Como, 5 dicembre 2012
Spett.
Comune di Como
Via Vittorio Emanuele II, 97
22100 COMO
c.a. arch. Giuseppe Cosenza
c.a. avv. Lorenzo Spallino
c.a. Componenti Commissione consiliare II
“Assetto del Territorio, Ambiente e Ecologia,
Trasporti e Lavori Pubblici”
c.a. Capigruppo del Consiglio Comunale
Oggetto: PGT di Como – Quale futuro per Rebbio e dintorni?
Parere al Piano di Governo del Territorio del Comune di Como
(L.R. 12/2005 art.1 comma 2, art. 2 comma 5)
Premesso che è sotto gli occhi di tutti (addetti e non) lo scempio commesso negli ultimi decenni ai danni del territorio del Comune di Como, con particolare accanimento sui quartieri periferici, questa lettera è innanzitutto un segnale proveniente da un gruppo di cittadini di Rebbio che vuole cominciare ad essere parte attiva nelle decisioni che li riguardano in prima persona.
Oltre ad essere un bene preziosissimo, il territorio è di tutti e tutti siamo responsabili della sua gestione. Grazie alla propria conoscenza, alla propria esperienza, al proprio vissuto, ognuno di noi può dare un contributo fondamentale alla formazione di un PGT che valorizzi appieno le potenzialità del territorio.
In qualità di cittadini che vivono quotidianamente il proprio quartiere (percorrendone le vie a piedi e in macchina, portando a scuola i propri figli, usufruendo dei parchi gioco, utilizzando i cosiddetti “corridoi ecologici”, reali o presunti), siamo sicuramente avvantaggiati nell'analisi propedeutica allo studio di crescita sostenibile e pertanto pensiamo di fare un buon servizio, in pieno spirito di collaborazione e supporto, nel porre alla Vostra attenzione:
- una serie di anomalie riscontrate nella lettura degli elaborati facenti parte del PGT da poco pubblicato nel sito internet del Comune di Como;
- alcune proposte volte al miglioramento della vita nel quartiere.
L'adozione del PGT è un momento topico per la città e per i suoi cittadini: i suoi effetti, positivi e negativi, riverbereranno per lunghi anni a venire. Pertanto l'adozione e successiva approvazione di questo strumento non possono essere risolte in breve tempo senza che ci sia stato un coinvolgimento significativo dei cittadini che, come si indicava poc'anzi, ad una conoscenza cartografica ed astratta del territorio possono aggiungere il vitale contributo di chi abita il proprio quartiere e ne ha pertanto una visione reale e concreta.
Consapevoli dei tempi strettissimi e delle pressioni forti (nel caso in cui si decidesse di non adottare questo piano prima della fine dell'anno) si chiede a questa Amministrazione:
- che detto coinvolgimento avvenga, se non prima dell'adozione del PGT, almeno prima dell'approvazione dello stesso, non rimandando la risoluzione delle tante carenze riscontrate ad una variante generale post-approvazione che non garantirebbe la salvaguardia del territorio (nel periodo di elaborazione della stessa) e aprirebbe la strada ad una serie infinita di contenziosi;
- di variare in maniera consistente le strategie contenute all'interno del PGT se ritenute non valide (da un punto di vista di crescita sostenibile del territorio) dopo l'analisi attenta e ravvicinata di chi vive nei quartieri.
1. Le anomalie
Piano dei servizi
Da una lettura assolutamente sommaria degli elaborati facenti parte del PGT (analisi che approfondiremo nei prossimi mesi e con tutta probabilità ci porterà a presentare delle vere e proprie osservazioni nei termini e tempi previsti dalla legge), sono emerse subito delle incongruenze importanti fra “studio propedeutico al PGT”, “previsioni” e “stato di fatto” che non possono essere sottovalutate.
Dagli elaborati si rileva che il quartiere di Rebbio avrebbe una dotazione a standard attuale di 34,32 mq/ab (che si ridurrebbe a 25,96 mq/ab con la saturazione della popolazione ancora insediabile) e quindi, come indicato dai redattori stessi del PGT, ampiamente soddisfatta rispetto ai minimi di legge (Area con strategicità bassa).
