Gli effetti negativi dell’assenza o della pessima stesura da parte del Comune di Como dei bandi di gara per gli appalti pubblici sono causa di problematiche evidenti a Como; la città, nonostante le numerose realtà presenti sul territorio, ormai non è più in grado di offrire manifestazioni, spettacoli ed eventi culturali ai suoi cittadini e alle persone che l’attraversano, sono numerosi gli edifici abbandonati e in disuso che potrebbero invece essere ristrutturati e utilizzati, le strutture sportive sono causa di scontri e tensioni da anni.
Anche la questione di cui come gruppo Cominciamo da Como, insieme ad altre realtà, ci siamo occupati negli ultimi mesi, cioè l’adeguamento dell’orario di apertura dei bagni pubblici alle necessità di cittadini, turisti e dei senza dimora, risente dell’incapacità dell’Amministrazione di predisporre adeguati bandi di gara.
Alla nostra pubblica richiesta di estendere l’orario di apertura dei servizi igienici, l’assessora Negretti aveva risposto che ciò non è possibile a causa della proroga del contratto con la cooperativa che si occupa della gestione dei bagni, il quale è scaduto e non permette quindi di cambiare le condizioni economiche e, di conseguenza, il numero di ore di apertura del servizio.
La ridicola estensione di dodici ore a settimana dell’orario di apertura del bagno di piazza Vittoria è stata infatti resa possibile dalla chiusura delle docce pubbliche di Ponte Chiasso, in precedenza aperte per lo stesso numero di ore.
Il servizio di gestione dei bagni pubblici è stato affidato alla cooperativa vincitrice del bando del 2017 fino al mese di maggio 2019. Nella disciplinare di gara di quel bando è scritto: “Al termine dell’appalto di cui sopra, è fatta salva la facoltà della stazione appaltante di determinare la proroga del servizio per il tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure per l’individuazione del nuovo contraente e comunque per un periodo massimo di sei mesi”.
L’assessora Negretti ha omesso di ricordare questo dettaglio: in barba a quanto scritto chiaramente nel bando, oltre ai sei mesi di proroga previsti (giugno – novembre 2019), il contratto è stato prorogato per altri sei mesi (dicembre 2019 – maggio 2020) e poi per altri sette mesi (giugno – dicembre 2020).
Leggendo le motivazioni di questo ingiustificabile ritardo nelle determinazioni per la proroga del contratto del dirigente comunale competente, ci si imbatte in quella che suona come una piena consapevolezza da parte dell’Amministrazione rispetto ai problemi a cui chiediamo di far fronte. Scrive il dirigente il 28/11/2019: “nel frattempo l’Amministrazione Comunale, considerati i maggiori flussi turistici registratisi in città negli ultimi anni nonché l’emersione di ulteriori problematiche di carattere sociale connesse agli orari di fruizione dei servizi igienici e in particolare del servizio docce, ha avviato un percorso di valutazione sotto il profilo economico finanziario e gestionale in merito all’opportunità di modificare il servizio in parola al fine di renderlo più conforme alle esigenze emerse”.
È del tutto evidente che queste esigenze richiedono una risposta rapida, a maggior ragione se si sceglie deliberatamente di non offrire alternative alle persone costrette a vivere per strada. Invece non si è riusciti a scrivere un bando neanche entro i termini di quella proroga, ed è stata stabilita un’ulteriore proroga fino a dicembre 2020; termine entro in quale dovrebbe essere assegnata la gestione dei bagni pubblici ad un nuovo ente tramite la partecipazione ad un bando pubblico che ad oggi ancora non esiste.
Ribadendo con forza la richiesta di apertura dei bagni pubblici 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, al fine di garantire un servizio necessario a chiunque abiti o transiti per Como, e in particolar modo a chi si trova costretto a vivere in strada in condizioni estremamente precarie, abbiamo inviato una diffida al sindaco di Como al fine di fare pressione sulla questione del bando di appalto sulla gestione dei bagni pubblici ed ottenere risposte concrete in merito ai ritardi e alla pessima gestione di un servizio essenziale come questo.