A partire dal primo giugno si erano susseguite numerose segnalazioni su facebook, accompagnate da foto, a proposito di un progetto di riqualificazione del bosco in Spina Verde noto come "progetto life". Finanziato dall' Unione Europea avrebbe dovuto introdurre 6000 nuovi esemplari di specie autoctone, eliminando alberi morti e robinie, considerate piante infestanti. L’attesa di buoni risultati , quindi, era elevata per rivedere finalmente la Spina verde riqualificata con un nuovo “ restauro” forestale. Purtroppo il risultato di questo lavoro, attualmente fermo ma non concluso, non è sembrato a molti corrispondere all' obbiettivo desiderato. L'area interessata è posta all' interno del Comune di Como, in un' area compresa tra il Pianvalle e la baita Respaù di sopra (ora baita Alpini) sopra Prestino. Per rispondere ai dubbi sollevati il Direttore del Parco ha organizzato il giorno 30/07 un sopralluogo a cui hanno partecipato esponenti di gruppi ambientalisti con lista x Como. Fin da subito la situazione è apparsa a tutti nella sua drammatica criticità. Altri sopralluoghi hanno avuto seguito da cui si sono evidenziate le seguenti osservazioni:
- La maggior parte degli alberi piantati, per lo più radi, si sono già disseccati parzialmente o in toto
- Il lavoro eseguito non sembra aver rispettato la giusta modalità di forestazione e di rinnovo e nemmeno l’elemento rappresentato dal sottobosco, con interventi distruttivi sugli arbusti e sulle essenze presenti, tipici della zona stessa,
- sollevando il suolo a quote sopra il livello originario e, con zolle e sottobosco rivoltato;
- rimuovendo meccanicamente la flora stessa
- tracciando percorsi di servizio di ampie dimensioni con abbandono di legname da rimuovere al termine dell’ estate, azione che potrebbe compromettere il ripopolo delle specie tipiche del sottobosco quali la vinca ed altre
- favorendo lo sviluppo in loco di robinie che non troverebbero più la competizione di altre specie
- rendendo possibile il germoglio di semi provenienti da orti della pianura vicinale, con esemplari non tipici del sottobosco in Spina Verde
- con la piantagione di alberi nuovi lasciando ampi spazi tra gli stessi , senza un adeguata fittezza o sesto d’impianto, con conseguente possibile sviluppo di flora infestante
- la rimozione di piante pare non sia avvenuta dappertutto in modo selettivo, con l’eliminazione di piante morte o malate oppure di robinia infestante ma in modo abbastanza aspecifico e non sicuramente selettivo
- danneggiamento delle piante pregiate come castagni ed altre ad opera dei mezzi meccanici usati per l’ operazione di riqualificazione
- drastica eliminazione della vegetazione arbustiva in alcuni punti, con la conseguente esposizione ai raggi solari delle piante ai margini dell’ operazione e possibilità del fenomeno “ustione” procurato alle stesse.
- taglio tardivo delle piante arrivando a primavera avanzata (fine maggio), con conseguente distruzione dei nidi e perdita delle uova
Queste osservazioni, verificate e confrontate con un esperto agronomo, sono state raccolte nel testo allegato e inviate con foto al Corpo Forestale dello Stato, al Comune di Como e al Parco Spina Verde. Hanno firmato diverse associazioni, gruppi e liste civiche: Animatamente, Altra Como, Arci Noerus, La Città Possibile, Legambiente e Lista x Como.
CI SONO ALLEGATE AL DOCUMENTO LE FOTO
Con simpatia. Roberta Marzorati
A partire dal primo giugno si erano susseguite numerose segnalazioni su facebook, accompagnate da foto, a proposito di un progetto di riqualificazione del bosco in Spina Verde noto come "progetto life". Finanziato dall' Unione Europea avrebbe dovuto introdurre 6000 nuovi esemplari di specie autoctone, eliminando alberi morti e robinie, considerate piante infestanti. L’attesa di buoni risultati , quindi, era elevata per rivedere finalmente la Spina verde riqualificata con un nuovo “ restauro” forestale. Purtroppo il risultato di questo lavoro, attualmente fermo ma non concluso, non è sembrato a molti corrispondere all' obbiettivo desiderato. L'area interessata è posta all' interno del Comune di Como, in un' area compresa tra il Pianvalle e la baita Respaù di sopra (ora baita Alpini) sopra Prestino. Per rispondere ai dubbi sollevati il Direttore del Parco ha organizzato il giorno 30/07 un sopralluogo a cui hanno partecipato esponenti di gruppi ambientalisti con lista x Como. Fin da subito la situazione è apparsa a tutti nella sua drammatica criticità. Altri sopralluoghi hanno avuto seguito da cui si sono evidenziate le seguenti osservazioni:
- La maggior parte degli alberi piantati, per lo più radi, si sono già disseccati parzialmente o in toto
- Il lavoro eseguito non sembra aver rispettato la giusta modalità di forestazione e di rinnovo e nemmeno l’elemento rappresentato dal sottobosco, con interventi distruttivi sugli arbusti e sulle essenze presenti, tipici della zona stessa,
- sollevando il suolo a quote sopra il livello originario e, con zolle e sottobosco rivoltato;
- rimuovendo meccanicamente la flora stessa
- tracciando percorsi di servizio di ampie dimensioni con abbandono di legname da rimuovere al termine dell’ estate, azione che potrebbe compromettere il ripopolo delle specie tipiche del sottobosco quali la vinca ed altre
- favorendo lo sviluppo in loco di robinie che non troverebbero più la competizione di altre specie
- rendendo possibile il germoglio di semi provenienti da orti della pianura vicinale, con esemplari non tipici del sottobosco in Spina Verde
- con la piantagione di alberi nuovi lasciando ampi spazi tra gli stessi , senza un adeguata fittezza o sesto d’impianto, con conseguente possibile sviluppo di flora infestante
- la rimozione di piante pare non sia avvenuta dappertutto in modo selettivo, con l’eliminazione di piante morte o malate oppure di robinia infestante ma in modo abbastanza aspecifico e non sicuramente selettivo
- danneggiamento delle piante pregiate come castagni ed altre ad opera dei mezzi meccanici usati per l’ operazione di riqualificazione
- drastica eliminazione della vegetazione arbustiva in alcuni punti, con la conseguente esposizione ai raggi solari delle piante ai margini dell’ operazione e possibilità del fenomeno “ustione” procurato alle stesse.
- taglio tardivo delle piante arrivando a primavera avanzata (fine maggio), con conseguente distruzione dei nidi e perdita delle uova
Queste osservazioni, verificate e confrontate con un esperto agronomo, sono state raccolte nel testo allegato e inviate con foto al Corpo Forestale dello Stato, al Comune di Como e al Parco Spina Verde. Hanno firmato diverse associazioni, gruppi e liste civiche: Animatamente, Altra Como, Arci Noerus, La Città Possibile, Legambiente e Lista x Como.
CI SONO ALLEGATE AL DOCUMENTO LE FOTO
Con simpatia. Roberta Marzorati