cari amici invio alcune considerazioni relative al risultato elettorale
vi ringrazio per l'attenzione.
valter merazzi
Ti ringrazio per l’attenzione e/o l’aiuto che hai dato alla mia candidatura alle regionali 2010.
Cerco di tirarne un breve bilancio, tralasciando premesse e motivazioni che ho incluso nella “lettera agli amici e ai compagni di viaggio”.
Le previsioni sul dato elettorale erano a spanne. I verdi a febbraio erano allo 0,8%, nel mese successivo erano dati in crescita. Ero abbastanza convinto che sull’1,5 % ce la giocavamo, pensavo che l’astensione a destra ci avrebbe favorito.
Nell’ultima settimana le percezioni sono cambiate e in campo ho visto e sentito solo la destra.
Debbo anche confessare che ho sottostimato il voto a Grillo, anche perché non avevano raccolto le firme.
In definitiva l’1,5% dovevano raggiungerlo i verdi in tutta la regione. Il risultato dipendeva da quanto sarebbero riusciti a far dimenticare Pecoraro etc., ma evidentemente questo non è successo. La proposta del ri-nato partito verde, non certo favorita dai media, è stata organizzativamente molto debole, gravata dal peso della stessa coalizione.
Hanno votato verde in Lombardia 35.000 persone, lo 0,82%. In provincia di Como (3.420 voti, 1,33%), i verdi hanno fatto il miglior risultato regionale (Milano si è fermata a 1,22%) ma con esattamente la metà dei voti presi nel 2005.
Io ho preso poco meno della metà dei voti (342 vs 749), meglio in città (150 vs 220).
Queste le aride cifre. Che dire?
Sono contento di aver fatto la campagna elettorale, mi ha dato stimoli. Ho speso in tutto 200 euro e mi sono mosso a mia misura, perché sapevo comunque che non serviva prendere qualche voto personale in più e non potevo caricarmi sulle spalle tutta la questione dei verdi.
Ho fatto campagna da solo e non era possibile altrimenti, anche se in molti mi hanno dato una mano, ma non ho cercato di coinvolgerli oltre una certa soglia. A loro in particolare va tutto il mio ringraziamento per la stima che mi hanno mostrato. Per me è stata dunque un’esplorazione che mi ha messo a contatto con situazioni concrete, mi ha portato a riallacciare rapporti, a incontrare persone che non conoscevo o conoscevo poco. Ho anche aperto una pagina Facebook che non ho usato. Ho soprattutto cercato di lavorare per il dopo elezioni, per capire quale spazio reale si potesse aprire per un progetto di prospettiva, non necessariamente sotto la bandiera dei verdi.
Ho attaccato manifesti e partecipato ad incontri pubblici ad Appiano, Inverigo, qualcosa a Como; ho distribuito un comunicato stampa sulla lotta dei lavoratori della Ca’ d’industria, impegnati in un durissimo scontro con le logiche del mercato e della spartizione del patrimonio pubblico, con l’attacco alle condizioni di lavoro. Isolati e tenuti al margine del quadro, sono riusciti a rompere lo schermo mediatico solo per l’energia e la fantasia che hanno saputo mettere in campo. La loro è una lotta esemplare che pone domande precise alla politica.
Riassumendo i dati per me significativi sono:
• quanto ho capito in più di una campagna elettorale
• I 150 voti presi in città e il rapporto con una rete provinciale che ha una sua forma e sostanza
• la Lega, non ne parlo qui, ma vorrei trovare l’occasione.
• Grillo che prende più di seimila voti.
• I verdi che superano la Federazione della sinistra a Como, che in cinque anni perde 9.000 voti in provincia.
Verdi e rifondazione assieme prendono 1.300 voti. Quest’ultima è immagine da mettere a fuoco. Non per il risultato agonistico, ma per l’impietosa fotografia di un modo di far politica che non raccoglie voti fuori dal suo/i contesto culturale. Questo lo zoccolo duro dei più politicizzati, di quelli che comunque vivono la politica nelle associazioni, nel lavoro e nel quotidiano. Altri, non solo i giovani (questo è molto importante) votano Grillo, ma al momento da lui aspettano i segnali e i tempi. Vedremo.
Il problema delle 1.300 persone fra cui mi metto io e mi sento di mettere anche te, è capire che queste elezioni segnano definitivamente la fine di un ciclo.
Queste elezioni sono state importanti ben oltre la mia candidatura e i risultati dell’area in cui ci riconosciamo. Imprimono una secca sterzata a destra della politica nazionale, nel senso che rafforzano le classi, i gruppi dirigenti e tutto il loro indotto con conseguenze sulla Costituzione, sull’ordinamento dello Stato, sulla giustizia, sullo stato sociale e del lavoro, sull’ambiente, sulla cultura profonda del Paese.
Su tutto naturalmente aleggia la grande crisi, a cui siamo ancor meno preparati e che Berlusconi vorrà governare come la più grande delle emergenze.
Il quadro è disastroso per le organizzazioni politiche di sinistra e per la loro incapacità di raccogliere un disagio sociale che nel voto si esprime chiaramente nell’astensione, nelle liste di movimento, in una componente del voto leghista.
Abbiamo davanti tre anni senza elezioni importanti, a parte Como. Tre anni con la Lega, le correnti del Pdl, la chiesa, la debolezza Pd. Sarà un periodo molto difficile.
In Lombardia è presumibile pensare che le diverse anime della maggioranza si contenderanno la regione in nome dei loro interessi. Difficile oggi prevederne le conseguenze politiche. Ma credo che su questo occorrerà tornare. Insomma si ballerà, non bastasse per molti il quotidiano e a poco servirà comunque mettere la testa sotto la sabbia.
Malgrado tutto sono convinto ci sia lo spazio per nuovi modi di azione politica, capaci di raccogliere su alcuni grandi temi nuove energie. Personalmente ritengo che per un vero passaggio di fase occorre “vincere” oggi la battaglia sull’acqua e sul nucleare. Solo se sapremo opporci a questi disegni potremo cercare di costruire una reale prospettiva politica.
Il referendum sull’acqua pubblica anche per il significato che acquisterà dopo queste elezioni, sarà un passaggio che ritengo fortemente mobilitante e importante nella sua trasversalità.
La raccolta di firme partirà il 24 aprile e occorre che l’iniziativa sia la più capillare possibile.
Sto cercando di capire procedure e recuperare materiali. Se qualcuno è interessato alla raccolta di firme (con consigliere o simile) nella vs zona/paese, lo faccia sapere. Si potrebbero organizzare serate pubbliche locali sull’acqua con un relatore. I gruppi locali potrebbero preparare un piccolo dossier anche a grandi linee sulla situazione del territorio (stato impianti, qualità, fonti, delibere, orientamenti). Occorre cercare di coinvolgere i paesi, tenendo conto che su questi temi c’è molta sensibilità.
Sto anche cercando di capire che fine fanno i verdi regionali dopo questa batosta, debbo dire che il dibattito mi sembra molto aperto, con alcuni interventi in linea con le mie suggestioni.
Anche qui vedremo, ma credo che a questo punto non sia questione di rossi o di verdi o di viola.
Meglio credo tenersi se non altro a vista e trovare terreni che consolidino le reti di comunicazione e di solidarietà, che favoriscano un’iniziativa politica che si esprima nella socialità.
Mi fermo qui per il momento. Ti prego di mandarmi un piccolo feddback e/o osservazioni, oppure fammi sapere se non sei interessato/a essere informato sul proseguo di questa storia.
Un abbraccio
Valter, 5 aprile 2010
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