
12/10/2020
Antonello Patta – responsabile nazionale lavoro
Fabrizio Baggi – segretario regionale Lombardia