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Il Partito della Rifondazione Comunista boicotta le celebrazioni per il 25 aprile indette dall'Amministrazione Comunale di Cantù e invita tutti i cittadini canturini che si riconoscono nel nostro partito a compiere la stessa scelta.

Per il secondo anno di seguito ci troviamo costretti a prendere questa dolorosa e sofferta decisione, che, però, riteniamo più che mai opportuna ed inevitabile, di fronte alla spregiudicatezza del Sindaco, della Giunta e dell'intera Amministrazione Comunale di Cantù, che, dopo aver ospitato per tre anni consecutivi i fascisti in città, hanno l'ardire di celebrare l'Anniversario della Liberazione dalla dittatura nazi-fascista nel nostro Paese, peraltro infangando la memoria dei partigiani caduti per la nostra libertà con le loro considerazioni assurde e del tutto prive di senso.
 
Rinnoviamo, pertanto, la nostra distanza dall'Amministrazione Comunale di Cantù, con cui sin dall'inizio del mandato non abbiamo voluto avere alcuna interlocuzione e che auspichiamo possa venire spazzata via dal voto amministrativo della prossima primavera.

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« Le notizie apprese dalla stampa di ieri non ci stupiscono, al contrario ci preoccupano, ci allarmano, ci indignano. Da anni portiamo avanti con forza il concetto di legalità e di lotta alle mafie e siamo tra i pochi schieramenti politici a esternare una seria preoccupazione sul delicatissimo tema mentre alcune destre continuano imperterrite a sostenere l'assenza di infiltrazioni mafiose sul territorio lombardo e le cosiddette giunte di centro sinistra tendono a minimizzare.

Il tempo e l'evolversi dei fatti, purtroppo ci hanno dato regione, la lombardia e la nostra provincia ormai hanno una radicazione antica e profonda di questa metastasi, è inutile proclamare continuamente che i problemi di sicurezza sono causati dalla microcriminalità e dai mendicanti, da anni nei comuni della provincia comasca, ed a mariano in particolar modo il vero spettro è quello della 'ndrangheta. Auspichiamo che da oggi in poi la politica locale apra gli occhi e non accampi più scuse.
Sinistra per Mariano chiede da subito, all'amministrazione comunale, un reale impegno pubblico e la costituzione di una ‪#‎CommissioneAntimafia‬. Siamo pronti fin da ora ad un confronto.»

Mariano Comense 19 febbraio 2016

Giulio Russo - Sinistra per Mariano

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Si è conclusa stamani l’operazione “Quadrifoglio” coordinata dalla DDA di Milano.
Già leggendo i nomi degli arrestati viene fuori uno spaccato che la Federazione Provinciale di Como del Partito della Rifondazione Comunista ha sempre denunciato e sottolineato: «Non si tratta semplicemente di azzeramento della “locale” di Mariano Comense ma c’è un reale e costante coinvolgimento nell’associazione di soggetti che con la ndrangheta fanno affari e parliamo, ovviamente, di imprenditori ed ex politici locali e non.»
Lo spaccato è davvero preoccupante. La “locale” di Mariano espressione diretta del clan Mancuso di Limbadi (VV) sul territorio lombardo, si è occupata anche di subappalti di grandi opere e speculazioni immobiliari connesse con Expo 2015! Tra gli arrestati figurano, tra gli altri, un ex consigliere comunale di Rho eletto con il PD nel 2011 e parente del clan Mancuso.  Alla guida dell’associazione un calabrese residente da anni a Cabiate. Ma ci sono anche un imprenditore calabrese (anche lui residente a Cabiate) nel settore del compro oro, un altro imprenditore nel settore automobilistico ed un imprenditore mantovano residente a Milano. Dunque: Subappalti e speculazioni immobiliari legate ad Expo 2015, compro oro, commercio in autovetture. Non solo estorsioni e minacce. C’è tutto un tessuto imprenditoriale dietro che fa da linfa alla ndrangheta in Lombardia ed è essenziale per la sua sopravvivenza. Questo è quello che denunciamo da sempre ma molti continuano a bollare il tutto come un qualcosa di interno alla locale di Mariano e sappiamo tutti che non è così. Stiamo con la DDA di Milano e confidiamo nell’ottimo lavoro dei magistrati milanesi che tanto si stanno adoperando per combattere la ndrangheta in Lombardia facendo luce anche sulla cosiddetta “zona grigia”.


Per la Segreteria Provinciale Prc/Se Como

Gianluca Giovinazzo
Fabrizio Baggi

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    I dipendenti della città brianzola, riunitisi in assemblea venerdì scorso, hanno deciso, all'unanimità, di intraprendere un percorso di mobilitazione.
    FP CGIL, UIL FPL e RSU hanno immediatamente chiesto un incontro al sindaco, Giovanni Marchisio, per rappresentare le proprie istanze.

    Le motivazioni della protesta sono molteplici ed articolate.
    Il comune di Mariano Comense enumera il rapporto tra dipendenti e popolazione più basso di tutta la provincia di Como.
    Ciò comporta una difficoltà nell'erogazione dei servizi.
    L'evidente carenza d'organico viene supplita con la disponibilità dei lavoratori, carichi di lavoro eccessivi, ore di straordinario non retribuite.

    La goccia che ha fatto traboccare il vaso durante un incontro sindacale a luglio, quando l'amministrazione ha comunicato un taglio del fondo di produttività collettiva pari a 21000 €.
    Si consideri che il salario accessorio è, complessivamente, di 58000 €.
    Stiamo quindi parlando di una decurtazione del 36% sulle spettanze del 2014.

    Ad oggi, e siamo alla fine di settembre, nessun dipendente ha percepito la produttività dell'anno precedente, neppure i responsabili di servizio.
    Tutto ciò è sintomatico di una situazione gravosa, che vede, da una parte, poca chiarezza nella programmazione degli obiettivi.
    Dall'altra la scarsità delle risorse e degli strumenti gestionali creano sovrapposizioni di ruoli ed incertezze procedurali.
    
In tale situazione non si può che ripartire da un confronto serrato con le OO.SS. e la RSU per dare sviluppo ad un contratto decentrato triennale 2012 – 2014, sottoscritto tra le parti e che, ad oggi non viene onorato.

Como, 22 settembre 2015

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