Patta/Baggi/Capelli (PRC-SE) - La Giunta Lombarda leghista non ha imparato nulla dalla tragedia che ha travolto la Lombardia attraverso il covid19. Sembrava fosse ormai chiaro a tutti la assoluta necessità di potenziare la sanità pubblica strutturandola attraverso organici stabili di livello europeo e lavoro di qualità e invece no, in Lombardia è prassi consolidata anche ora il ricorso al lavoro interinale per le assunzioni in campo medico/infermieristico.
È notizia di oggi infatti che Aria, l’Agenzia di acquisto della Regione Lombardia, stia per assegnare a GI Group, Manpower e Randstad – tre grandi multinazionali del lavoro interinale – tre lotti su quattro del maxiappalto da 280 milioni di euro per la fornitura di personale sanitario in somministrazione per tre anni.
Già un periodo di tre anni oltre all’esperienza del Covid, giustificherebbe l’assunzione di personale stabile e quindi motivato, invece emerge che la vergogna del ricorso a personale precario dura da anni. Scopriamo infatti che l’affidamento al lavoro interinale con bandi rinnovati risale almeno al 2013, evidenziando un fabbisogno non temporaneo, ma strutturale che doveva essere coperto andrebbe coperto con personale stabile, di cui coltivare come un tesoro formazione, motivazione e professionalità a vantaggio di una maggiore qualità del servizio.
Basta anteporre il “profitto ad ogni costo” alla salute ed ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori a discapito di tutta la collettività! Che questo indirizzo non sia mutato dopo la Caporetto della Giunta sul contrasto al Covid 19 è frutto di grande irresponsabilità politica. Andiamo incontro a un periodo difficilissimo ancora senza medici di base sufficienti, senza infermieri senza medicina territoriale adeguata (quante USCA sono state attivate in Lombardia ?)E le assunzioni prossime saranno precarie
Chiediamo che questa gestione pericolosa venga fermata, per il bene di tutti e tutte. Commissariare la Sanità lombarda è urgente ed opportuno. Lo ha chiesto una petizione con più di 80 mila firmatari, lo pretende il buon senso.