On. Mammì e De Rosa (M5S) - L’On. Stefania Mammì, grazie al lavoro e al confronto con il collega consigliere in Regione Lombardia Massimo De Rosa, ha presentato una interrogazione al Ministro della Salute per chiedere di fare luce sulle ragioni del sensibile ritardo con cui Regione Lombardia ha avviato i test rispetto ad altre regioni, favorendo in via esclusiva e senza procedura pubblica i test Diasorin-San Matteo e quali azioni intenda adottare per uniformare a livello nazionale i vari tipi di test di cui sono dotate le regioni.
“Mi auguro che il Ministro Speranza ritenga di affiancare un’ulteriore valutazione di tipo quantitativo sui soggetti risultati positivi al test qualitativo, per sapere se la copertura anticorpale sia sufficiente ad evitare la reinfezione. Massimo De Rosa penstastellato lombardo dichiara: “Scelte poco chiare, Regione Lombardia ha confermato la propria inadeguatezza, andremo fino in fondo”. A livello nazionale la gara indetta dal Commissario per l’Emergenza, per la fornitura di Kit, reagenti e consumabili, per l’effettuazione di 150.000 test sierologici finalizzati ad un’indagine campione sulla diffusione, è stata aggiudicata all’operatore economico Abbott. “Il vicedirettore dell’OMS e membro del Comitato tecnico scientifico Ranieri Guerra – precisa l’onorevole Mammì -ha spiegato che l’avvio dei test sierologici su tutta la Nazione mira a “stabilire un unico test nazionale”, dato che l’uso di dispositivi differenti renderebbe assai difficile la comparazione, falsando i dati. Sarebbe auspicabile, dunque, uniformare anche le dotazioni a livello regionale, poiché in molte aree la somministrazione è partita in maniera indipendente”.
Ecco i fatti, nel dettaglio, su cui far luce:
23 marzo sottoscritto un accordo in via esclusiva, tra la Diasorin Spa e l’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia per la realizzazione di test sierologici e molecolari per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2, volti a verificare la presenza o meno nell’organismo di protezione anticorpale contro il Covid-19. Come riportato dai principali organi di informazione, in cambio del supporto dei laboratori di virologia molecolare del San Matteo, la multinazionale si è impegnata a riconoscere al Policlinico royalties dell’1% per ogni test venduto oltre a un cospicuo compenso.
6 aprile viene aperta, e chiusa nel giro di 24 ore, una manifestazione pubblica di interesse per la realizzazione di test sierologici; pur in assenza di autorizzazione delle certificazioni CE e FAD
8 aprile il presidente di Regione Lombardia, sostiene pubblicamente la maggior affidabilità dei test frutto della collaborazione tra la Diasorin Spa e il San Matteo, in assenza di alcun tipo di valutazione di analoghi test sierologici affidabili e già disponibili sul mercato (come ad es. quelli della Technogenetics Srl); nel frattempo in altre regioni si avviavano già sperimentazioni e protocolli.
11 aprile Regione Lombardia, tramite Aria, acquistava 500 mila test, per un valore di 2 milioni di euro, in assenza di alcuna gara d’appalto.
16 aprile si apprende attraverso i mezzi di stampa che un componente del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza Coronavirus della Regione Lombardia, in palese conflitto di interessi (e per tale motivo poi dimessosi), risultava essere anche a capo del reparto del Policlinico San Matteo impegnato a sviluppare il progetto in accordo con Diasorin Spa.
20 aprile sul portale della Regione Lombardia, viene indetta una gara per manifestazione di interesse per l’affidamento della fornitura di test sierologici e già dal 23 aprile (prima della scadenza della gara) vengono effettuati numerosi test d’intesa con Diasorin Spa. Nella stessa data, su ricorso presentato il 18 aprile dalla Technogenetics Srl contro l’accordo sottoscritto tra Diasorin Spa e il Policlinico San Matteo, il TAR Lombardia si pronuncia affermando che lo stesso “non sembra esaurirsi in un puro accordo di collaborazione scientifica, ma presenta contenuti sinallagmatici con precisi vantaggi economici e conseguente valore di mercato sottratto al confronto concorrenziale”.