Il conteggio dello standard pro capite parrebbe essere stato effettuato sulla base della popolazione residente e di una proiezione teorica che si basa sulla popolazione insediabile in attuazione dello strumento urbanistico vigente, ma sembrerebbe non tener conto del nuovo peso insediativo derivante dalle previsioni del presente PGT (20% di volume in più per tutti gli ambiti CV1) e dalla riqualificazione prevista dalle zone CR, per la maggior parte dismesse.
Quindi, la conclusione elaborata sulla carta, che il nostro quartiere sia già sufficientemente dotato di servizi, contrasta con la realtà; infatti per la zona di Rebbio emerge una grossa carenza, sia in termini quantitativi che qualitativi, di strutture scolastiche, di aggregazione sociale e ricreative per una zona della città densamente popolata da famiglie con bambini e ragazzi in età scolare.
Dalla lettura della tav. 6 - “Carta della costruzione della Rete dei Servizi” e degli elaborati del piano dei servizi in generale - emergono le sotto elencate perplessità:
- Lo standard non è analizzato nel suo stato di conservazione. Si citano ad es.:
- le scuole primarie e secondarie di Via Giussani e Via Cuzzi, non completamente a norma rispetto alla normativa vigente, non abbastanza capienti per la richiesta di utenza ed in cattivo stato di manutenzione;
- i campi da gioco del Parco Negretti (foto 1);
- la struttura ricettiva del Parco Negretti in completo stato di abbandono (foto 2).
- Lo standard non è analizzato per tipo di utenza (abitanti in età scolare, anziani...);
- Lo standard conteggia al suo interno proprietà private che a nostro avviso non andrebbero conteggiate. Si citano ad es.:
- Casa di civile abitazione presente all'interno del Parco Negretti (foto 3);
- Impianti di distribuzione carburante ( es. distributore Via P.Paoli - foto 4);
- Parcheggi privati ( es. parcheggio Coop – foto 5);
- Edifici ERP;
- Piazzali per esposizione commerciale (es. sede Mercedes – foto 6);
- Verde privato reale (foto 7 – es. giardino in Via Spartaco) e presunto (es. foto 9).
Il Piano dei Servizi, relativamente alle urbanizzazioni secondarie, manca totalmente di tutta la parte che riguarda le dotazioni future, come a presupporre che Rebbio sia già ampiamente soddisfatta sotto il profilo di dette dotazioni. Analogamente manca totalmente della quantificazione di spesa relativa alla manutenzione dei servizi esistenti ed in previsione.
Per quanto riguarda le previsioni relative alla rete ciclopedonale (tav. 8.3):
- “Itinerari ciclopedonali principali”: detta indicazione è troppo generica in quanto qualsiasi strada (escluse le super-strade e le autostrade) è un possibile itinerario ciclopedonale. Pertanto si ritiene necessario che all'interno del Piano dei Servizi vengano precisamente localizzate le piste ciclopedonali e per le stesse vengano date precise indicazioni realizzative (sezioni tipo).
- “ZTM (Zone 30)”: l'ampia individuazione delle stesse ne fa perdere l'incisività e porta a temere che siano poi di difficile attuazione; anche per queste sarebbe opportuno che il Piano dei Servizi desse delle indicazioni realizzative.
- Circolazione pedonale esistente: non si è valutato il pessimo stato di manutenzione e conservazione dei marciapiedi, caratterizzati da diffuse barriere architettoniche (ad es. il percorso pedonale che porta all'asilo Nido di Via Giussani).
Tutto ciò premesso, così come attualmente impostato, il Piano dei Servizi si limita ad una individuazione sommaria dell'esistente e non si concretizza in una proposta pianificatoria e progettuale volta al rinnovamento e potenziamento della dotazione a servizi necessaria all'evoluzione della città per potersi considerare al passo con i tempi.
Inoltre questo strumento, così come proposto, non appare adatto a dialogare con i prossimi Programmi Pluriennali delle Opere Pubbliche.
Piano delle Regole
Si sono riscontrate le seguenti criticità:
- Aree CV1 “tessuto urbano consolidato prevalentemente residenziale da valorizzare e potenziare”: se ne ravvisa un'ampia ed indifferenziata classificazione. In detto ambito vengono inclusi indifferentemente: residenziale, terziario, artigianale, industriale, standard. Per tutti questi ambiti (visti gli artt. 43.4 e 59 delle Norme generali del Piano delle Regole) viene consentita la possibilità di ampliamento del 20% e la parziale modifica della destinazione d'uso (senza specificare le percentuali) e con titolo abilitativo semplice. Ciò potrebbe comportare trasformazioni urbanistiche importanti senza possibilità di controllo e negoziazione da parte della Pubblica Amministrazione in riferimento ai grossi insediamenti (ad es. sedi della Provincia, Coop e Mercedes, capannoni in Via Repubblica Romana).
