Baggi (PRC-SE) - Nella cosiddetta “Milano che accoglie” – hanno aperto oggi il “lager di Stato” di via Corelli – un “Centro di Permanenza per il Rimpatrio” – un CPR – uno dei tanti luoghi di detenzione amministrativa – un carcere per migranti – dove delle persone vengono detenute in condizioni drammatiche sia dal punto di vista della salute che da quello psicologico – non per aver commesso un reato ma per essere “senza documenti” ovvero per essere colpevoli del reato di clandestinità previsto da una legge vergognosa che avrebbe dovuto essere abrogata da anni quale la “Bossi – Fini”.
L’assordante silenzio dell’amministrazione di Milano è inaccettabile ma non stupisce: i CPR sono stati infatti istituiti nel 2017 da Minniti, potenziati da Salvini e riconfermati dall’attuale ministra Lamorgese; due su tre di questi ministri dell’interno sono infatti espressione politica dell’area del Sindaco Sala. Eppure le condizioni di vita drammatiche e la totale violazione dei diritti umani che subiscono le persone detenute nei CPR non sono certo più un segreto, basti pensare ai fatti accaduti a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e nel centro di corso Brunelleschi a Torrino.
Rifondazione Comunista della Lombardia – che è parte della Rete NO CPR si oppone con forza all’apertura di questo luogo della disperazione, invita tutte e tutti alla massima mobilitazione ed a prendere parte al presidio indetto dalla Rete Mai più lager no ai cpr che si terrà venerdì 2 ottobre dalle ore 18:30 di fronte alla prefettura di Milano . (Corso Monforte 31, 20122 Milano)
No ai CPR, No ai lager di Stato, né a Milano, né in Libia né altrove
RIFONDAZIONE: NÈ A MILANO NÉ ALTROVE, NO ALLA RIAPERTURA DEL CENTRO DI DETENZIONE DI VIA CORELLI.
Come annunciato nei giorni scorsi il Centro Permanente per i Rimpatri di Via Corelli a Milano (ex CIE) è stato aperto.
Sarà in grado al completo di trattenere 150 migranti colpevoli unicamente di non avere il titolo per restare in Italia.
La riapertura del centro è in perfetta linea con il Patto per l'immigrazione e l'asilo presentato in Commissione europea quanto con le timide riforme ai decreti Salvini che verranno esaminate al prossimo Consiglio dei Ministri.
Rifondazione Comunista, parte integrante fin dall'inizio della "Rete No Cpr", si considera mobilitata perché non si crei l'ennesimo campo di internamento in Italia.
Sono le leggi che regolano l'immigrazione a dover cambiare e deve essere affermato il diritto a poter restare in Europa. I CPR non potranno mai essere riformabili o umanizzati, sono l'esempio concreto di come si possano spendere risorse per creare sofferenze, esclusioni, violenza, al solo scopo di alimentare il clima d'odio xenofobo nel Paese.
Stupisce la solerzia della giunta regionale lombarda nel rivendicare le sollecitazioni per l'apertura del Cpr a Milano, come se nella regione più colpita dal Covid l'apertura di un vero e proprio lager fosse da considerarsi priorità.
Rifondazione Comunista continuerà a ripetere che l'unica sicurezza è la giustizia sociale e ambientale. Di questo dovrebbero preoccuparsi la Regione e il governo.
Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione
Matteo Prencipe, Segretario provinciale federazione di Milano,
Partito della Rifondazione Comunista