"Con piedi nell'acqua" Di Cecco Bellosi, edizioni "Milieu" 2013
Cosa è rimasto di quel mondo ribelle, insubordinato e pervicacemente desideroso di sopravvivere, in barba a tutte le leggi scritte alle regole della "legalità" imposte da chi le costruisce per codificare ben altre regole, quelle dettate dal dominio e dall'oppressione? Ce lo chiediamo leggendo l'avvincente libro di Cecco Bellosi, "Con i piedi nell'acqua".
Si legge proprio velocemente, ed invece, meriterebbe di andar letto e meditato almeno un'altra volta.
Cecco ci narra del lago di Como, dei suoi abitanti, della lotta dura condotta per sopravvivere in un ambiente ostile, lontano anni luce dal lago di Como di adesso, dai George Cllooney e dalle vedettes con villona annessa. Non è il lago di Como replicato a Las Vegas, questo, non è la Bellagio dei Rockefeller.
Questi sono i laghèe più veri. Gente dalla scorza dura. Cecco ci parla dei contrabbandieri e dei cuochi, degli stuccatori e degli operai delle acciaierie Falck di Dongo, ci parla di contadini e di mandriani, e delle donne che non erano seconde a nessuno nel battersi per il pane e per la dignità.
Tra il primo e il secondo dopoguerra e durante la guerra di Liberazione, si svolgono gli episodi e le gesta che hanno contraddistinto e in maniera forte le comunità sul lago.
La gente di Colonno, di Tremezzo, di Argegno, di Lezzeno, di Dongo, comunità attraversate e non separate dallo stesso lago. Un libro percorso a tutta velocità da Alfette dei contrabbandieri, inseguimenti della finanza, motoscafi e barche a remi quasi più veloci. Destini di partenze e vite spezzate da una pallottola vigliacca nella schiena. Fortune costruite con l'ingegno e la spericolatezza. Paesi che hanno un'anima e che segnano fortemente gli eventi collettivi nel solco di un'identità ribelle.
Questo libro è il libro di Cecco ed è il libro della gente del lago, è il racconto di un ribelle e di tanti ribelli intorno.
Qui la parola omertà non ha il significato mafioso ma è la necessaria solidarietà di chi si difende da un potere che pur avendo che pur avendo cosparso il territorio di tante caserme, ora rifugi alpini, non è riuscito a domare una resistenza popolare che si è espressa sia attraverso il contrabbando che nell'altra Resistenza, quella armata contro il fascismo.
Che, non lo dimentichiamo, proprio qui ha visto il suo inglorioso epilogo.
Cecco ci parla di tutto questo, ci illustra con ammirazione ed orgoglio le infinite trovate della sua gente, perchè è dei suoi luoghi che egli parla e con contezza dei fatti e delle persone,
fatti e persone che avuto anche modo di conoscere, intervistare. Il Ment, il Cinto, o li ha conosciuti di persona o ne ha respirato le gesta, gesta vere narrate dai padri e dai nonni.
Va letto questo "Con i piedi nell'acqua" e senza piedi per terra, perchè se si guarda attraverso il lago, adesso, 2013, io ci ho vissuto per diversi anni, tra Domaso, Menaggio, Bellagio, Lezzeno, e si tenessero i piedi bene per terra si osserverebbe, da esterno, da non laghèe, quanto sia difficile, improbo inserirsi in queste comunità.
Rammento a Lezzeno, mia prima scuola, nel 1992, i ragazzi con le camicie verdi della Lega, per me, meridionale, era un colpo di pugnale, un ricordarmi tutti i giorni di essere terrone.
Rammento la mia sola amica, Francesca Neri, su quella sponda del lago, segretaria del Pci di Bellagio, quanto fosse davvero dura, inizio anni novanta, essere di sinistra, essere "altro" in quei paesi. Ma di questo Cecco non parla, Cecco ci parla di quando queste comunità non erano ancora affluenti, di quando lottavano per vivere e la parola solidarietà aveva un significato forte. E con le eccezioni: piccoli paesi rossi si sono mantenuti a lungo, Tremezzo, per esempio. Consiglio di leggere Cecco immergendosi e lascaindosi prendere dalle atmosfere di insubordinazione, memorabile il funerale di un giovane contrabbandiere sparato nella schiena da un finanziere, memorabile la dimostrazione di forza di un mondo che vi accorre in forze e costringe lo stato a sloggiare, sia pure per un giorno da una riva intera del lago.
Che sia letto questo libro, che sia meditato. Che sia discusso. Cecco scrive senza reticenze ed estrinseca i suoi dubbi, esprime anche la sua visione, di ribelle dichiarato, lo fa con una grande arte, da scrittore naturale e lo fa per amore. Resterete inforrmati e resterete scossi, resterete ammirati e commossi. "Con i piedi nell'acqua", passerete anche voi giorni e notti a scavalcare mulattiere e scaricare bricolle da motoscafi, viaggerete veloci e pesanti, leggeri e divertiti, viaggerete con un popolo intero. Un piccolo popolo che, è bene, legga queste storie , prima di perdere e definitivamente storia ed anima in questa vacua, indistinta, postmodernità.