Como, 19 settembre 2013 - La segreteria della Camera del Lavoro di Como esprime ferma contrarietà alla scelta dell'amministrazione del
Comune di Como di procedere alla privatizzazione delle farmacie comunali di Sagnino e Muggiò. Tale contrarietà non è determinata da
ragioni pregiudiziali. Nel caso specifico però l'amministrazione sottovaluta alcuni aspetti fondamentali che rischiano di pregiudicare
un patrimonio (su un servizio essenziale) che produce ogni anno significative entrate per la collettività.
Inoltre, ed è per noi l'aspetto più rilevante, le modalità con cui si intende procedere pongono evidenti interrogativi sul destino
lavorativo delle persone che vi operano, specie in una fase di drammatica crisi economica che ne renderebbe difficilissima la
ricollocazione.
Crediamo che l'idea di procedere nella fase attuale a processi di alienazione di beni comuni, anche per effetto della crisi in atto,
rischierebbe di trasformarsi per l'amministrazione in una svendita del patrimonio comunale. Chiediamo all'amministrazione di rivedere
tale scelta, di avviare una riflessione seria ed approfondita sul patrimonio del comune capoluogo, di riappropriarsi su tale delicata
materia di una visione strategica, di interrogarsi su cosa può essere ceduto e di cosa deve essere valorizzato. Il tutto però in un disegno
di salvaguardia dei servizi fondamentali per i cittadini, coinvolgendoli in qualità di veri proprietari di tali beni.