- Aree SV6 “aree a verde urbano di connessione ecologica”: sono state incluse delle aree private edificate (es. villino e cortile di proprietà all'ingresso del Parco Negretti da via Guido da Como) e sono state escluse aree a verde pubblico già attrezzato e risistemato di recente (es. Parchetto pubblico in fondo a via Collina) (vedi foto n. 3 e 8);
- Aree SV8 “aree a verde privato complementare del tessuto urbano consolidato”: sono state incluse delle aree di recente trasformazione urbanistica completamente edificate (es. recente ampliamento Nord Tessile, ex sede Volvo ora Negozio Natuzzi, angolo Via I Maggio–Via P. Paoli) (foto 10 e 9). Dette aree sono tra l'altro incluse all'interno della Rete ecologica comunale articolare secondo il sistema del verde di cui alla tav. 6 del Piano dei Servizi.
- Aree CR1.3 “immobili per i quali sono previsti interventi di riqualificazione funzionale mediante pianificazione attuativa con la conservazione dell'impianto tipologico e dei caratteri architettonici”. Da una visione in loco degli ambiti così classificati non si comprende quali siano i caratteri tipologici e architettonici da conservare (foto 11 e 12) . Inoltre la normativa consente una trasformazione di detti volumi in tutte le destinazioni di cui all'art.12.2 senza limitazione alcuna. Considerando gli ampi volume in oggetto, attualmente per lo più dismessi e pertanto senza alcun peso insediativo, la loro trasformazione comporterebbe sicuramente un carico urbanistico insostenibile per le attuali strutture presenti sul territorio.
- Aree CR: trattandosi di enormi aree del tessuto urbano di Rebbio che interessano tantissimo “volume” dismesso e non, a nostro avviso le stesse meriterebbero, già all'interno del PGT, una trattazione urbanistica più approfondita per diventare occasione di riqualificazione e ridisegno urbano di strategica importanza per tutto il quartiere di Rebbio e limitrofi.
- Aree CV4 “aree per funzioni turistiche/ricettive da valorizzare e potenziare”: l'unica classificata come tale è quella in zona Breccia compresa fra Via Venturino e Via Rimembranze e non pare, attualmente, rispondere alla classificazione attribuitale (foto 13).
2. Le proposte
Ricordando che fino al 1937 Rebbio fu un comune indipendente (quindi con tutte le peculiarità tipiche di un paese), occorre incentivare una politica urbanistica che riqualifichi Rebbio da “quartiere-anticamera-dormitorio” a “nucleo abitativo compiuto”, con luoghi di incontro all'aperto, viali a verde, aree pedonali, piste ciclabili, ecc.
Tale visione policentrica favorirebbe certamente l'aggregazione, l'integrazione sociale e quindi le relazioni umane che, attualmente, sono portate avanti a fatica da alcune istituzioni quali: le Parrocchie della circoscrizione, i Padri Comboniani, la Scuola di italiano per stranieri, nuove associazioni culturali delle varie comunità estere, recenti forme di economia di mercato su piccola scala (mercato Corto Bio – km 0), vecchie istituzioni storiche (Corpo Bandistico Rebbiese, Ass. Palio del Baradello, Cinema Gloria) ecc.
Una città aperta che, in collaborazione con le entità sopra citate, lavori in direzione di una educazione civica permanente capace di inglobare nel proprio tessuto sociale e urbano il disabile, il migrante, l'emarginato, l'anziano, il bambino, l’“invisibile”.
- Il verde.
Nel quartiere Rebbio-Camerlata sono presenti ampie aree verdi che purtroppo versano in stato di abbandono: veri e propri vuoti urbani “degradati” che potrebbero, se opportunamente valorizzati, divenire punto di forza della riqualificazione in termini di qualità della vita. (Allegato A)
Si porta ad esempio l’area verde che dal Parco Negretti si spinge, attraversando le vie Giussani e Grilloni, verso l’area dell’ex cava (detta del “muntesel”) sino al cimitero di Rebbio e da qui alla Parrocchia di San Martino e all’Oratorio.
Quest’area è già in buona parte di proprietà pubblica e sede di funzioni pubbliche e per essa il Piano dei Servizi (almeno con delle linee guida) dovrebbe prevedere:
- delle strutture che la identifichino quale centro del quartiere (piazza, luoghi d'incontro, ecc.);
- delle attrezzature a parco (arredo del verde, percorso vita, percorsi pedonali ecc.);
- dei percorsi ciclopedonali di collegamento fra le varie zone del quartiere;
- orti urbani;
La spesa da sostenere per i suddetti interventi sarebbe estremamente contenuta rispetto all’effettivo contributo in termini di crescita della qualità della vita nel quartiere.
Un altro importante patrimonio verde da mettere a disposizione del quartiere è il Parco di Villa Giovio, per il quale si ritiene opportuno che l’Amministrazione Comunale promuova presso l'ente proprietario la riapertura dello stesso al servizio della cittadinanza.
Ovviamente il Piano dei Servizi dovrebbe prevederne la messa in sicurezza e la riqualificazione con delle attrezzature (giochi per bimbi, chioschi, aree di ricreazione, palco per spettacoli all'aperto, ecc.) atte a renderlo utilizzabile per varie attività ludico/culturali e quindi vivo.
2. Viabilità e ricucitura del quartiere.
Il sistema dei collegamenti regionali pedemontani est-ovest su gomma, attualmente converge sul nodo di Camerlata, concentrando tutto il traffico veicolare di attraversamento sulle vie Varesina, P. Paoli e Canturina.
Alla luce della nuova viabilità provinciale a carattere tangenziale, volta all'alleggerimento del traffico su dette vie, si chiede che il Piano dei Servizi preveda il ridisegno delle stesse, riportandole alla dimensione di strade urbane di quartiere.
La Via Varesina ospita molti esercizi commerciali di vicinato e se opportunamente riqualificata potrebbe divenire contemporaneamente un centro di incontro e un “centro commerciale all’aperto” contribuendo a mantenere vive le relazioni sociali ed economiche, nonché a tesserne di nuove.
Anche per Via Giussani, che attualmente è un elemento di cesura tra una parte e l'altra del quartiere, si chiede che venga previsto un progetto di ridisegno della stessa volto alla riconquista degli spazi da parte della mobilità dolce e degli utenti deboli della strada attuando, ad esempio il progetto di Moderazione del Traffico redatto dall'Associazione La Città Possibile Como nel 1997 dal titolo “Via Giussani, basta la metà” (Allegato B).
A fronte della decisione di RFI di avviare le opere per realizzare una stazione unica a Camerlata presso la struttura di Via Scalabrini delle Nord, con la conseguente chiusura della stazione di Camerlata/Albate dello Stato, volto alla complessiva riorganizzazione del sistema ferroviario (Como, Cantù, Milano, Lecco, Varese, e Svizzera) si chiede che nel Piano dei Servizi individui la necessaria dotazione di parcheggi di interscambio e un servizio di trasporto su gomma che consenta un adeguato collegamento tra la stazione e l’intera area urbana.
3. Mobilità dolce.
Richiamando quanto precedentemente illustrato circa la rete ciclopedonale, si chiede in generale di incentivare la mobilità dolce :
- riattivando e completando percorsi ciclopedonali attualmente in disuso e individuandone di nuovi;
- modificando e implementando la segnaletica orizzontale e verticale;
- promuovendo anche per Rebbio iniziative quali il “Pedibus”.
(Allegato C)
A questo proposito si condivide la previsione dell'apertura di un collegamento tra i quartieri San Rocco e Camerlata, attraverso la riqualificazione dell'ex Ospedale Sant'Anna, fondamentale per collegare i due piani della città.
4. Reinvestimento nei servizi del quartiere.
Come parziale “risarcimento” per la massiccia cementificazione inferta al quartiere, si chiede di reinvestire nel quartiere gli eventuali oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e le monetizzazioni future per opere ed interventi edilizi realizzati all'interno della circoscrizione.
Tali reinvestimenti potrebbero riguardare, ad esempio, le strutture scolastiche che risulteranno insufficienti quando tutte le abitazioni attualmente sfitte o invendute saranno abitate.
Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti in merito e con l’occasione si porgono distinti saluti.
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