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Stato di agitazione a livello nazionale per la catena Gigante. A seguito della rottura delle trattative, i sindacati hanno riconfermato lo stato di agitazione già in essere e dichiarato un pacchetto di 12 ore di sciopero: 4 ore a disposizione delle Rsu/Rsa da utilizzare nella modalità che riterranno più opportuna e una giornata intera di sciopero con manifestazione e presidio in data e luogo da comunicare. In provincia ci sono in totale due esercizi a
Mariano Comense e Vertemate con Minoprio. Si tratta di circa 220 dipendenti per unità produttiva. Il Gigante fa parte di una delle poche realtà della grande distribuzione organizzata che, aderendo a Confcommercio, ha un contratto collettivo nazionale rinnovato. «I lavoratori – spiega Ivan Talloru, Filcams Cgil Como - in questi anni avevano spesso concesso aperture in tema di flessibilità oraria, un esempio su tutti è stata l'adesione volontaria a un regime orario chiamato “invision” (flessibilità del proprio orario lavorativo su griglie elaborate da un programma con articolazione bisettimanale).
Dopo il rinnovo del contratto nazionale, sono cominciate le trattative per quello integrativo perchè l'azienda continuava a richiedere l'eliminazione del premio aziendale fisso, nonostante l'andamento positivo della società». Venerdì si è interrotta la trattativa: «Nell’ultimo incontro – continua Talloru - hanno chiarato che non esistevano più le condizioni per andare avanti nella discussione e che di conseguenza dal primo agosto 2016 cesseranno gli
effetti di tutta la contrattazione aziendale iniziata nel 1974». Le controproposte unitarie (congelamento dell’incidenza del premio fisso su 13ma, 14ma e tfr, trasformazione del Ticket Restaurant in buoni spesa utilizzabili all’interno dei punti vendita) sono state ritenute insufficienti dalla direzione aziendale. «La trattativa – conclude Talloru - era iniziata con la richiesta di ridurre in maniera drastica le condizioni economiche e normative del contratto integrativo aziendale, chiedendo di eliminare le condizioni migliorative in materia di pause, malattia, maggiorazioni nei giorni festivi del
periodo natalizio, regolamentazione dei permessi per chi utilizza la legge 104, nonché un’ulteriore flessibilità nella gestione delle

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Il Partito della Rifondazione Comunista boicotta le celebrazioni per il 25 aprile indette dall'Amministrazione Comunale di Cantù e invita tutti i cittadini canturini che si riconoscono nel nostro partito a compiere la stessa scelta.

Per il secondo anno di seguito ci troviamo costretti a prendere questa dolorosa e sofferta decisione, che, però, riteniamo più che mai opportuna ed inevitabile, di fronte alla spregiudicatezza del Sindaco, della Giunta e dell'intera Amministrazione Comunale di Cantù, che, dopo aver ospitato per tre anni consecutivi i fascisti in città, hanno l'ardire di celebrare l'Anniversario della Liberazione dalla dittatura nazi-fascista nel nostro Paese, peraltro infangando la memoria dei partigiani caduti per la nostra libertà con le loro considerazioni assurde e del tutto prive di senso.
 
Rinnoviamo, pertanto, la nostra distanza dall'Amministrazione Comunale di Cantù, con cui sin dall'inizio del mandato non abbiamo voluto avere alcuna interlocuzione e che auspichiamo possa venire spazzata via dal voto amministrativo della prossima primavera.

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« Le notizie apprese dalla stampa di ieri non ci stupiscono, al contrario ci preoccupano, ci allarmano, ci indignano. Da anni portiamo avanti con forza il concetto di legalità e di lotta alle mafie e siamo tra i pochi schieramenti politici a esternare una seria preoccupazione sul delicatissimo tema mentre alcune destre continuano imperterrite a sostenere l'assenza di infiltrazioni mafiose sul territorio lombardo e le cosiddette giunte di centro sinistra tendono a minimizzare.

Il tempo e l'evolversi dei fatti, purtroppo ci hanno dato regione, la lombardia e la nostra provincia ormai hanno una radicazione antica e profonda di questa metastasi, è inutile proclamare continuamente che i problemi di sicurezza sono causati dalla microcriminalità e dai mendicanti, da anni nei comuni della provincia comasca, ed a mariano in particolar modo il vero spettro è quello della 'ndrangheta. Auspichiamo che da oggi in poi la politica locale apra gli occhi e non accampi più scuse.
Sinistra per Mariano chiede da subito, all'amministrazione comunale, un reale impegno pubblico e la costituzione di una ‪#‎CommissioneAntimafia‬. Siamo pronti fin da ora ad un confronto.»

Mariano Comense 19 febbraio 2016

Giulio Russo - Sinistra per Mariano

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Si è conclusa stamani l’operazione “Quadrifoglio” coordinata dalla DDA di Milano.
Già leggendo i nomi degli arrestati viene fuori uno spaccato che la Federazione Provinciale di Como del Partito della Rifondazione Comunista ha sempre denunciato e sottolineato: «Non si tratta semplicemente di azzeramento della “locale” di Mariano Comense ma c’è un reale e costante coinvolgimento nell’associazione di soggetti che con la ndrangheta fanno affari e parliamo, ovviamente, di imprenditori ed ex politici locali e non.»
Lo spaccato è davvero preoccupante. La “locale” di Mariano espressione diretta del clan Mancuso di Limbadi (VV) sul territorio lombardo, si è occupata anche di subappalti di grandi opere e speculazioni immobiliari connesse con Expo 2015! Tra gli arrestati figurano, tra gli altri, un ex consigliere comunale di Rho eletto con il PD nel 2011 e parente del clan Mancuso.  Alla guida dell’associazione un calabrese residente da anni a Cabiate. Ma ci sono anche un imprenditore calabrese (anche lui residente a Cabiate) nel settore del compro oro, un altro imprenditore nel settore automobilistico ed un imprenditore mantovano residente a Milano. Dunque: Subappalti e speculazioni immobiliari legate ad Expo 2015, compro oro, commercio in autovetture. Non solo estorsioni e minacce. C’è tutto un tessuto imprenditoriale dietro che fa da linfa alla ndrangheta in Lombardia ed è essenziale per la sua sopravvivenza. Questo è quello che denunciamo da sempre ma molti continuano a bollare il tutto come un qualcosa di interno alla locale di Mariano e sappiamo tutti che non è così. Stiamo con la DDA di Milano e confidiamo nell’ottimo lavoro dei magistrati milanesi che tanto si stanno adoperando per combattere la ndrangheta in Lombardia facendo luce anche sulla cosiddetta “zona grigia”.


Per la Segreteria Provinciale Prc/Se Como

Gianluca Giovinazzo
Fabrizio Baggi

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