Cittadinanzattiva - Buon giorno. Colgo lo spunto da una richiesta che questa mattina mi e stata fatta come referente di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
La domanda è stata: “chi avvisa la famiglia del malato sulle condizioni del proprio congiunto?” e veniva posta ad un vicino da un parente che è ricoverato in terapia intensiva.
Entrando nel sito dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna, ho letto che è stata istituita una Centrale Telefonica Info Parenti per avere notizie, (031-5858400). indicando gli orari del servizio (dalle 10.00 alle 16.00 dal lunedì al sabato); questa notizia l’ho data al cittadino che mi aveva posto la domanda.
Nel comunicato vi è inoltre scritto che per i ricoverati nel reparto di terapia intensiva questo servizio è fatto dal personale infermieristico del reparto.
Questa premessa è importante per ribadire ed apprezzare, da parte della nostra Associazione, il valore e la sensibilità che sta dimostrando, tutto il personale sanitario, in questo grave momento che stiamo vivendo.
Da parte del cittadino che mi ha fatto la richiesta rilevo un senso di partecipazione e di solidarietà che va sicuramente lodato; ha cercato un modo per alleviare la preoccupazione di un vicino con un parente ammalato.
Questo è l’atteggiamento che deve essere tenuto da ciascun componente della collettività, affinché certe manifestazioni musicali sui terrazzi o le esortazioni nei cartelli appesi all’esterno delle case, diventino atteggiamento di solidarietà e testimonianza del fatto, di certo sicuro, “che nessuno si salva da solo” e che “ce la faremo”
Certamente il COVID19, sta mettendo a nudo la nostra società, da una parte si vedono persone impaurite, impaurite e sole, si vedono comportamenti non consoni alla gravità del momento, da un’altra parte l’impegno delle strutture sanitarie, il lavoro degli operatori impegnati nei servizi indispensabili.
Al risultato finale nello scontro fra queste due componenti, che sicuramente sarà positivo, contribuirà l’impegno di ciascuno di noi.
Per ora sembra prevalere il grande lavoro degli operatori sanitari e dei servizi civili, a cui va la nostra gratitudine, ma non va sottovalutato il sentimento di paura che sta cominciando ad affiorare e che ogni “cittadino attivo” deve contrastare con comportamenti di vicinanza e parole positive.
All’uscita da questa crisi la collettività deve ritornare a vivere dando il significato giusto a questa parola.
Collettività significa non pensare solo a se stessi, vuol dire non vivere più con atteggiamenti di sopruso, vuol dire rispetto dei nostri spazi e dell’ambiente, in sintesi non devono essere le leggi o le norme a costringerci a non fare certe cose, ma deve essere il nostro senso civile a regolare il nostro comportamento.
Le leggi e le norme devono diventare gli strumenti che dovranno misurare la nostra civiltà e che ci devono servire solo per essere richiamati o per punirci, se superiamo certi limiti.
Collettività significa anche volere il bene di tutti impegnandoci in primo luogo a cercare le soluzioni migliori, significa infondere fiducia per chi ha paura, significa vedere la vita prima della morte.
Per questo, quando ricordiamo le vittime del COVID19 , pensiamo anche ai bimbi nati in questo difficile periodo.
Alla chiusura temporanea dei nostri sportelli territoriali, per l’emergenza COVID19, ci siamo organizzati per proseguire l’attività dello sportello Tribunale per i diritti del malato, in modo da essere a disposizione dei bisogni dei cittadini.
L’importante è essere vicini alle persone per non farle sentire sole e questi sono i nostri contatti:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.