invito i presenti a integrare o correggere i miei eventuali errori: Dopo una mezz'ora circa di volantinaggio gli uomini della questura ci hanno guidato nell'ufficio dove ci attendeva Marchesi, vecchia conoscenza dello staff dell'assessorato (con lui c'erano il direttore della segreteria generale di cui non ricordo il nome e l'assistente sociale dottoressa Ponte),il quale si è speso, spesso mostrando insofferenza, per spiegarci che, a fronte di risorse statali sempre più esigue, l'amministrazione, attraverso le sue delibere n. 2883 e n. 2665 ha cercato di orientare le scelte dei comuni verso interventi volti a facilitare la vita indipendente. tra le varie cose ci ha spiegato che, per ragioni di tipo giuridico, non è per niente facile che le risorse ora destinate alla sanità possano essere spostate verso il sociale (nel pomeriggio, quando siamo riusciti, grazie all'azione di Paola Macchi consigliera del cinque stelle, a introdurci nel palazzo del consiglio regionale dove si svolgevano i lavori del consiglio stesso, alcuni consiglieri del Pd ci hanno detto che non è affatto vero).
non sono in grado di elencare tutti gli interventi fatti dai presenti, non avendo preso appunti. Personalmente ho lamentato la mancanza di chiarezza nella definizione di vita indipendente e, soprattutto, la cattiva volontà di applicazione delle indicazioni regionali secondo me poco chiare, circa per esempio la possibilità di sommare le due misure (B1 a favore di persone in dipendenza vitale e quella B2, quest'ultima soggetta a Isee, destinata a persone con disabilità gravi e gravissimi) in funzione del diritto alla vita indipendente. Marchesi ci ha letto lo stralcio della delibera in cui, effettivamente, quest'ultima disposizione è ben indicata, invitandoci a segnalare al suo stesso ufficio questi disservizi.
Era presente anche la dottoressa Matucci che segue per conto della regione Lombardia i lavori riguardanti le linee guida e il bando del ministero sulla vita indipendente.
Avendo seguito, al tavolo del piano di zona di Como, gli sviluppi riguardanti la stesura del bando in versione comasca, ho creduto bene ridimensionare il suo entusiasmo facendo presente che le prescrizioni emanate dal ministero alle regioni in materia di vita indipendente e, da queste ultime ai piani di zona, sono in contraddizione con il concetto di vita indipendente perché costringono le persone ad accettare soluzioni tecniche poco rispettose della loro libertà e espressione , infatti a qualcuno può essere sufficiente un sostegno nell'abitare, mentre a qualcun altro può servire esclusivamente il supporto dell'assistente personale e a qualcun altro entrambe le cose.
Non è servito ricordare loro che Le conquiste per la vita indipendente, uno dei principi generali della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, sono frutto dell'attivismo delle persone con disabilità, che ne rivendicano anche i contenuti: hanno perseverato a difendere la bontà del loro operato.
Non ha trovato risposta neppure la domanda di Gino Bevilacqua, venuto appositamente dal Piemonte per chiedere una collaborazione fra regioni, visto che la regione Piemonte da anni finanzia i progetti di vita indipendente con grande soddisfazione di chi ne beneficia. Purtroppo anche da loro molte persone sono escluse da questo diritto e pare che ci siano segnali preoccupanti di retromarcia.
Grazie alle energiche e costanti insistenze di Cinzia Rossetti, che col suo fedele assistente fa vita indipendente in quel di Brescia, siamo stati introdotti nel consiglio regionale, in pieno svolgimento dei suoi lavori. La consigliera Macchi, che coadiuvata dalla consigliera Maroni, nota rappresentante comasca, ha chiamato a raccolta davanti a noi tutti i consiglieri che hanno presentato proposte di legge in consiglio regionale, pare che siano quattro, Barboni Girelli e Borghetti per il Pd, Gallera (Forza Italia) e Rolfi (Lega Nord) hanno presentato la loro, c'è quella dei cinque stelle curata dalla Macchi, … della quarta non ho notizia. Una volta preso atto che l'argomento è trasversale a tutte le forze politiche più importanti li rappresentate, si trattava di trovare il modo di portarle in discussione. La faccenda ha preso una piega più promettente quando qualcuno (ho perso il filo della situazione) è riuscito a chiamare davanti a noi Rizzo, presidente della terza commissione, che ha promesso di integrare il testo della riforma sociosanitaria con i contenuti (che andranno portati a sintesi) delle proposte di legge.
Confesso che questa operazione, e anche il compimento di una legge regionale, mi mette una certa ansia: c'è chi dice che è meglio una delibera, che è sempre migliorabile di anno in anno, che è un brutto testo di legge, ma Cinzia è una forza della natura che persegue con grande determinazione politici e amministratori, troppo fiduciosa nel risultato.
Teniamo presente che Rizzo è quello che ha scritto materialmente la riforma della sanità concedendo maggiori vantaggi ai privati.
In questo gioco delle parti troverò il modo, non avendo più cariche nelle associazioni che ho rappresentato fino all'anno scorso, di far passare il meglio dei contenuti della filosofia della pratica della vita indipendente.
Ciao a tutti/e
Ida