Rivolgendosi direttamente al presidente Maroni, che si è assunto le deleghe sia in materia di sanità che di assistenza, chiedono ancora una volta che la Regione Lombardia ottemperi al suo dovere di attuare quanto previsto dalla Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità e dalla Costituzione Italiana in materia di Vita Indipendente, per poter finalmente vivere in condizioni di parità con tutti gli altri cittadini, cioè svolgere le normali attività di vita quotidiana, partecipare alla vita formativa, lavorativa e sociale del nostro paese .
A tale scopo chiedono di destinare una parte significativa delle risorse che attualmente vengono impiegate per le RSD (Residenze Socio Sanitarie per Disabili, luoghi a cui le persone con disabilità e le loro famiglie ricorrono disperatamente per mancanza di alternative valide, che costano mediamente 6000-7000€ mensili alla nostra Regione) per rendere sostanzialmente concreto il diritto alla Vita Indipendente. La stessa indicazione riservano verso ogni forma di comunità alloggio o di co-housing coatti.
Denunciano che il peso dell'assistenza grava sempre più sulla famiglia, che riceve in cambio elemosina, sacrificando i loro diritti di libertà e di uguaglianza, e quelli dei loro familiari.
Chiedono di interrompere la logica dell'eterno sperimentare e di passare ai fatti secondo quanto previsto dalla Convenzione ONU.
L'ONU, commentando lo scorso 4 settembre il primo rapporto presentato dall'Unione Europea sull'attuazione della Convenzione, ha raccomandato di proseguire con maggior convinzione nell'attuare il diritto alla Vita Indipendente.
Più precisamente gli attivisti del Comitato chiedono all'Assessorato ai Servizi Sociali di portare a compimento entro l'anno in corso una delibera volta a regolamentare su tutto il territorio regionale il diritto alla Vita Indipendente.
Ricordando che tale diritto è materia che interessa tutti gli assessorati perché, sulla base dell'uguaglianza fra tutti i cittadini, implica che le persone con disabilità abbiano il diritto di vivere dove vogliono e che tutte le strutture previste per la cittadinanza siano rese fruibili anche alle persone con disabilità, chiedono che questa specifica delibera preveda:
1) che per Vita Indipendente si intende il diritto ad autodeterminare la propria vita con le sole limitazioni che hanno le persone senza disabilità
2) che lo strumento fondamentale per il conseguimento di tale diritto sia la figura dell'assistente personale, uno o più professionisti selezionati, scelti, formati, retribuiti (salvo rare eccezioni) e congedati dalla persona con disabilità che ne usufruisce o da chi ne fa le veci
3) che venga predisposto un apposito capitolo di spesa, anche ad integrazione delle misure già previste dall'attuale normativa regionale
4) che lo strumento dell'ISEE sia escluso sia come criterio di valutazione rispetto all'accesso a tali forme di intervento, sia come criterio per quantificarne la misura.
Per il Comitato lombardo per la Vita Indipendente
delle Persone con disabilità
Filiberto Crisci