Siamo dunque giunti a marzo ed ancora il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli, rifiuta pervicacemente di adempiere al proprio dovere istituzionale e di applicare quanto previsto dallo Statuto provinciale e dal Regolamento dei Referendum
A stretto rigore, l’osservanza delle disposizioni regolamentari oggi vigenti imporrebbe che entro il 30 marzo il Presidente emani il tanto sospirato Decreto di indizione del Referendum consultivo provinciale sull’acqua pubblica. Un passaggio che, a ben vedere, sarebbe assolutamente obbligato: il nostro Comitato ha depositato nei termini previsti la richiesta di convocare un referendum in merito ad un quesito chiaro ed univoco riguardante la gestione del servizio idrico integrato, ben cinquantacinque Consigli Comunali – in rappresentanza di altrettante comunità locali del territorio provinciale – hanno deliberato formalmente la propria adesione a tale iniziativa, la Commissione di Garanzia nominata dalla Provincia ha all’unanimità riconosciuto ammissibile tale quesito e legittima la procedura intrapresa, il Consiglio Provinciale, nel corso dell’ultima sua assemblea dell’anno 2017, ha preso atto di tale pronuncia di ammissibilità.
Soltanto l’ostinata indifferenza frapposta dal Presidente Mottinelli e il perdurare del suo inadempimento impediscono ormai ai cittadini bresciani di esprimere il proprio parere circa la forma con la quale dovrà essere gestita per i prossimi trent’anni la risorsa più importante e vitale che la natura ci regala: l’acqua.
Eppure, la procedura referendaria è stata completamente rispettata. Cosa si attende ancora per rendere effettivo e concreto il sacrosanto diritto delle nostre concittadine e dei nostri concittadini di partecipare al processo decisionale sul servizio idrico, da cui sino ad oggi la politica del Broletto li ha voluti tenere costantemente esclusi?
Manca meno di un mese alla scadenza che consentirebbe di effettuare il referendum, nel rispetto dell’art. 14 del Regolamento provinciale, in una domenica compresa tra il 30 aprile ed il 30 giugno di quest’anno ed almeno a novanta giorni di distanza dall’emissione del decreto di indizione.
Eppure, nonostante l’approssimarsi di tale termine, il nostro Comitato e, con esso, l’intera popolazione bresciana sono costretti al contrario a sentire ogni giorno infondati balbettii di giustificazione da parte del Presidente Mottinelli e degli esponenti della sua maggioranza, oltre che (addirittura!) da parte dei rappresentanti della neonata Società pubblica (ancora per poco) di gestione del servizio idrico.
Giustificazioni che in maniera strumentale ed infondata accampano motivi di natura meramente economico finanziaria per vanificare e calpestare il diritto dei cittadini di votare su una questione di primaria importanza: la gestione dell’acqua nell’intera nostra provincia da ora sino al 2045.
Che tali giustificazioni siano del tutto strumentali e scaturiscano invece da volontà eminentemente politiche sostenute dal P.D. provinciale è dimostrato dalle più recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa locale dal medesimo Presidente Mottinelli, il quale – in un’intervista pubblicata nella giornata di mercoledì – ha dimostrato tutta la propria malafede affermando che la voce dei cittadini potrebbe tranquillamente essere (per l’ennesima volta) ignorata ed il referendum accantonato, qualora un’eventuale Conferenza dei Sindaci dell’Ambito rinnovasse il proprio sostegno alla forma mista pubblico-privata secondo la quale la Provincia si ostina a voler strutturare il soggetto gestore del servizio idrico.
Un’affermazione del tutto priva di sostegno giuridico, che, se concretizzata, si tradurrebbe in un atto del tutto illegittimo di prepotenza ed arroganza dell’Amministrazione provinciale, tesa in modo esclusivo a tutelare altrettanto illegittimamente gli interessi della società “A2A” che in troppi e con troppa sfacciataggine sentenziano già essere la sicura aggiudicatrice della partnership con “Acque Bresciane”.
Prepotenza, arroganza, sfacciataggine che il “Comitato Promotore del Referendum Consultivo Provinciale per l'acqua pubblica” non è più disposto a sopportare. Il tempo è quasi giunto a scadenza: il 30 marzo, come detto, rappresenta l’ultima data utile per indire il referendum. D’altro canto, entro la fine di quest’anno la Società “Acque Bresciane S.r.l.” sarebbe tenuta ad avviare il procedimento di gara per l’individuazione del socio privato al quale consegnare la maggioranza relativa del proprio capitale; procedimento il cui esito a favore della multi utility di via Lamarmora in molti danno già per scontato e che, forse per questa ragione, nessun esponente della Giunta provinciale è intenzionato a sospendere nell’attesa che la popolazione bresciana possa pronunciarsi mediante il referendum.
Vi è da sottolineare la assoluta mancanza di coerenza da parte del Presidente Mottinelli che in Consiglio Provinciale si era impegnato a fare in modo di sospendere tutte le procedure sul percorso verso la gara per individuare il privato che rilevasse il 49% di Acque Bresciane Srl mentre pochi giorni fa si è espresso sull'inutilità della consultazione referendaria ribaltando il suo stesso pensiero. La difesa ad oltranza di un modello privatistico che ha dimostrato di essere fallimentare dimostra che la pervasività di A2A nei confronti dei reggenti politici locali è totale.
Il nostro comitato pertanto ha deciso di seguire tutte le vie legalmente perseguibili perché fare in modo che il Presidente Mottinelli indica il referendum, anche attraverso il ricorso alla giustizia amministrativa chiedendo la sospensiva di tutti gli atti relativi al gestore unico.
Rispondiamo anche all’assessore Ratti che in qualità di dipendente di una società del gruppo A2A è in evidente conflitto di interesse sulla questione della gestione pubblica o gestione privata. Vogliamo ricordare che dei 64 comuni in infrazione europea ben 34 sono gestiti da A2A in particolare vi sono diversi comuni che pagano da anni la depurazione ad A2A che oggi si trovano in infrazione!
Il vero problema sta nella volontà di questa giunta di non voler confrontarsi con il volontà dei cittadini visto che gli stessi si erano già chiaramente espressi nel 2011.
Il nostro Comitato è orientato ad una gestione veramente pubblica nell’interesse della comunità, l’unica in grado di poter garantire acqua buona, pulita e giusta e di garantire la risorsa per le future generazioni.
Il Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia