Ripetiamolo bene in coro: non esiste che un’impresa privata si metta a vendere servizi che soddisfano bisogni primari! Questo vale per la salute, per l’istruzione, per la cura alle persone. La giunta Landriscina non la pensa così, e infatti in questi giorni, ormai giunta alla fine del suo mandato, ci riprova e crea una gara per esternalizzare l’asilo nido di Lora.
Questa mossa, in vista delle elezioni vuole evidentemente rassicurare associazioni, cooperative e gruppi economici privati che avrebbero convenienza nel sostituirsi al servizio pubblico.
La posizione della giunta di destra è ovviamente a sostegno del liberismo e del “privato è bello”
Ma la ‘non-destra’, come di recente è stata definita, cosa fa?
Esattamente come successe nel luglio del 2020, al momento del voto sulle modifiche al regolamento degli asili nido comunali che ne rese possibile la privatizzazione, alcuni si dichiarano contrari (Magatti &C.) e criticano Landriscina perché, insomma queste cose non si fanno a due mesi dal voto, perbacco! E ancora, “saranno gli elettori a scegliere” altri, Minghetti &C, oggi come allora sono per il “NI“ avendo notoriamente sul tema privatizzazioni posizioni liberiste molto simili a quelle della giunta.
Per il momento nessuno sembra voler condividere le precise critiche dei lavoratori e delle lavoratrici, che ci dicono da sempre che sotto il privato loro perderanno molti diritti e il servizio ai bambini e ai genitori sarà più caro o andrà peggiorando;
Nessuno sembra voler sostenere che i bisogni dei bambini e dei loro genitori non sono una merce, che gli asili nido non devono diventare un’azienda.
Chissà, forse non lo fanno perché hanno paura di essere scambiati per comunisti.
Pierluigi Tavecchio, segretario provinciale
Cristiano Negrini, segreteria provinciale
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Como